martedì 30 marzo 2010

Operazione Beppe Grillo: missione compiuta.

Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sulla "posizione" di Beppe Grillo, questi, alla luce dei risultati elettorali definitivi di Lazio e Piemonte dovrebbe dissipare ogni suo dubbio sulla "reale" collocazione di Beppe e sull'effettivo ruolo che egli ricopre nello scenario politico italiano:

Il ruolo di Pifferaio Magico

per sgretolare una già sgangherata opposizione e condurre una buona parte di questa ad annegare in una qualsiasi fogna.

Ora Beppe Grillo potrà chiedere "il conto", e, da vero e unico vincitore di questa campagna elettorale, potrà anche alzare la posta e mirare più in alto aspirando, (perché no?) anche al ruolo di Camerlengo alla corte del suo Unico Padrone e Signore

Sua Maestà Silvio I°.

Con tanto affetto e tanto amore,
firmato
Beppe Grillo.

Su una cosa aveva ragione Berlusconi quando definiva gli elettori di sinistra:

Coglioni!!!

E visti i voti "catturati" da Beppe Grillo... questi sono tantissimi!!!

(da La Stampa.it)


Bresso: "Chiederemo di ricontare
le schede, è un atto doveroso"

L'arrivo di Mercedes Bresso al comitato Pd


«Grillo ci ha fatto perdere,
chi l'ha votato sarà contento
di finire governato da qualcuno
che gli assomiglia»

torino

Alla fine ha perso per un pugno di voti, tanto che ha già annunciato che chiederà il riconteggio. Mercedes Bresso, che cinque anni fa aveva strappato al governatore azzurro Enzo Ghigo un feudo berlusconiano a lungo imprendibile, non è riuscita nella difficile impresa di riaffermare il centrosinistra in Piemonte. La sua sconfitta a opera dello sfidante leghista Roberto Cota ha regalato al centrodestra l’ultimo tassello mancante della Padania.

«Chiederemo di ricontare le schede», ha detto a caldo Bresso raggiungendo poco prima delle due del mattino la sede del suo comitato. Ci sarebbe stato molto voto disgiunto. Faremo le verifiche, ma quando la differenza è dello 0,5% il riconteggio è un atto doveroso». Parlando con i giornalisti, Bresso ha puntato il dito contro il 4% andato al candidato di Beppe Grillo perchè sommando il risultato da lei raggiunto, quasi il 47%, con quello totalizzato dal grillino Davide Bono, si arriva al 51% circa con cui la presidente uscente sconfisse il centrodestra nella precedente tornata elettorale.

«C’è un fortissimo voto di protesta - ha rimarcato Bresso - e il 4% andato al candidato di Beppe Grillo ha impedito la vittoria del centrosinistra in Piemonte. E i voti ai grillini - ha sostenuto - sono in gran parte voti del centrosinistra. Certo questo risultato non era stato previsto, è stato sottovalutato, nei sondaggi non appariva, ma è un voto di protesta violenta, arrivato in modo improvviso, come spesso si manifestano i movimenti di questo tipo».

Bresso ha negato che sia stato un errore l’alleanza con l’Udc, che ha avuto un risultato nettamente inferiore alle aspettative.«Il dato - ha dichiarato - è la sconfitta dell’ipotesi di poter costruire un fronte politico di opposizione che punti sulla ragionevolezza e la moderazione, e su un progetto politico sensato che non spacchi il Paese. Gli elettori hanno premiato chi ha voglia di spaccare. E io mi sento inadeguata a un mondo così, dove conta solo chi la spara più grossa».

«Chi ha votato per il candidato di Beppe Grillo sarà contento - sì è lasciata andare a dire a un certo punto la presidente uscente - di finire governato da qualcuno che gli assomiglia, anche se sta dall’altra parte«. La debacle del centrosinistra in Piemonte è stata segnata dalla vittoria di Cota in tutte le province a esclusione di Torino. E anche in quello che veniva ritenuto il villaggio di Asterix del centrosinistra, il vantaggio di poco meno del 10% realizzato da Bresso non è stato sufficiente ad arginare la marea montante dei consensi arrivati dal resto della Regione».

Il problema vero - ha detto alla fine Bresso - è la sconfitta della tesi che gli elettori scelgano chi parla di cose concrete e cerca di risolvere i problemi. L’accoppiata Berlusconi e Lega è quanto di meno moderato ci sia. È estremamente violenta e aggressiva, cavalca la protesta, e fa apparire insensato chi si ostina a fare politica basandosi sui programmi»


lunedì 29 marzo 2010

Facciamola tutti fuori dal vaso...

E..

Riporto oggi l'articolo scritto il 26 da Massimo Donadi nel sito dell'Italia dei Valori.





