sabato 27 febbraio 2010

Democrazia atea: un partito o un movimento di idee?



Carla Corsetti: Trasferire l’impegno dal filosofico al politico di Democrazia Atea

Roma - «Democrazia Atea» sottolinea in una nota Carla Corsetti, Segretario Nazionale del partito politico dei demoatei www.democrazia-atea.it «riconosce alla UAAR, Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, il grande merito di costituire in Italia il punto di riferimento filosofico più importante dell’ateismo e dell’agnosticismo. Quando per l’UAAR è sopraggiunto il riconoscimento di Associazione di promozione sociale, abbiamo esultato per il raggiungimento di un traguardo insperato fino a qualche anno prima. Le battaglie condotte dall’UAAR sullo sbattezzo, sulla esposizione dei crocifissi nelle scuole, sull’eutanasia, sul testamento biologico e sulle cellule staminali, resteranno pagine indelebili nella storia del nostro Paese. Tuttavia le istanze di laicità ogni giorno più disattese» continua Carla Corsetti, «hanno bisogno di una svolta cruciale. Democrazia Atea ha interpretato questa esigenza ovvero quella di trasferire l’impegno dal piano filosofico al piano politico e istituzionale, mantenendo pur sempre tra i due piani, una imprescindibile complementarietà».







...

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venerdì 26 febbraio 2010

Raccogliamo fondi per ripagare Berlusconi della mancata Giustizia.

250 mila euro che noi italiani, oltre quelli che gli ha già concessi la Cassazione, abbiamo deciso di riconoscergli come giusta ricompensa per averlo tenuto sotto i gravami giudiziari per oltre 10 anni.

E così a colui che ha fondato il partito dell'amore glielo ritorniamo con tutta la nostra riconoscenza e il nostro affetto.

Fatti quattro conticini ed escludendo i soliti comunisti che lo odiano e coloro che già lo amano di amore viscerale e che a lui hanno consacrato ben altri valori, etici, morali e non; tenendo conto dell'inflazione, della povertà diffusa e del calo delle nascite abbiamo calcolato in 25 milioni gli italiani onesti e riconoscenti che aderiranno a questa iniziativa e di conseguenza il gravame economico per ciascuno di noi ammonta alla considerevole cifra di:

Un centesimo di euro.

0,01 Euro















Non saranno accettati tagli maggiori


anche perché vorremmo consegnarglieli personalmente insieme ad una nutrita rappresentanza (20 - 22 milioni di persone) e, come Lui ci ha insegnato, lo faremo con tanto di clacque e con banda musicale e strombazzatori al seguito.

E
I TRE TIR
che seguendo il corteo trasporteranno per le vie di Roma tutte le sudate monetine pari a 57 tonnellate di metallo che poi faremo risuonare tintinnante per le sale di Palazzo Grazioli.

Non inviate denaro.
Non fate raccolte non autorizzate.
Le modalità del "deposito sui TIR" vi saranno comunicate successivamente.

Segnalateci solo la vostra adesione, e al massimo, se un vostro amico, parente, figlio/figlia, amico, coniuge, amante, conoscente, pur manifestando la sua adesione all'iniziativa sara' impossibilitato a venire siete autorizzati a portare con voi la sua sudatissima monetina che vi farete consegnare dalle sue proprie mani, possibilmente in presenza di testimoni; una e solo una monetina impregnata del suo sudore, (più sudata è e meglio Lui l'apprezzerà).

(da Repubblica.it)

La prova delle menzogne

di GIUSEPPE D'AVANZO


La prova delle menzogne

David Mills

DAVID MILLS è stato corrotto. È quel che conta anche se la manipolazione delle norme sulla prescrizione, che Berlusconi si è affatturato a partita in corso, lo salva dalla condanna e lo obbliga soltanto a risarcire il danno per il pregiudizio arrecato all'immagine dello Stato. Questa è la sentenza delle Sezioni unite della Cassazione. Per comprenderla bisogna sapere che la corruzione è un reato "a concorso necessario": se Mills è corrotto, il presidente del Consiglio è il corruttore.

Per apprezzare la decisione, si deve ricordare che cosa ha detto, nel corso del tempo, Silvio Berlusconi di David Mills e di All Iberian, l'arcipelago di società off-shore creato dall'avvocato inglese. "Ho dichiarato pubblicamente, nella mia qualità di leader politico responsabile quindi di fronte agli elettori, che di questa All Iberian non conosco neppure l'esistenza. Sfido chiunque a dimostrare il contrario" (Ansa, 23 novembre 1999). "Non conosco David Mills, lo giuro sui miei cinque figli. Se fosse vero, mi ritirerei dalla vita politica, lascerei l'Italia" (Ansa, 20 giugno 2008). Bisogna cominciare dalle parole - e dagli impegni pubblici - del capo del governo per intendere il significato della sentenza della Cassazione.

Perché l'interesse pubblico della decisione non è soltanto nella forma giuridica che qualifica gli atti, ma nei fatti che convalida; nella responsabilità che svela; nell'obbligo che oggi incombe sul presidente del Consiglio, se fosse un uomo che tiene fede alle sue promesse.