26 Marzo 2010

Vota IDV per farla fuori dal vaso



seguidirettainformati.jpg candidatiregionexregione.jpg

Ieri è stata scritta una straordinaria pagina dilibertà che difficilmente dimenticheremo.Raiperunanotte è uno di quegli eventi da iscrivere di diritto nella storia della nostra vita. Quando soffochi un paese, quando gli togli il fiato, quando minacci il futuro dei suoi figli, prima o poi, la reazione arriva. Da ieri sera, la faremo tutti un po’ fuori dal vaso, a cominciare da queste elezioni regionali! Ieri Berlusconi ha perso e di brutto. Ha perso la sua retorica dell’amore che vince sull’odio, uno spot melenso e ridicolo, più adatto a festeggiare il cinquantenario del Cornetto Algida che a guidare la riscossa di una compagnia dell’anello ridotta a quattro gatti spelacchiati, rissosi, lacerati e divisi in bande. Ha perso la sua arroganza, quella con la quale ha piegato le istituzioni riducendole ad appendici dello studio legale Ghedini. Ha perso la sua spocchia, quella di credersi il padrone di questo Paese, che urla, chiama, strepita e inveisce contro chi non si genuflette a lui e ai suoi sodali e chiede il rispetto delle regole. Ha perso la sua tracotanza, quella con la quale si presenta ad ogni appuntamento elettorale ringhiando contro i giudici, mentre sfugge al giudizio dei tribunali. Ha perso la sua sfacciataggine, quella con la quale dice di avere fatto tanto per la crisi economica mentre Mediaset è l’unica azienda italiana che vede crescere i suoi profitti. Ha perso la sua faccia tosta, quella con la quale insolentisce i giornalisti scomodi, quelli che hanno ancora il vizietto di fare le domande. Da Raiperunanotte arriva una bella sberla in faccia a Berlusconi: quando il Paese sente puzza di censura si ribella e non fa sconti. La libera circolazione di idee fa bene al cuore e all’anima. Ci voleva un evento così e di questo ringraziamo Santoro, Floris, Lerner , Vauro e Luttazzi che hanno parlato di libertà con libertà, ognuno a modo suo, offrendoci spunti nuovi di riflessione, comiche situazioni e grotteschi presagi. Da oggi, c’è più forza e coraggio a credere che cambiare si può, che c’è ancora un futuro possibile e sostenibile per questo Paese. Ieri chi era in piazza, collegato in rete o davanti alla tv, ha capito quello che Italia dei Valori denuncia con forza e rabbia da quindici anni a questa parte. Il berlusconismo non solo fa male ma distorce la democrazia, la deforma, la piega ai voleri e alle esigenze processuali e finanziarie di un uomo solo, colui che oggi, disperato e solo, brama il Quirinale dopo aver vilipeso e umiliato la Costituzione. Altro che Colle! E’ tempo di mandarlo a casa, ne ha tante può scegliere. E’ tempo che affronti le aule dei tribunali e risponda alle domande dei giudici. E’ tempo che si ritiri in buon ordine e che si dedichi ai suoi guai giudiziari senza inguaiare ancora di più l’Italia. E’ tempo che vada in pensione, ne ha pure l’età, e la smetta di inquinare la democrazia con il suo gigantesco conflitto di interessi. Fai girare la voce, convinci un tuo amico: un voto a Italia dei Valori è l’antidoto al berlusconismo. Vota e fai votare Italia dei Valori “per farla fuori dal vaso”!

venerdì 26 marzo 2010

Rai per una notte - tutti i video integrali in sequenza dell'intera trasmissione

Causa problemi col server inseriamo solo il link da dove e' possibile scaricare l'intera trasmissione a partire dall'inizio, senza tagli e senza censure:

http://www.youtube.com/watch?v=2nuuRb7EcZI

Rai per una notte - ecco tutta la trasmissione commentata da Repubblica


AVVERTENZA!!!

Grazie alla (mancata) banda larga che questo governo (della Libertà) tiene a freno in Italia (unico paese a non poterne usufruire per non far concorrenza alle televisioni del Premer) e a causa del grandissimo numero di accessi, potreste avere qualche problema a visualizzarlo.
Abbiate pazienza... e riprovate più tardi.
Appena ne avremo pronta "una copia" la duplicheremo in questo e in altri blog ciascuno dei quali potra' garantire altre decine e decine di migliaia di accessi in contemporanea.




(a questo link si può guardare l'intera trasmissione).

(da Repubblica.it)

Kermesse tra giornalismo e spettacolo, una serata di grande televisione dopo lo stop della Rai
180 piazze collegate e tanti luoghi in tutto il paese che trasmettono l'intera serata

Boom di contatti, Santoro vince la scommessa
Al Paladozza la kermesse grida no alla censura

Elio e le storie tese fanno il verso a Emanuele Filiberto, torna Daniele Luttazzidi MARCO BRACCONI


Boom di contatti, Santoro vince la scommessa Al Paladozza la kermesse grida no alla censura

Piazza Navona a Roma

PARTENZA lanciata, senza reticenze. Immagini d'epoca di Benito Mussolini. E poi, subito dopo, Silvio Berlusconi che arringa la folla del Pdl a piazza San Giovanni: "Volete voi...?". Quando le prime immagini sfumano, Michele Santoro appare esattamente come appare sempre, quando Annozero va in onda su Rai2. Chino sul grande tavolo-monitor. Microfonino alla guancia. Buio attorno.

Attorno, c'è un sacco di gente. Il Paladozza di Bologna è gremito. "Caro Napolitano", esordisce il giornalista. "Non c'è il fascismo, domenica si va a votare: Ma insomma, certe assonanze...". Santoro non "vuole tirarlo per la giacchetta", solo "rivolgersi a lui per segnalare che no, quando si blocca l'informazione in tv, o si telefona alle Authority per bloccarla, qualcosa proprio non funziona".

"Per una telefonata - dice - Nixon dovette dimettersi. Aveva ordinato di spiare i suoi avversari del partito democratico e una commissione del Senato, quando scoprì che le telefonate erano state registrate, disse di pubblicarle per sapere cosa è successo. Qui si è compiuto un delitto di grande gravità: interferenza politica sulla libertà di espressione".

Il segnale rimbalza su decine di maxischermi, in tutta Italia. A piazza Navona, Roma, posti in piedi. Dirette su Repubblica tv, Corriere tv, Skytg24, Rainews24, Current, YouDem. Così il satellite e il web aggirano la "censura" pre-elettorale (a questo link si può guardare l'intera trasmissione). a Bologna parte il servizio sulla manifestazione di Roma del Popolo della Libertà. Le telecamere registrano insulti vari, obiettivo lo stesso Santoro, Marco Travaglio, Vauro. Stacco. La Russa balla forsennato sulle note di Apicella. E subito dopo, in studio, a Bologna, si cambia musica. Arriva il premio Oscar Nicola Piovani. Quattro minuti di violoncello, pianoforte e clarinetto. Belli.

La kermesse di "Raiperunanotte" è un mix di giornalismo e spettacolo, lo si sapeva. Arrivano Gad Lerner, Travaglio, Vauro, Floris. Ma il primo a prendere la parola è il comico Cornacchione, quello di "Che tempo fa". Risate, un po' amare, sul premier che vuole "sconfiggere il cancro entro tre anni, e dunque entro il 2012 annienterà la magistratura".

Parte Travaglio. Intercettazioni. Agcom. Minzolini. Censura. Via al dibattito. Floris polemizza con la retorica berlusconiana, parla di mancanza di ossigeno, e spera che "si ricominci a respirare". A ruota gli altri. Fino a Sandro Ruotolo, con cui si arriva, nel merito, all'inchiesta di Trani. In onda, doppiate da attori, le intercettazioni delle telefonate del premier a Innocenzi (Agcom). Quelle in cui Berlusconi se la prende con Annozero e gli altri "pollai". Sentirle così, testuali ma in vivavoce, fa una certa impressione.

Si riparte con la musica. Elio e le storie tese vanno giù di sarcasmo e cantano, opportunamente storpiata, la canzone sanremese di Emanuele Filiberto. "Un esiliato come te...", dice Elio a Santoro. Poi, intervista registrata a Mario Monicelli. E in studio arriva Morgan, espulso proprio da Sanremo per la sua intervista sulla cocaina.

Daniele Luttazzi, il più epurato di tutti, è accolto da una ovazione. "Il monologo che farò è approvato dalla Cei", esordisce. Quindi un fuoco di fila di battute su Berlusconi, e una lunga digressione metaforico-sessuale (assai esplicita, per la verità), sul rapporto tra il Cavaliere e gli italiani. "Masi ha fatto un uso criminoso della tv", conclude il comico rovesciando la frase rituale del capo del governo quando attacca i suoi avversari.

Altre intercettazioni "recitate". Il direttore generale della Rai, Masi, non ne esce esattamente bene. Soprattutto quando discute con Innocenzi della puntata di "Annozero" sul processo Mills e rassicura su come i telegiornali si stanno muovendo bene, "sia il Tg1 che il Tg2, e perfino il 3...".

Ancora spettacolo, con al piano Morgan e alla voce Antonello Venditti. A seguire, un videomessaggio di Milena Gabanelli, la conduttrice di Report. "Il clima è di caccia alle streghe, siamo sull'orlo di una sconfitta civile: perché il paese non comprende la portata di quello che sta accadendo".

Piccolo incidente di percorso con lo spot-regalo di Roberto Benigni, che parte e si interrompe. A riempire il buco ci pensa Travaglio con un lungo monologo sul decreto salva-liste, e poi lo stesso Santoro, che legge in diretta il commento di Bondi ("giornalismo pietoso") e snocciola i dati degli accessi sul web: "120mila utenti unici collegati nello stesso momento, 60mila su Repubblica.it" e replica polemicamente al ministro: "Saremo anche penosi, ma se ci sono tanti che vogliono sentire Marco Travaglio, saranno padroni o no di farlo?".

Benigni, finalmente. "Stavo partendo per lo Zimbabwe, il paese della libertà. Vado in Zimbabwe, dove ci sono i Masai, anzi no, i Masai sono in Kenya, in Zimbabwe ci sono i Masi...". Noi, siamo noi il paese più libero del mondo! Io, per esempio: volevo la libertà di non vedere Santoro, e ora non c'è più e non lo posso fare...". A Rutolo: "Con questi baffoni, ti voglio baciare, questo è il partito dell'amore, no? E allora baciamoci!". Finale più serio, con la richiesta di un "applauso alla democrazia e alla libertà" e un saluito a Enzo Biagi, "che non può partecipare alla vostra trasmissione".

Gran finale con giuramento collettivo, quasi a scimmiottare il giuramento dei governatori berlusconiani. "Giuriamo solennemente che la faremo sempre fuori dal vaso". Poi, seguito dalle telecamere, esce dal Paladozza e si gode il bagno di folla all'esterno. Domani, si capirà meglio il riscontro numerico di questa "strana" serata di informazione. Nata dalla censura e diventata una kermesse dalle mille piazze e dai mille "ripetitori". Forse, anche un segnale di quello che, nel futuro, può diventare la comunicazione.

giovedì 25 marzo 2010

Rai per una notte - Stasera

Su repubblica.it si potra' seguire in diretta l'evento che avra' una portata storica.



http://tv.repubblica.it/home

Sempre su Repubblica sara' possibile trovare l'elenco delle televisioni che trasmetteranno in diretta.

domenica 21 marzo 2010

25 marzo Rai per una notte.