Dunque, Berlusconi ha conosciuto Mills e, come il processo ha dimostrato e la Cassazione ha confermato (il fatto sussiste e il reato c'è stato), All Iberian è stata sempre nella sua disponibilità. Sono i due punti fermi e fattuali della sentenza (altro è l'aspetto formale, come si è detto). Da oggi, quindi, il capitolo più importante della storia del presidente del consiglio lo si può raccontare così. Con il coinvolgimento "diretto e personale" del Cavaliere, David Mills dà vita alle "64 società estere offshore del group B very discreet della Fininvest". Le gestisce per conto e nell'interesse di Berlusconi e, in due occasioni (processi a Craxi e alle "fiamme gialle" corrotte), Mills mente in aula per tener lontano il Cavaliere da quella galassia di cui l'avvocato inglese si attribuisce la paternità ricevendone in cambio "somme di denaro, estranee alle sue parcelle professionali" che lo ricompensano della testimonianza truccata.

Questa conclusione rivela fatti decisivi: chi è Berlusconi; quali sono i suoi metodi; che cosa è stato nascosto dalla testimonianza alterata dell'avvocato inglese. Si comprende definitivamente come è nato, e con quali pratiche, l'impero del Biscione; con quali menzogne Berlusconi ha avvelenato il Paese.

Torniamo agli eventi che oggi la Cassazione autentica. Le società offshore che per brevità chiamiamo All Iberian sono state uno strumento voluto e adoperato dal Cavaliere, il canale oscuro del suo successo e della sua avventura imprenditoriale. Anche qui bisogna rianimare qualche ricordo. Lungo i sentieri del "group B very discreet della Fininvest" transitano quasi mille miliardi di lire di fondi neri; i 21 miliardi che ricompensano Bettino Craxi per l'approvazione della legge Mammì; i 91 miliardi (trasformati in Cct) destinati non si sa a chi mentre, in parlamento, è in discussione la legge Mammì. In quelle società è occultata la proprietà abusiva di Tele+ (viola le norme antitrust italiane, per nasconderla furono corrotte le "fiamme gialle"); il controllo illegale dell'86 per cento di Telecinco (in disprezzo delle leggi spagnole); l'acquisto fittizio di azioni per conto del tycoon Leo Kirch contrario alle leggi antitrust tedesche. Da quelle società si muovono le risorse destinate poi da Cesare Previti alla corruzione dei giudici di Roma (assicurano al Cavaliere il controllo della Mondadori); gli acquisti di pacchetti azionari che, in violazione delle regole di mercato, favoriscono le scalate a Standa e Rinascente. Dunque, l'atto conclusivo del processo Mills documenta che, al fondo della fortuna del premier, ci sono evasione fiscale e bilanci taroccati, c'è la corruzione della politica, delle burocrazie della sicurezza, di giudici e testimoni; la manipolazione delle leggi che regolano il mercato e il risparmio in Italia e in Europa.

La sentenza conferma non solo che Berlusconi è stato il corruttore di Mills, ma che la sua imprenditorialità, l'efficienza, la mitologia dell'homo faber, l'intero corpo mistico dell'ideologia berlusconiana ha il suo fondamento nel malaffare, nell'illegalità, nel pozzo nero della corruzione della Prima Repubblica, di cui egli è il figlio più longevo.

E' la connessione con il peggiore passato della nostra storia recente che, durante gli interminabili dibattimenti del processo Mills, il capo del governo deve recidere. La radice del suo magnificato talento non può allungarsi in quel fondo fangoso perché, nell'ideologia del premier, è il suo trionfo personale che gli assegna il diritto di governare il Paese. Le sue ricchezze sono la garanzia del patto con gli elettori e dell'infallibilità della sua politica; il canone ineliminabile della "società dell'incanto" che lo beatifica. Per scavare un solco tra sé e il suo passato e farsi alfiere credibile e antipolitico del nuovo, deve allontanare da sé l'ombra di quell'avvocato inglese, il peso di All Iberian. È la scommessa che Berlusconi decide di giocare in pubblico. Così intreccia in un unico nodo il suo futuro di leader politico, responsabile di fronte agli elettori, e il suo passato di imprenditore di successo. Se quel passato risulta opaco perché legato a All Iberian, di cui non conosce l'esistenza, o di David Mills, che non ha mai incontrato, egli è disposto a lasciare la politica e addirittura il Paese. Oggi dovrebbe farlo davvero perché la decisione della Cassazione conferma che ha corrotto Mills (lo conosceva) per nascondere il dominio diretto su quella macchina d'illegalità e abusi che è stata All Iberian (la governava). Il capo del governo non lo farà, naturalmente, aggrappandosi come un naufrago al legno della prescrizione che egli stesso si è approvato. Non lascerà l'Italia, ma l'affliggerà con nuove leggi ad personam (processo breve, legittimo impedimento), utili forse a metterlo al sicuro da una sentenza, ma non dal giudizio degli italiani che da oggi potranno giudicarlo corruttore, bugiardo, spergiuro anche quando fa voto della "testa dei suoi figli".

Quanto sopra si trova al seguente link nel sito di Repubblica:

http://www.repubblica.it/politica/2010/02/26/news/prova_menzogne-2433189/

mercoledì 24 febbraio 2010

Lettera di Stefano a De Magistris

Ho seguito il dibattito da Santoro…


Purtroppo è peggio di quanto fin qui intuito:

la cultura dei soldi ha preso il sopravvento sulla cultura del lavoro: Berlusconi rappresenta esattamente il modello che la maggioranza degli italiani aspira ad essere o (magari in piccolo) è. La sua cialtroneria risponde allo stile di vita di chi, dai videopoker ai quiz televisivi, dall’abuso edilizio alla panchina spaccata a calci, non ha etica professionale, sociale e, meno che mai, l’onestà e il rispetto degli altri come valori fondamentali della vita.