No alla censura di regime

25 marzo, tutti trasmettano “Rai per una notte”. Appello di MicroMega alle testate web e alle tv



Pubblichiamo il testo dell'appello promosso da MicroMega – sottoscritto da un gruppo di intellettuali, docenti, giornalisti, fisici, sindacalisti, uomini e donne dello spettacolo – per chiedere alle testate web e alle televisioni di diffondere in diretta "Rai per una notte", la manifestazione/trasmissione promossa dalla FNSI in difesa della libertà di stampa, che Michele Santoro condurrà
giovedì 25 marzo dal Paladozza di Bologna. Un'iniziativa che vedrà protagonisti Giovanni Floris, Daniele Luttazzi, Marco Travaglio, Vauro, la squadra di Annozero e molti altri ospiti del mondo del giornalismo e dello spettacolo.

E' ormai provato al di là di ogni ragionevole dubbio il carattere assolutamente pretestuoso della decisione Rai di interrompere Annozero, decisione che risponde unicamente ad un "ukase" di Berlusconi comprovato da numerose intercettazioni telefoniche.
Di fronte a questa ennesima violenza contro la libertà d'informazione, riteniamo dovere di ogni testata democratica dare un appoggio pieno e incondizionato alla trasmissione extra-Rai che Santoro realizzerà a Bologna la sera di giovedì 25 marzo.
Chiediamo perciò a tutte le testate web (e in primo luogo a quelle dei grandi quotidiani) e a tutte le televisioni che trasmettono in digitale terrestre, dal satellite, su frequenze locali, di collegarsi il 25 marzo alle ore 21 per diffondere in diretta tale iniziativa, quali che siano le divergenze o critiche di tali testate nei confronti di "Annozero" e di Santoro, come forma elementare e doverosa di testimonianza a difesa della libertà di stampa e dei diritti costituzionali ogni giorno vieppiù calpestati dal governo di Berlusconi.

Paolo Flores d'Arcais, Margherita Hack, Dario Fo, Franca Rame, Antonio Tabucchi, Fiorella Mannoia, Salvatore Borsellino, Lorenza Carlassare, Sabina Guzzanti, Wu Ming 1, Moni Ovadia, Luciano Gallino, Stefano Benni, Carlo Freccero, Piergiorgio Odifreddi, Valerio Magrelli, Pierfranco Pellizzetti, Angelo d'Orsi, Lidia Ravera, Franco Grillini, Marco Revelli, Giorgio Cremaschi, Carlo Bernardini, Ferruccio Pinotti, Orlando Franceschelli, Mauro Barberis, Roberto Morrione, Roberto Escobar

(20 marzo 2010)

il tutto su

http://temi.repubblica.it/micromega-online/25-marzo-tutti-trasmettano-rai-per-una-notte-appello-di-micromega-a-testate-web-e-tv/

Siamo tantissimi, anzi, sicuramente di più... o meno?

Chi non ricorda la manifestazione della settimana scorsa delle opposizioni sempre nella stessa benedetta Piazza San Giovanni che aveva visto, secondo gli organizzatori, la presenza di circa 500 mila persone?
Numero corretto dalla Questura a 200 mila presenze o poco più.

Ieri il PdL ha fatto TOMBOLA!!!

"SIAMO PIU' DI UN MILIONE DI PERSONE"

aveva gridato tutto entusiasta dal palco Verdini; pero' la Questura ci fa sapere (ma 'sta Questura non poteva farsi li fattacci sui?) che stando agli stessi parametri di sempre (oggettivi o presunti tali) che lei usa da sempre, che le presenza in piazza non andavano oltre le 150 mila unità.

OCCAZZO!!!

Vuoi vedere che dopo i giornalisti e i magistrati ora anche la Questura e' diventata comunista?



E c'e' dell'altro...


(da l'Unità.ut)

Piazza dell'amore il giorno dopo: il Pdl alla guerra dei numeri

di Andrea Carugatitutti gli articoli dell'autore

"IO STRANIERA IN PIAZZA PAGATA DALL'AGENZIA INTERINALE": TESTIMONIANZA

FOTORACCONTO: FAMOLI VIOLA
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Alzi la mano chi ha mai visto un governo praticamente al completo, condito dal sindaco della Capitale, aprire un corteo con uno striscione del genere: «L’amore vince sempre sull’odio». Eppure sabato pomeriggio è andata così, al Circo Massimo: Alfano, la Russa, Prestigiacomo, Brunetta (seminascosto dallo striscione), il finiano Ronchi, Scajola, la Brambilla in tacco spericolato nonostante i sampietrini. E poi naturalmente lei, la candidata Renata, l’unica giustificata a fare un po’ di teatro visto che domenica si gioca il futuro politico, anche se ormai berlusconizzata oltre ogni limite. Eccolo lo striscione, la scena che dà il tono a una giornata politicamente surreale, una manifestazione certamente imponente ma priva di un contenuto politico che non fosse la beatificazione del Capo indiscusso, e la chiamata a raccolta dei colonnelli.