La rinuncia alle ideologie ed a valori storici della sinistra, conseguente e scatenante l’invasione di soggetti spregiudicati e collusi con le mafie, ma bravi portatori di voti di scambio, rende necessario, per chi vuole fare politica onestamente, l’abbandono (finalmente) dei partiti “storici” al loro destino.

I leaders politici vengono consacrati dalla tv… la scelta è funzionale al potere: Berlusconi è attivo e passivo. È una logica ereditata dagli USA, ma da noi aggravata dalla mancanza di coscienza del diritto dei cittadini che in America è, invece, ben radicata e pone paletti insormontabili, anche per i Presidenti. Mediaticamente le regole (e soprattutto la dinamica) sono simili a quelle del poker: chi sa bleffare e chi ha più soldi vince. Polli eccellenti?..: Bertinotti vale per tutti.

Berlusconi compra tutto. Quello che non riesce a comprare viene svuotato di valori, ridicolizzato o “virtualizzato”: l’amore, l’amicizia, l’onestà, ecc. diventano argomenti esaltanti solo nelle fiction, nei salotti televisivi, ma sempre al pari dei loro contrari. Interesse personale , spregiudicatezza negli affari e nelle relazioni, spirito da puttaniere, furbizia e soldi risultano alla fine vincenti e si beffano di etica, giustizia e educazione civica. Strategie di marketing e persuasioni occulte applicate alla cultura, ai significati ed alla politica: scandalose foto in una quotidiana parata di culi; drogati di serie A, B e C sputtanati o perdonati; giudici, imputati, vittime e assassini, tutti nello stesso calderone, negli stessi partiti. E la gente compra e vota per vincere facendo vincere qualcuno, o meglio, puntando sul vincente. Cosa si vince?... la vittoria. L’alternativa è essere “perdenti”. Anni fa questo termine non esisteva.

In questo clima tutto diventa giustificabile. Il furto o l’appropriazione indebita, il millantatore e il porco. La ventata di omissioni che per anni hanno coperto mazzette, tangenti e assunzioni pilotate è ben più colpevole dei colpevoli. Un sistema dove, come a poker, se vuoi realizzare i tuoi sogni, devi accettare regole e giocatori. Conosco tante persone per bene costrette ad accettare queste regole per poter accedere a un finanziamento, ad un posto di lavoro, al riconoscimento di un’invalidità, ecc.

… E non devi sputare nel piatto dove mangi.

Ho vissuto in prima persona, in tante occasioni, il mortificante avvilimento di valori così solidi nella mia famiglia e così ridicoli e inutili nei rapporti con gli enti pubblici.


Che fare?


Individuare forme di movimento che rimettano al centro delle rivendicazioni

il rispetto per l’altro

Il riconoscimento delle capacità produttive e creative a prescindere dal loro valore di mercato

Il diritto alla dignità, cioè ad un lavoro, ad una casa, alla salute ed all’istruzione.


Immagino un comitato civico nazionale contro il degrado dei valori. Una struttura con possibilità di controllo e denuncia, con possibilità di costituzione in giudizio e di rappresentatività sul territorio.

Un manifesto costitutivo che delinei finalità di partecipazione e controllo sulla gestione della pubblica amministrazione da parte di cittadini “per bene”.


Berlusconi dice che la magistratura ce l’ha con lui. In effetti, sembra quasi che i magistrati agiscano in nome proprio. L’unico modo per riaffermare il senso (ovviamente penso che la magistratura non l’abbia mai perso) dell’azione legale nei confronti di chi ci governa (e penso a maggioranza e opposizione) è quello di svincolare i soggetti dall’insieme istituzionale con denunce precise, da parte di cittadini liberi, di chi amministra nel malaffare.

Ecco… anche sulla crisi, il controllo dei cittadini liberi sui bilanci societari, sui finanziamenti e le agevolazioni, sulle violazioni del diritto al lavoro e sull’ecosostenibilità delle produzioni.

E, ancora, sul territorio, perseguendo quelli che dovevano badare che quella panchina non fosse presa a calci o che le ville a Ischia non fossero costruite.

I valori della vita: riportare senno negli atteggiamenti sociali, nei consumi, sia in senso di qualità che di salute, nell’educazione civica.

La dignità e il senso di umanità è in ognuno di noi. Tutto sta a svegliare da questo torpore gli italiani. Credo che esista una via di ricongiunzione di persone “per bene” e libere (dalle guerra per le poltrone e da interessi personali) per queste finalità. Ed è una linea trasversale alla società ed ai partiti.

Riuscire ad immaginare un mondo diverso è l’unica possibilità di vincere il male.

È possibile parlarne senza pregiudizi? È possibile essere finalmente veri nella politica? Esistono persone disponibili a fare “il partito” e basta? Credo di sì.

Io sono disponibile. Ciao.


Napoli, 5 febbraio 2010

Stefano

sabato 20 febbraio 2010

Poche parole. Musica, poesia... e tristezza.

Non so nemmeno di chi è, né chi l'ha scritta.

Ho lasciato un messaggio al mio amico Stefano che me l'ha proposta (e che mi ha invitato ad andarla a sentire nel suo blog), ma conoscendo le sue doti musicali, penso ci sia il suo zampino.
Sarò più preciso appena mi risponderà.

Intant
o godetevela...

Superate i primi momenti di "rumori" incomprensibili e guardate (e ascoltate) cosa verrà dopo:




Quanto sopra (e altro) lo potete trovare al seguente indirizzo:

http://blog.libero.it/Lupo57eStregaBlu/

venerdì 19 febbraio 2010

Perché scrivo poco? Perché all'opposizione abbiamo degli addormentati

Ora dico io, nei batti ribatti, nelle discussioni, nella guerra degli slogans, che cazzo ci vuole a controbattere usando un linguaggio meno "politichese", più terra terra? Un linguaggio di quelli che la gente capisce al volo senza farsi tante seghe mentali, e andare dritto al problema invece di aggirare cumuli di sabbia e sollevare inutili polveroni?

A Bertolaso che accusa Bersani di non esserci mai stato durante le catastrofi Bersani bene ha fatto a pubblicare le foto dell'alluvione a Firenze mentre spalava fango... ma perché non completare il concetto, QUEL CONCETTO con poche parole magiche che avrebbero fatto riflettere una intera nazione?

Quali sono queste poche parole magiche?

eccole:

"... e dopo aver spalato fango e melma noi non andavamo in una clinica privata -tutto pagato- a farci massaggiare i dolorini del cazzo e al cazzo da avvenenti puttane o puttanelle di lusso magari fatte arrivare apposta con voli di Stato..."

Sarebbe uno scendere al loro livello dite?
Puo' darsi, ma il livello di merda al quale siamo arrivati e' talmente infimo che la gente sente e capisce solo quello...

Riserviamo le nostre frasi e i nostri comportamenti signorili con chi si comporta da Signore, non con i delinquenti (presunti o veri che siano) che si autoproteggono e si autosostengono anziché affrontare il giudizio DELLE LEGGI!!!

(da La Stampa.it)

Bersani che spala fango: ecco le foto "contro" Bertolaso


Pier Luigi Bersani risponde con le fotografie postate su Facebook e Flickr alle battute polemiche del sottosegretario Guido Bertolaso nei suoi confronti («se c'è un terremoto chi spala? Bersani?).

Sul suo profilo del segretario Pd sono riportate quattro foto del 1966, quando Bersani si recò come volontario a Firenze dopo l'alluvione del novembre. In una si vede l'attuale segretario del Pd proprio mentre è intento a spalare, e più precisamente mentre scarica una carriola; in altre foto Bersani è ritratto assieme ad altrettanti gruppi di giovani volontari, quelli che all'epoca vennero definiti "gli angeli del fango".

«A Bertolaso consiglierei un po' più di umiltà - ha detto Bersani al termine dei lavori d'aula alla Camera - meno arroganza e di volare un pò più basso, perchè con me capita male: io a quindici anni spalavo a Firenze, non so lui cosa facesse. Quindi - ha concluso - cerchiamo di volare un pò più basso».


Le altre foto su:

http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?p=1&pm=1&IDmsezione=9&IDalbum=24334&tipo=FOTOGALLERY#mpos

sabato 6 febbraio 2010

Quando uno stato criminale protegge degli assassini...

Un tempo quando ci parlavano di torture nelle carceri e di maltrattamenti e di uccisioni senza processi, si riferivano sempre a Paesi lontani, robe da terzo mondo, dove giustizia e crimine erano sinonimi e dove la civiltà aveva lasciato posto e abdicato alla barbarie da bestie immonde e dove l'unica legge era quella della Jungla.

Oggi grazie a Dio anche noi in Italia possiamo vantarci di avere raggiunto quell'invidiabile stadio evolutivo dove pochi cani rognosi fanno giustizia sommaria con la piena consapevolezza e la piena certezza di passarsela liscia grazie a uno stato, che li protegge e li coccola... che li esalta e li onora, che li mantiene e li sostiene, che li incoraggia e li celebra!!!
(Tanto se poi si dirà che si e' trattato di "suicidi", chi potrebbe mai smentirli?).


72 morti in carcere nel solo 2009.



(da www.l'Unita'.it)

Cucchi/ L'ultima lettera di Stefano, la sorella: cercava aiuto

Roma, 6 feb. (Apcom) - "Caro Francesco sono al Sandro Pertini, in stato d'arresto. Scusa se stasera sono di poche parole ma sono giù di morale e posso muovermi poco. Volevo sapere se potevi fare qualcosa per me. Adesso ti saluto, a te e agli altri operatori. Ps per favore rispondimi", è questa la lettera scritta il giorno prima di morire da Stefano Cucchi, deceduto nel reparto protetto del Pertini il 22 ottobre scorso dopo una settimana dal suo arresto. Una lettera misteriosamente scomparsa dagli effetti personali del geometra 31enne e altrettanto misteriosamente riapparsa. Ora è pubblica, ed è stata anche letta al Tg1. "La lettera - spiega Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, al telefono con Apcom - dimostra che a dispetto di quello che si diceva Stefano non si era chiuso in volontario autoisolamento, ma anzi cercava aiuto e nella lettera chiede aiuto espressamente. La parte più importante è quella finale 'per favore rispondimi' : qui si capisce bene il suo stato d'animo, non era lui a volersi isolare, ma sentiva di essere stato isolato. Aveva paura di non essere ascoltato, sentito". Mentre lui "cercava di comunicare invece con l'esterno".