Un corteo con i big separati dal “popolo” da un imponente servizio d’ordine che crea un cordone di pettorine gialle e blu, in mezzo ci sono le bande che suonano e un camion che manda la musica che un tempo fu della sinistra: Ligabue, Jovanotti, Battisti, persino Rino Gaetano. È lui, il Capo indiscusso, che ha voluto la prova di piazza, per rovesciare l’insofferenza degli elettori per il pasticcio delle liste. E loro, almeno quelli arrivati a Roma, sembrano avergli perdonato tutto, anche se quando San Silvio dal palco di piazza San Giovanni giura che «i nostri dirigenti non hanno nessuna colpa, l’ho verificato personalmente», la piazza è freddina, ascolta in silenzio e poi intona «Meno male che Silvio c’è», ma insomma il panino di Milioni se lo ricordano tutti e c’è poco da fare. La piazza però al culto del Capo ci crede eccome, «Sei più grande di Giulio Cesare» recitano i cartelli, e poi c’è lo striscione che la dice lunga: «Noi con Berlusconi, voi con i magistrati». Come dire: ci hai convinto, i nemici sono due, i comunisti e i giudici, ci fidiamo.

Il Capo dal palco tuona contro le intercettazioni, invoca per tre volte «gli italiani che vogliono restare liberi», e non si capisce se si rivolge agli inquisiti o se pensa, come pensa, che agitare il fantasma di una libertà minacciata dai comunisti faccia ancora presa tra i suoi fans. «Comuisti? Ci avete rotto i coglioni», recita uno striscione eloquente. E ancora, cartelli contro «Santoro mafioso» e finte insegne stradali «Via Santoro da Rai Due». E, sempre alla faccia dell’odio e dell’amore, quando in via Labicana la folla vede ai balconi di un paio di palazzi dei vessilli viola, si scatena: medi innalzati, cori di «buffoni», mentre lo speaker dal camioncino del “Cuore azzurro” urla: «Alzate i tricolori, il popolo viola ci guarda e rosica...». Poco prima si era dilungato come un capo- comparse: «C'è la diretta tv, innalziamo il tricolore, se no in tv non viene bene, facciamo vedere delle belle signore, e facciamo sventolare i nostri cuori...». Accanto a lui, sul camioncino, l’Alessandra Mussolini in maglietta tricolore che firma bandiere e cappellini.

Il corteo è un immenso fiume di pezzetti: Comuni, regioni, quartieri, tutti a dire “io ci sono”, «Guidonia urla libertà», «Viterbo con Silvio» «VIII municipio Forza Silvio», «vince sempre chi più crede».Ma impazzano soprattutto i candidati che si sono portati la claque che innalza i vessilli, «Angelo Santori», «XIII municipio Ostia con Davide Bardoni». Ognun per sè, insomma, dalle signore con ancora qualche refolo di pelliccia addosso (una c’ha un cartello: «Anch’io sono vittima della giustizia») ai ragazzotti di “Roma Nord” che intonano «Camicia nera», e inneggiano al manganello. Un corteo “balcanizzato”, perfetta sintesi del Pdl, tenuto insieme solo dal culto del Capo. Culto non sembra coinvolgere più di tanto il signor Annibale Tritoni, leghista dell’appennino modenese, l’unico col vessillo del Carroccio, che dice: «Siamo alleati e sosteniamo il presidente, ma sulle liste hanno fatto una stupidata, Bossi non avrebbe mai fatto un errore del genere...».

L’Umberto però non è mancato all’appello del Berlusconi day: arriva sul palco, Silvio lo fa intrufolare dentro il suo comizio che diventa per alcuni minuti una cosa a due, pacche, aneddoti, amicizia ribadita. «Io e Silvio siamo diventati amici quando lui in Europa si è rifiutato di firmare quella roba della famiglia trasversale...». E Silvio, 23 milioni e rotti di reddito l’anno scorso, sfida il ridicolo: «Umberto è uno come noi, del popolo, lontano dai salotti chic». E Il Senatur lancia un’altra delle sue frasi a doppia lama: «Io sono uno dei pochi che a Berlusconi non gli mai chiesto un aiuto o una lira...». E poi via in coppia a vantarsi all’unisono di «aver fermato l’immigrazione clandestina», «la sinistra vuole far votare gli immigrati perché i lavoratori italiani non li votano più», dice il leader leghista e il premier si inerpica: «Volevano sostituire i voti dei lavoratori con quelli del proletariato esterno».