La lettera è stata scritta, secondo la testimonianza di una vicesovrintendente del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria il 21 ottobre, la sera prima della morte del giovane, anche se riporta nel testo - precisa Ilaria - la data del 20 ottobre. Il destinatario è Francesc,o uno degli operatori del Ceis, il centro di recupero dove Stefano voleva tornare. "Forse si sentiva abbandonato da noi - aggiunge Ilaria - dalla famiglia, perché non sapeva che invece tutti i giorni i miei genitori erano fuori dal Pertini per sapere di lui, avere sue notizie, chiedendo di parlare con lui. Nessuno glielo ha detto. Dalle parole che scrive si sente che invece si sentiva abbandonato e solo. Aveva paura che nessuno potesse ascoltarlo. Si sentiva messo in isolamento, ma non era lui a volersi isolare".

Un altro punto da sottolineare per Ilaria è il destino di questa lettera: è stata scritta ma Stefano non ha fatto in tempo a consegnarla per spedirla, era negli effetti personali contenuti nella scatola che il Pertini, così come riferisce il verbale dell'ospedale, ha consegnato al Regina Coeli, ma è poi sparita e non c'era nella scatola che la famiglia ha ritirato al Regina Coeli. Anche il verbale del carcere non ne menzionava l'esistenza. Ma la lettera infine è stata spedita, spedita quattro giorni dopo la morte di Stefano, quando ormai era troppo tardi e quando ormai il caso era già scoppiato. Perché? Si chiede Ilaria, e da chi? La lettera infatti è scritta dalla mano di Stefano, ma non così l'indirizzo sulla busta del mittente, scritte da un'altra mano, forse la stessa che misteriosamente l'ha spedita, impedendo che le ultime parole di Stefano non fossero ascoltate.


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(da notizie..virgilio.it)


Cronaca

Carceri/ Oss. Permanente: con Dap altro sistema rilevazione morti

Per questo differenza in numero vittime, da 72 a 58

postato 2 giorni fa da APCOM

Roma, 3 feb. (Apcom) - La differenza tra i 72 suicidi di detenuti, che sono stati registrati dall'Osservatorio permanente sulle morti in carcere nel corso del 2009, ed i 58 rilevati dal Dap è "la conseguenza del diverso sistema di rilevazione utilizzato". Lo spiega in una nota Francesco Morelli, dell'Osservatorio formato da Radicali Italiani, Il Detenuto Ignoto, Antigone, A Buon Diritto, Radiocarcere eRistretti Orizzonti. "Per il Dipartimento della Aministrazione Penitenziaria, infatti, un detenuto che si impicca in cella, viene soccorso mentre è ancora in vita, ma poi muore durante il trasporto all'ospedale, o anche alcuni giorni dopo il ricovero senza riprendere conoscenza, non rientra nelle statistiche dei 'suicidi' - precisa Morelli - ma soltanto in quelle dei 'tentati suicidi', che non a caso fanno registrare numeri elevatissimi: oltre 800 nell'ultimo anno".

"Per noi, invece, il detenuto che si è impiccato in cella e muore in autoambulanza o dopo il ricovero nel reparto di rianimazione è da considerarsi 'suicida in carcere' a tutti gli effetti. Lo stesso discorso vale per le morti di detenuti provocate da 'altre cause': perfino il caso, ormai notissimo, di Stefano Cucchi - conclude Morelli - non viene incluso tra le 'morti in carcere', in effetti Stefano è morto in ospedale, ma noi lo consideriamo tra i 'morti di carcere' per il semplice fatto che era privato della libertà personale e quindi della facoltà di autodeterminazione".

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Carceri/ Manconi: In 5 casi fratture giustificate con rianimazione

Morti nei penitenziari, riportavano lesioni gravi

postato 2 giorni fa da APCOM
Negli ultimi anni sono cinque i casi in cui una frattura rilevata sul corpo di un detenuto morto in carcere è stata giustificata come l'effetto dei tentativi di rianimazione. A denunciarlo è stato Luigi Manconi del Comitato verità e giustizia per Stefano Cucchi, incontrando la stampa oggi in Senato. "E' stata depositata - ha spiegato Manconi - una nuova consulenza sul caso di Marcello Lonzi, morto a 29 anni nel carcere di Livorno nel 2003. Il nuovo documento lascia completamente irrisolti i profondi dubbi legati alle ferite al volto, alle tracce di sangue sullo stipite della porta e alle fratture alle costole e allo sterno. Secondo la consulenza le fratture sarebbero dovute ai tentativi di rianimazione. E' penoso - ha sottolineato Manconi - fare ironia su queste cose, ma o i rianimatori italiani sono molto pericolosi, oppure l'attività di rianimazione viene utilizzata per giustificare gli effetti di altro. Sono state spiegate in questo modo negli ultimi anni le fratture di cinque persone morte in carcere". "La vicenda di Lonzi - ha proseguito Manconi - potrebbe a questo punto arrivare all'archiviazione. Noi - ha annunciato - seguiremo con scrupolo tutti questi casi". "Quello delle carceri - ha continuato Manconi - è un sistema in crisi: nel 2009 si è registrato il numero più elevato di morti in carceri di tutta la storia repubblicana, oltre metà della quali dovute a cause da accertare. I soli suicidi sono stati 72, anche questo il numero più alto nella storia della Repubblica, e il 2010 si è aperto in modo altrettanto drammatico. Sette si sono tolti la vita in un solo mese". "Queste cifre - ha aggiunto - indicano il fallimento totale del sistema delle pene nel nostro paese, che è diventato una macchina di morte che non fa altro che riprodurre crimini e criminali".

Aggressione a Berlusconi... non siamo noi i soli visionari a sostenere che fu una montatura

Grazie alla segnalazione di un nostro anonimo lettore apprendiamo da www.ultimenotizie.tv che anche Gioacchino Genchi ritiene l'aggressione a Berlusconi tutta una montatura.

Siamo convinti che sono in molti a ritenerla tale, ma probabilmente (cosi come detto in un precedente post) pensiamo che molti ritengano più utile e più prudente lasciar correre anche perché ovviamente gli acefali "berluscones" resterebbero comunque convinti che si è trattata di aggressione vera anche se si proponessero delle prove contrarie schiaccianti e lapalissiane.

All'imbecillità purtroppo non c'è limite e sarebbe impossibile convincerli soprattutto considerando che tutta l'informazione televisiva e il 90% di quella cartacea si schiererebbero a sua difesa e a difesa di quella tesi.

Quindi tesi senza speranza la nostra, ancorché vera e lampante che sia.

Unica consolazione che ci resta è quella che "noi visionari" non siamo poi nemmeno così pochi come sembrava.

(da www.ultimenotizie.tv)

Video foto aggressione a Berlusconi, non c’è nulla di vero

sabato, 6 febbraio, 2010, 13:00


Silvio Berlusconi aggredito

Silvio Berlusconi aggredito

Dopo l’aggressione a Silvio Berlusconi per mano dello psicolabile Tartaglia c’è stato chi nel web aveva parlato di una montatura. L’aggressione al Cavaliere era falsa almeno secondo le immagini e le teorie proposte dal canale “Lospaccaminchia” di YouTube. La teoria della cospirazione era feconda nei commenti dei blog ma si attendeva una voce ufficiale o almeno quella di un esperto che potesse avvalorare la tesi della montatura. Ed ecco arrivare Gioacchino Genchi, consulente informatico per diverse procure, che supporta la tesi degli internauti sul Berlusconi aggredito a Milano come un falso. «Nel lancio della statuetta del duomo di Milano a Berlusconi non c’è nulla di vero»: è quanto dichiara Genchi nel suo intervento al congresso dell’Idv a Roma. Secondo Genchi «dopo l’outing della moglie di Berlusconi e il fuorionda» di Gianfranco Fini a Pescara «provvidenziale è arrivata quella statuetta che miracolosamente ha salvato Berlusconi dalle dimissioni che sarebbero state imminenti». Genchi per sostenere la sua tesi cita «la mia esperienza in polizia» e i «video che tanti giovani propongono su Youtube per capire che nel lancio non c’è nulla di vero».

L’ex consulente dell’ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris punta il dito contro la scorta che «è come un anello o un preservativo che non può essere rotto», e contro lo stesso Berlusconi che «è uscito da quell’anello». Per parla di una «pantomima coronata da quell’uscita di quel fazzoletto nero ed enorme che sembrava quello di Silvan dal quale mancava solo che uscisse un coniglio» e ricorda anche la vicenda di diversi anni fa quando Berlusconi, all’epoca all’ opposizione, mostrò «un “cimicione” enorme che ritrovò nel suo studio accusando le procure rosse e che era chiaramente falsa».

Genchi, nel suo intervento, ha difeso Di Pietro «dagli schizzi di fango che stanno arrivando. Temo – sostiene – che sia solo l’inizio perché Di Pietro proprio alcuni giorni fa, con sofferenza, ha deciso di non far mancare l’appoggio ad una alleanza di centrosinistra per un freno al governo Berlusconi.

Rotondi: inaudito che l’Idv presti la tribuna ad una tesi così grottesca. «E’ inaudito che un partito come l’Idv, che è stato al governo e vuol tornarci, presta la tribuna per esporre una tesi così grottesca e offensiva dell’intelligenza degli italiani» dice il ministro per l’Attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi,

Casoli (Pdl): da Genchi una vergognosa sciocchezza. «Ma come si permette lo spione Genchi di pensare che l’aggressione a Berlusconi è stata una montatura? – dice il vicepresidente del gruppo Pdl al Senato, Francesco Casoli – E’ una vergogna che tale oscuro personaggio parli senza pensare minimamente alle sciocchezze che dice, si permette troppo spesso di diffamare gratuitamente una carica istituzionale eletta democraticamente e a suon di milioni di voti dal popolo italiano. Di Pietro la smetta di caricare sul suo carrettino tali demagoghi che hanno un solo interesse: garantirsi una carriera in Parlamento infamando l’avversario e l’Italia».


P.S.: Ovviamente i Rotondi e i Casoli che si sono lasciati andare a questi commenti "minacciosi" hanno come unico loro obbiettivo quello di vivere comodamente da parassiti a bivaccare in un Parlamento ridotto a degli inutili lacchè con un'unica funzione (temporanea): quella di osannare e pronarsi in continuazione di fronte al loro unico Padrone e Signore.


Il sangue di San Gennaro: ancora balle.

Non c'è bisogno di scomodare antichi canopi per verificare che il sangue umano, quello che c'è nelle nostre vene è sangue umano.
Sangue umano resta anche dopo anni, ovvero, a meno di deterioramenti irreversibili restano sempre i segni e le molecole caratteristiche del sangue umano.
Basta un piccolo taglietto per poter affermare che quella cosa rossa che fuoriesce dalla nostra pelle e' sangue umano.