Finito il comizio, un’ora scarsa di auto elogi conditi dalla surreale affermazione «Sconfiggeremo anche il cancro», arriva l’ultimo siparietto, con i 13 candidati governatori che Silvio raccomanda alla piazza con il consumato stile da piazzista: «La Fiammetta Modena (Umbria, ndr) è avvocato in uno studio molto conosciuto», «Caldoro è magico e trasperente», «Roberto Cota lo amo in una maniera straordinaria...», «Scopelliti lo vedete è stato gicoatore di pallacanestro», «Monica Faenzi (Toscana) tosta, tostissima, diede del filo da torcere a Prodi», «Sandro Biasotti (Liguria) è un lavoratore straordinario». E Formigoni? «C’è un certo Roberto, lo conoscete?», ironizza il Capo. Tutti vicenti, giura Berlusconi, tranne il pugliese Rocco Palese, «la sua è una battaglia difficile, ma andrò a dargli una mano...». Dulcis in fundo, la Renata Polverini, star di un corteo che strapazza la Bonino e la coccola assai («Droga, aborto, eutanasia: Emma Bonino vattene via», tanto per stare sul filone dell’amore). La Polverini, si diceva, che Silvio racconta così: «Ha perso il padre a due anni, ha fatto lavorti umilissimi, poi la centralinista, poi il capoufficio, e poi su, su...». Tutti insieme sul palco, Silvio e i governatori, in fondo Formigoni con lo sguardo stralunato e la bandiera del Pdl in mano che sventola come un metronomo, a leggere in coro il giuramento, il «patto per l’Italia», la liturgia preparata dal “presidente- Pontefice”, che invita i suoi fans a essere «missionari di verità» e annuncia:«Realizzeremo la religione della libertà».

«Di fronte a questo popolo prendiamo il solenne impegno a rispettare tutti i punti del patto per l’Italia», recitano i candidati-governatori che, alla faccia del federalismo, mentre Bossi vaga per il palco alzando il pugno al cielo, si impegnano a realizzare un programma comune fatto di piano casa, meno leggi, dimezzamento delle liste di attesa per la sanità e «messa a dimora di 100 milioni di alberi». «Il nostro cuore è capace di contenervi tutti», chiude Silvio rivolto alla piazza in adorazione, dopo averli intrattenuti con una sfilza di domande tipo liturgia del battesimo, “Rinunci a Satana?” “Credi in Gesù Cristo?”.

La versione di San Silvio è solo leggermente modificata. «Volete il ritorno di una sinistra che rimetterà l’Ici? Di una sinistra che tasserà anche le case più piccole? Che imporrebbe uno stato di polizia tributaria? Che vi spierebbe anche in casa con le intercettazioni?». «Noooo», grida la folla. «Vedo che avete studiato bene la lezione» si compiace il Capo. Che li incalza: «Volete il buon governo del Pdl nelle regioni?». (Un sì timidino, tanto che a Silvio tocca rifare la domanda), «Volete dimezzare le liste di attesa per la sanità?», «Volete poter aprire un’impresa in un giorno?», «Volete più piste ciclabili?». «Ci prendiamo la scena non contro qualcuno», aveva esordito il premier, immerso nell’amore per il suo popolo accorso numeroso.

Dopo pochi istanti è subito precipitato nell’insulto all’«opposizione che non è seria, non ha senso dello Stato», la sinistra che con i «giudici politicizzati» inventa inchieste come quella di Trani, fa bloccare le liste Pdl e via dicendo. Resta in mente di questa giornata l’Alemanno infervorato che annuncia l’arrivo del Capo con toni messianici, Demo Morselli che intrattiene la piazza con un repertorio da «I Will Survive» a Loredana Bertè, La Russa che lo ringrazia «Grazie a Denis Morselli», scambiato evidentemente per il collega Verdini. E lo sguardo triste della finiana Flavia Perina, che guarda la piazza da sotto il palco e capisce che sì, anche stavolta Gianfranco dovrà attendere. «Siamo un milione», grida Verdini dal palco, tra una canzone e l’altra. Non è vero (la questura dice 150mila), ma la base ama sempre uno solo, San Silvio. E per oggi, forse, al premier può bastare.

21 marzo 2010

giovedì 18 marzo 2010

Italianistan...

Salve,
sono un cittadino dell'Italianistan

Vivo a Milano DUE in un palazzo costruito dal PRESIDENTE DEL CONSIGLIO.
Lavoro a Milano in una azienda di cui è mero azionista il Presidente
del Consiglio. Anche l'assicurazione dell'auto con cui mi reco a lavoro
è del Presidente del Consiglio, come del Presidente del Consiglio è
l'assicurazione che gestisce la mia previdenza integrativa.

Mi fermo tutte le mattine a comprare il giornale, di cui è
proprietario il Presidente del Consiglio

Quando devo andare in banca, vado in quella del Presidente del Consiglio.

Al pomeriggio, esco dal lavoro e vado a far spesa in un ipermercato del
Presidente del Consiglio, dove compro prodotti realizzati da aziende
partecipate dal Presidente del Consiglio.

Alla sera, se decido di andare al cinema, vado in una sala del
circuito di proprietà del Presidente del Consiglio e guardo un film
prodotto e distribuito da una società del Presidente del Consiglio (questi film
godono anche di finanziamenti pubblici elargiti dal governo presieduto dal
Presidente del Consiglio).

Se invece la sera rimango a casa, spesso guardo la TV del Presidente
del Consiglio,con decoder prodotto da società del Presidente del
Consiglio, dove i film realizzati da società del Presidente del
Consiglio sono continuamente interrotti da spot realizzati
dall'agenzia pubblicitaria del Presidente del Consiglio.

Soprattutto guardo i risultati delle partite, perché faccio il tifo
per la squadra di cui il Presidente del Consiglio è proprietario.

Quando non guardo la TV del Presidente del Consiglio, guardo la RAI,
i cui dirigenti sono stati nominati dai parlamentari che il Presidente
del Consiglio ha fatto eleggere. Allora mi stufo e vado a navigare un pò in
internet, con provider del Presidente del Consiglio.