Ma scusate, se è sangue umano questa cosa rossa che esce dalle nostre vene quando ci procuriamo un taglietto, ciò vuol dire automaticamente che qualsiasi cosa di colore rosso possa esistere in qualsiasi altro posto al mondo sia necessariamente sangue?

Ora leggetevi attentamente titolo e contenuto di questa NOTIZIA:

E soprattutto la parte finale quando dice che
LA TECA INCRIMINATA,
quella del trucchetto del sangue che si liquefa,
NON E' DISPONIBILE
per essere analizzata
E MAI LO SARA!

Altrimenti il trucchetto degli alcooli colorati verrebbe scoperto facilmente, non vi pare?
Vedere in proposito i nostri precedenti post

http://eretici.blogspot.com/2009/09/la-truffa-del-sangue-di-san-gennaro.html

http://eretici.blogspot.com/2009/09/san-gennaro-e-il-suo-sangue-capitolo-2.html

Altrimenti poi la gente si renderebbe conto che per secoli ha adorato un qualcosa che di sacro non ha assolutamente nulla e che è stata presa in giro da una classe ecclesiastica che aveva un unico obbiettivo:

Tenere docile un popolo e dominarlo con la "paura" dell'inferno.
(dal Corriere.it)

tra mistero, scienza e prodigio

«San Gennaro, nell'ampolla c'è sangue»
Test di un biologo su una seconda reliquia

Il professor Geraci (Federico II) ha effettuato studi su un reperto ritrovato dieci anni fa ai Camaldoli

Il cardinale Sepe e l'ampolla col sangue di San Gennaro
Il cardinale Sepe e l'ampolla col sangue di San Gennaro
NAPOLI - La sostanza contenuta in una delle ampolle di San Gennaro è sangue. Sangue che cambia dallo stato solido al liquido in alcuni momenti dell'anno. Il contenitore è stato aperto e analizzato da un biologo molecolare dell’università Federico II, Giuseppe Geraci. In questa reliquia, come riporta il quotidiano Il Mattino, è stata trovata una sostanza che è passata dallo stato solido a quello liquido, e che si è rivelata essere sangue.
PRESENTAZIONE DEI RISULTATI - L’ampolla di cui parliamo non è quella nota ai napoletani, esposta durante le cerimonie in Duomo e indisponibile ad uno studio approfondito pena il danneggiamento. Oggi, venerdì, alle 16, i risultati dei test effettuati saranno presentati alla Federico II, nei locali di via Mezzocannone 8.
Il sangue tra fede e prodigio


REPERTO BIS - Il professore ha concentrato la sua indagine su una piccola teca ritrovata dieci anni fa nell’eremo dei Camaldoli. I superiori dell’istituto l’affidarono ai responsabili della Cappella del Tesoro di San Gennaro: questi ultimi hanno poi voluto offrirla a Geraci, che da tempo è interessato alla questione San Gennaro. Il biologo ha dunque aperto questa seconda ampolla: il liquido rossastro contenuto all’interno si è solidificato a contatto con l’aria, ed è poi ridiventato liquido sottraendo calcio e scuotendo il campione. Successive analisi hanno confermato che si trattava di sangue umano. Anche se la liquefazione avviene con manifestazioni diverse rispetto a quelle del famoso prodigio. in quel caso la liquefazione del sangue del patrono infatti non si verifica a contatto con l’aria, ed a volte giorni e giorni di scuotimento delle ampolle non sono bastati a provocare la liquefazione.


martedì 2 febbraio 2010

Chi è Berlusconi in Italia lo sanno tutti, anche chi lo vota e lo sostiene.

Non abbiamo mai avuto dubbi su questo.

Sono relativamente pochi gli sprovveduti che credono nella Sua Santità, così come lui la vuol far apparire; la maggior parte dei suoi sostenitori sa benissimo che egli sta tentando di prendere per il culo i suoi avversari e se la ridono insieme a lui, persino delle sue buffonate, perché tramite queste (e ogni cosa fa brodo) lui riesce a distogliere gli interessi dalle cose cruciali che potrebbero metterlo alle corde: a cominciare dai suoi rapporti con la mafia, per esempio.

E così, mentre si parla di cazzate vengono superate le domande cruciali:

Ha avuto mai rapporti, anche marginali con la mafia e con i mafiosi?
Vi appartiene?
Oppure oggi anche la mafia appartiene a lui?

(da l'Espresso.it)

La verità su B. raccontata dal suo ex avvocato

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«Conosco bene il modo con cui Berlusconi chiede ai suoi legali di fare le leggi ad personam, perché fino a pochi anni fa lo chiedeva a me. E, contrariamente a quello che sostiene in pubblico, con i suoi avvocati non ha alcun problema a dire che sono leggi per lui. Per questo oggi lo affermo con piena cognizione di causa: quelle che stanno facendo sono norme ad personam».

Carlo Taormina, 70 anni, è stato uno dei legali di punta del Cavaliere fino al 2008, quando ha mollato il premier e il suo giro – uscendo anche dal Parlamento – a seguito di quella che lui ora chiama «una crisi morale». Ormai libero da vincoli politici, in questa intervista a Piovonorane dice quello che pensa e che sa su Berlusconi e le sue leggi.

Avvocato, qual è il suo parere sulle due norme che il premier sta facendo passare in questi giorni, il processo breve e il legittimo impedimento?
«La correggo: le norme che gli servono per completare il suo disegno sono tre. Lei ha dimenticato il Lodo Alfano Bis, da approvare come legge costituzionale, che è fondamentale».

Mi spieghi meglio.
«Iniziamo dal processo breve: si tratta solo di un ballon d’essai, di una minaccia che Berlusconi usa per ottenere il legittimo impedimento. Il processo breve è stato approvato al Senato ma scommetterei che alla Camera non lo calendarizzeranno neanche, insomma finirà in un cassetto».

E perché?
«Perché il processo breve gli serve solo per alzare il prezzo della trattativa. A un certo punto rinuncerà al processo breve per avere in cambio il legittimo impedimento, cioè la possibilità di non presentarsi alle udienze dei suoi processi e di ottenere continui rinvii. Guardi, la trattativa è già in corso e l’Udc, ad esempio, ha detto che se lui rinuncia al processo breve, vota a favore del legittimo impedimentoı».

E poi che succede? Che c’entra il Lodo Alfano bis?
«Vede, la legge sul legittimo impedimento è palesemente incostituzionale, e quindi la Consulta la boccerà. Però intanto resterà in vigore per almeno un anno e mezzo: appunto fino alla bocciatura della Corte Costituzionale. E Berlusconi nel frattempo farà passare il Lodo Alfano bis, come legge costituzionale, quindi intoccabile dalla Consulta».

Mi faccia capire: Berlusconi sta facendo una legge – il legittimo impedimento -che già sa essere incostituzionale?
«Esatto. Non può essere costituzionale una legge in cui il presupposto dell’impedimento è una carica, in questo caso quella di presidente del consiglio. Non esiste proprio. L’impedimento per cui si può rinviare un’udienza è un impegno di quel giorno o di quei giorni, non una carica. Ad esempio, quando io avevo incarichi di governo, molte udienze a cui dovevo partecipare si facevano di sabato, che problema c’è? E si possono tenere udienze anche di domenica. Chiunque, quale che sia la sua carica, ha almeno un pomeriggio libero a settimana. Invece di andare a vedere il Milan, Berlusconi potrebbe andare alle sue udienze. E poi, seguendo la logica di questa legge, la pratica di ottenere rinvii potrebbe estendersi quasi all’infinito. Perché mai un sindaco, ad esempio, dovrebbe accettare di essere processato? Forse che per la sua città i suoi impegni istituzionali sono meno importanti? E così via. Insomma questa legge non sta in piedi, è destinata a una bocciatura alla Consulta. E Berlusconi lo sa, ma intanto la fa passare e la usa per un po’ di tempo, fino a che appunto non passa il Lodo Alfano bis, con cui si sistema definitivamente».

Come fa a esserne così certo?
«Ho lavorato per anni per Berlusconi, conosco le sue strategie. Quando ero il suo consulente legale e mi chiedeva di scrivergli delle leggi che lo proteggessero dai magistrati, non faceva certo mistero del loro scopo ad personam. E io gliele scrivevo anche meglio di quanto facciano adesso Ghedini e Pecorella».

Tipo?
«Quella sulla legittima suspicione, mi pare fossimo nel 2002. Gli serviva per spostare i suoi processi da Milano a Roma. Lui ce la chiese apertamente e noi, fedeli esecutori della volontà del principe, ci siamo messi a scriverla. E abbiamo anche fatto un bel lavoretto, devo dire: sembrava tutto a posto. Poi una sera di fine ottobre, verso le 11, arrivò una telefonata di Ciampi».

Che all’epoca era Presidente della Repubblica.
«Esatto. E Ciampi chiese una modifica».

Quindi?
«Quindi io dissi a Berlusconi che con quella modifica non sarebbe servita più a niente. Lui ci pensò un po’ e poi rispose: “Intanto facciamola così, poi si vede”. Avevo ragione io: infatti la legge passò con quelle modifiche e non gli servì a niente».

Pentito?
«Guardi, la mia esperienza al Parlamento e al governo è stata interessantissima, direi quasi dal punto di vista scientifico. Ma molte cose che ho fatto in quel periodo non le rifarei più. Non ho imbarazzo a dire che ho vissuto una crisi morale, culminata quando ho visto come si stava strutturando l’entourage più ristretto del Cavaliere.

A chi si riferisce?
«A Cicchitto, a Bondi, a Denis Verdini, ma anche a Ghedini e Pecorella. Personaggi che hanno preso il sopravvento e che condizionano pesantemente il premier. E l’hanno portato a marginalizzare – a far fuori politicamente – persone come Martino, Pisanu e Pera. E adesso stanno lavorando su Schifani».

Prego?
«Sì, il prossimo che faranno fuori è Schifani. Al termine della legislatura farà la fine di Pera e Pisanu».

Ma mancano ancora tre anni e mezzo alla fine della legislatura…
«Non credo proprio. Penso che appena sistemate le sue questioni personali, diciamo nel 2011, Berlusconi andrà alle elezioni anticipate».

E perché?
«Perché gli conviene farlo finché l’opposizione è così debole, se non inesistente. Così vince un’altra volta e può aspettare serenamente che scada il mandato di Napolitano, fra tre anni, e prendere il suo posto».

Aiuto: mi sta dicendo che avremo Berlusconi fino al 2020?
«E’ quello a cui punta. E in assenza di un’opposizione forte può arrivarci tranquillamente. L’unica variabile che può intralciare questo disegno, più che il Pd, mi pare che sia il centro, cioè il lavorio tra Casini e Rutelli. Ma se questo lavorio funzionerà o no, lo vedremo solo dopo le regionali».