Se però non ho proprio voglia di TV o di navigare in internet, leggo un
libro, la cui casa editrice è di proprietà del Presidente del Consiglio.

Naturalmente, come in tutti i paesi democratici e liberali, anche in
Italianistan è il Presidente del Consiglio che predispone le leggi che
vengono approvate da un Parlamento dove molti dei deputati della
maggioranza sono dipendenti ed avvocati del Presidente del Consiglio,
che governa nel mio esclusivo interesse!!!!!!!!!!!!!



Per fortuna!



PS.: Tutte le persone che ricevono la presente comunicazione hanno
l'obbligo civile e morale di trasmetterla ad almeno altre cinque persone.
Non sia mai che qualcuno lo votasse di nuovo.

Ho ricevuto questa e-mail stamattina e presumo che molti di voi l'abbiano ricevuta...

cosa c'e' da dire?

Nulla!!!



lunedì 15 marzo 2010

L'Italia e il lavoro.

A lavorare in Italia ormai sono rimasti in pochissimi, e riescono a lavorare soltanto coloro che sono efficientissimi dipendenti-servi di Berlusconi.

Dubitiamo che il povero Innocenzi possa mantenere a lungo il suo posto... un altro prossimo disoccupato che andrà ad aggiungersi alla già multi-milionaria lista di senza lavoro.



(da Repubblica.it)

I verbali. Il Cavaliere all'Agcom dopo Scalfari e Mauro dalla Dandini
Innocenzi si sfoga con Gorla, del cda Rai: "Il capo è incazzatissimo"

"Basta con i giornalisti nemici
non li voglio più vedere in tv"

Nei faldoni 110 telefonate utili ai fini dell'indagine: in 18 parla Berlusconidal nostro inviato FRANCESCO VIVIANO


"Basta con i giornalisti nemici non li voglio più vedere in tv"

Giancarlo Innocenzi

TRANI - Novembre del 2009. Qualche giorno prima, il 27 ottobre, il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, è stato ospite di Serena Dandini nella sua trasmissione Parla con me. Il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, non ha visto la trasmissione. Ma un suo collaboratore gli ha raccontato che Mauro, così come qualche giorno prima aveva fatto il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari, non avevano lesinato critiche nei suoi confronti. Berlusconi è su tutte le furie. È arrabbiatissimo. E, come sempre quando non gli piace cosa passa la Rai, chiama il commissario dell'Agcom, Giancarlo Innocenzi. I toni non sono esattamente garbati: il Presidente del consiglio parla al responsabile dell'Autorità garante come fosse un suo dipendente. Gli dice di non avere "dignità", gli consiglia "di dimettersi" se non è in grado di svolgere il lavoro per il quale viene pagato. Lo accusa di non riuscire a "difenderlo" abbastanza, come invece dovrebbe fare. Anche perché - gli ricorda il premier - è stato lui ad averlo "messo in quel posto!". Berlusconi è furibondo, Innocenzi prova inutilmente a parlare, a difendersi: "Ma insomma: prima Ezio Mauro. Poi Eugenio Scalfari. Ma dove siamo? Mi attaccano, parlano male di me dai canali della televisione pubblica. Ma ti pare una cosa possibile? Come si può fare per far intervenire l'Agcom su una vicenda come questa?" e giù altri giudizi sulla inadeguatezza al ruolo che ricopre del commissario di Agcom.
Innocenzi tenta di giustificarsi in tutte le maniera, sostiene che può fare molto poco, giura al presidente del consiglio di non aver potuto "bloccare" quella trasmissione perché è troppo complesso, troppo difficile.

Berlusconi però insiste, è un martello pneumatico. Il premier ha dichiarato guerra ai giornalisti "nemici" e fa capire di non volerli vedere in tivù. Alla fine lo stesso Innocenzi è costretto ad ammettere: "Hai ragione, ci vuole almeno un contraddittorio... ", come volesse stravolgere il format di una trasmissione di successo qual è quella della Dandini. La Procura vuole ora capire se a questa telefonata ci sia stato poi un seguito, se Innocenzi abbia in qualche modo intimorito gli autori della trasmissione di Rai 3. Per questo, probabilmente, nei prossimi giorni sarà interrogata la conduttrice o comunque qualche responsabile del programma. Mentre la conversazione è stata inserita tra quelle che la procura di Trani sostiene possano essere penalmente rilevanti. Sono un centinaio all'incirca, in 18 delle quali parlerebbe direttamente il presidente del consiglio, Berlusconi. In 13 occasioni il premier è a colloquio con Innocenzi, in 5 invece parla con il direttore del Tg1, Augusto Minzolini. Anzi il "direttorissimo" come lo chiama Berlusconi per telefono.

Come testimonia la telefonata sulla presenza del direttore e del fondatore di Repubblica dalla Dandini, Berlusconi con Innocenzi è durissimo. Lo accusa di essere una "barzelletta", contesta all'infinito l'immobilismo di Agcom davanti a quella che - secondo lui - sarebbe una strategia del servizio pubblico per screditarlo davanti agli occhi degli italiani. "Ma la stai guardando la trasmissione? - urla Berlusconi a Innocenzi mentre in onda sta andando una puntata di Annozero sulla richiesta di arresto per Nicola Cosentino - È una cosa oscena! Adesso bisogna concertare una vostra azione che sia di stimolo alla Rai per dire: adesso basta, chiudiamo tutto!". Attacca il nemico Di Pietro ("non si può vedere con quella faccia in televisione"), racconta di aver protestato direttamente con il presidente dell'Authority, Corrado Calabrò.

Berlusconi vuole fermare Annozero e Michele Santoro. E consiglia a Innocenzi cosa fare, come nel caso della lettera da inviare a Michele Santoro paventando una maxi querela. Innocenzi sembra assecondare il premier anche se i fatti dimostreranno possa fare molto poco. Quando chiude però il telefono, spesso si sfoga. Parlando con un componente del Cda della Rai, Alessio Gorla, per esempio ammette che "il capo", cioè il presidente del consiglio Berlusconi, "sta incazzato come una biscia", anzi è "idrofobo". Innocenzi è stremato dalle pressioni autorevoli di Berlusconi tanto che, parlando con un amico, si sfoga: "Da Santoro - dice - stanno per esplodere le bombe atomiche. C'è Berlusconi che i manda a fare in c... ogni tre ore".

domenica 14 marzo 2010

"Non voglio piu' vedere Di Pietro in RAI!" - "Agli ordini Maestà!!!"


E a Trani intanto mandano i picchiatori con l'olio di ricino e il manganello per intimidire i Magistrati che conducono l'inchiesta.


(Dal Corriere.it)

E MAGISTRIS: «INTIMIDAZIONE DAL MINISTRO ALFANO»

Di Pietro: «Berlusconi mi teme»

Il leader idv commenta le notizie sull'inchiesta di Trani: «Attentato politico a democrazia grosso come una casa»

DE MAGISTRIS: «INTIMIDAZIONE DAL MINISTRO ALFANO»

Di Pietro: «Berlusconi mi teme»

Il leader idv commenta le notizie sull'inchiesta di Trani: «Attentato politico a democrazia grosso come una casa»

Di Pietro (Ansa)
Di Pietro (Ansa)
TORINO - «È comprensibile che Berlusconi mi tema perché vede in me e nell'Italia dei Valori una spina nel fianco». Antonio Di Pietro commenta così le presunte affermazioni nei suoi confronti del presidente del Consiglio Berlusconi intercettate nell'inchiesta di Trani («Non voglio più vedere Antonio Di Pietro in tv»). «Per anni - sostiene l'ex magistrato nel corso di un incontro elettorale in provincia di Torino - siamo stati l'unica opposizione chiara nei contenuti e determinata nell'azione. Finalmente, come ha dimostrato la manifestazione a Roma, anche i cittadini e gli altri partiti politici hanno capito che prima ci liberiamo del nefasto Berlusconi prima possiamo parlare di economia, di lavoro, di tutela dell'ambiente e del territorio».

«ATTENTATO ALLA DEMOCRAZIA» - La vicenda che sta emergendo dall'inchiesta di Trani, afferma Di Pietro, «è un attentato politico alla democrazia grosso come una casa». «Il presidente del Consiglio - osserva l'ex magistrato di Mani Pulite - non solo non vuole farsi criticare, ma si attiva anche perché venga zittita la voce dell'opposizione». Quanto all'invio degli ispettori alla procura di Trani, annunciato dal ministro Alfano, Di Pietro è categorico: «Mi pare che sia prematuro parlare di questo, così come di eventuali competenze territoriali. Si stanno accertando dei fatti penalmente rilevanti, bisogna aspettare che venga completato l'esito delle indagini».

DE MAGISTRIS: INTIMIDAZIONE - L'Idv accusa il governo di voler bloccare l'inchiesta su Rai e Agcom. «La decisione del ministro della Giustizia Alfano di inviare gli ispettori è una vera e propria intimidazione nei confronti della magistratura, che avviene quando sono ancora in corso indagini delicate che riguardano anche il presidente del Consiglio - attacca l’eurodeputato Luigi de Magistris -. La procura di Trani ha il diritto di lavorare in piena autonomia e indipendenza, come sancito dalla Costituzione. Purtroppo, assistiamo all'ennesima pesante e gravissima invasione di campo da parte di un esecutivo che, progressivamente, sta tentando di fagocitare la magistratura».


mercoledì 10 marzo 2010

Figli di operai siete solo dei merdosi!!! Come avete osato alzare la testa?

Io poi non ne parliamo....
sono anche peggio.
Figlio di contadino...
Che schifo!!!
Come posso mai sperare di competere con la merda profumata di lor signori?

Come si vota? Come vi pare, anche stando seduti comodamente a casa vostra.

Ci penserà il nostro Premier a raccogliere i consensi tramite un sondaggio che sara' affidato ad Emilio Fede e verificato da Augusto Minzolini.

I ministri Gasparre e La Russa controlleranno che le operazioni del sondaggio saranno effettuate regolarmente.

Comunque eccovi un filmato esplicativo su come si vota:




Oppure se non riuscite a vederlo andate qui:

http://video.unita.it/media/Politica/Regionali_la_parodia_su_come_si_vota_939.html





e altri video ancora...
Comunque aspettiamoci come minimo altre 20-30 versioni dell'intera vicenda, come per il caso delle puttane minorenni...

Scommetiamo che nei prossimi aggiustamenti della versione dei fatti la colpa sara' degli altri?

Intanto guardiamoci questa versione: