martedì 30 novembre 2010

S'io fossi uno studente...

S'io fossi uno studente...
Certo lo sono stato.
Negli anni '60 ero anch'io uno studente.
Nel 67 iniziai a lavorare, nel 68 al grido di:

Operai! Studenti! Uniti nella lotta!

ho fatto IL MIO '68 e avevo "appena" 22 anni.

E appena pochi anni prima la polizia usava sparare sui manifestanti.

Nel '68 no!!!
L'aria stava cambiando.

Nel '69 il ministro del lavoro Donat Cattin ebbe a dire una frase lapidaria a chi lo invitava ad usare il polso forte verso i lavoratori in sciopero:

IO SONO IL MINISTRO DEI LAVORATORI, più che IL MINISTRO DEL LAVORO!!!

Ed era un democristiano!!!

Cazzo!!!
Eppure, nessuno di loro (Ministri o Chicchessia) si permise MAI di dire agli studenti di andare a studiare!

Come minimo lo avrebbero mandato a cagare, e non solo metaforicamente!!!

E io che ero un "lavoratore studente" e quindi coi "polsi duri" e col "cervello aperto", a chiunque avesse detto una frase del genere glielo avrei GRIDATO FORTE:

VAI A CAGARE!!!



(Dal Corriere.it)

Passa un emendamento di Fli su cui c'era il parere contrario dell'esecutivo

Riforma università: governo, doppio ko Berlusconi: «Andate a studiare»

Il premier: «Gli studenti veri stanno a casa a studiare, quelli in giro a protestare sono dei centri sociali»


Passa un emendamento di Fli su cui c'era il parere contrario dell'esecutivo

Riforma università: governo, doppio ko Berlusconi: «Andate a studiare»

Il premier: «Gli studenti veri stanno a casa a studiare, quelli in giro a protestare sono dei centri sociali»

Il tabellone luminoso di Montecitorio che certifica il sì all'emendamento Granata su cui il governo aveva espresso parere contrario (Ansa)
Il tabellone luminoso di Montecitorio che certifica il sì all'emendamento Granata su cui il governo aveva espresso parere contrario (Ansa)
MILANO - La riforma dell'università continua ad essere una vera e propria via crucis per il governo. Dopo le sconfitte dei giorni scorsi l'esecutivo è stato ancora una volta battuto due volte nell'Aula della Camera. La prima volta su un emendamento del gruppo di Futuro e Libertà all'articolo 19 della riforma dell'Università, relativo agli assegni di ricerca. Il testo, su cui c'era il parere contrario di governo e commissione Bilancio, è stato approvato con 277 sì e 257 no. L'emendamento, a firma di Fabio Granata, è relativo, come detto, all'articolo 19 sugli assegni di ricerca che prevede che la norma non possa portare «oneri aggiuntivi» anziché «nuovi o maggiori oneri» com'era la versione precedente. La relatrice Paola Frassinetti, Pdl, minimizza, spiegando che si tratta di un emendamento «tecnico» che non incide sull'impianto della riforma.

SECONDO KO - La seconda volta il governo è andato sotto su tre emendamenti identici di Fli, Api e Pd che prevedono la soppressione della «clausola di salvaguardia» inserita nella riforma dell'università. Con l'approvazione degli emendamenti è stata eliminata la norma che prevedeva una sorta di «commissariamento» per il Ministero dell'Istruzione da parte del ministero dell'Economia nel caso in cui si fossero verificati o fossero in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alle previsioni di spesa.
La discussione del ddl era iniziata in contemporanea alle manifestazioni e ai cortei che i coordinamenti di studenti, ricercatori e dottorandi hanno organizzato in tutta Italia per chiedere all'esecutivo di fare dietrofront su una riforma che viene considerata penalizzante.

«ANDATE A STUDIARE» - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di rientro a Palazzo Grazioli, ha liquidato le manifestazioni dicendo che «gli studenti veri stanno a casa a studiare, quelli in giro a protestare sono dei centri sociali e sono fuori corso». E quanto al ddl in discussione alla Camera ha spiegato che «quella in Parlamento è una buona riforma che favorisce gli studenti, i professori e più in generale tutto il mondo accademico e dunque deve passare se vogliamo finalmente ammodernare l'università». Quanto alle critiche arrivate da più parti, il capo del governo ha rilevato che «è stata discussa con tutte le parti in causa, modificata, migliorata e credo che meglio di così non si potesse proprio fare». Inoltre, ha aggiunto, «introduce maggiore meritocrazia ed è davvero un vantaggio per tutti».

FINI - Critico sulle manifestazioni anche il presidente della Camera Gian Franco Fini: «Gli estremisti che hanno bloccato Roma e causato gravi incidenti non hanno reso un buon servizio alla stragrande maggioranza di studenti scesi in piazza con motivazioni non totalmente condivisibili ma certamente animate da una positiva volontà di partecipazione e di miglioramento delle condizioni della nostra Università». «Per questo - conclude - esprimo la mia solidarietà alle forze di polizia, ai cittadini romani e ai tantissimi giovani in buona fede, la cui protesta è stata strumentalizzata».

SCHIFANI - «I gravi incidenti che oggi hanno paralizzato la città di Roma non hanno certamente giovato alla vita democratica e a chi voleva manifestare pacificamente» sostiene il presidente del Senato, Renato Schifani. «Gli attacchi alle forze dell'ordine - osserva Schifani - sono da condannare assieme ad ogni altra forma di violenza e di facile strumentalizzazione».

BERSANI - Di tutt'altro parere il leader del Pd Pier Luigi Bersani che spiega: «Mi pare che nella stragrande maggioranza studenti e ricercatori si sono mossi in modo pacifico. Ha impressionato la città militarizzata, mai vista Roma così, e se si è arrivati a questa tensione è per irresponsabilità del governo che ha perso la testa e la presa sui problemi del paese». Bersani attacca il governo sottolinendo che «non sarà in grado di portare a termine questa riforma nella sua applicazione». «Non riapriamo il tema di chi è fuori corso perchè creerebbe nella maggioranza più imbarazzi di quelli provocati da Wikileaks» ha aggiunto il segretario del Pd rispondendo ai giornalisti sulle affermazioni del premier Berlusconi sul fatto che i «bravi» studenti sono a casa a studiare e non in piazza.

POLEMICA SICUREZZA- Roma è stata «assediata da una vera e propria tenaglia militare, che ricorda altre epoche e altre capitali: Roma blindata e sequestrata come Santiago del Cile» ai tempi di Pinochet fa eco a Bersani Nichi Vendola, presidente di Sinistra ecologia libertà, sulla gestione dell'ordine pubblico da parte del ministro dell'Interno, Roberto Maroni.
E da quest'ultimo arriva immediata la replica alle accuse di Vendola: « «Io ho il compito di gestire l'ordine pubblico e evitare incidenti e l'assalto ai luoghi sacri della democrazia, come avvenuto la scorsa settimana in Senato. E mi pare che tutto sta avvenendo con grande responsabilità delle forze dell'ordine che hanno subito violenza e stanno gestendo una situazione molto complicata».

LA NORMA ANTI-PARENTOPOLI - Tra gli altri voti collegati al ddl di riforma universitaria va segnalato quello sulla norma cosiddetta «anti-parentopoli». La proposta del governo, concretizzata in un subemendamento della commissione, è passata con il voto favorevole di maggioranza e opposizione. A favore ha votato anche Fli, mentre dall'Idv è giunto un voto contrario. La nuova norma prevede che siano esclusi dalla chiamata candidati che siano parenti e affini «fino al quarto grado compreso, un professore appartenente al dipartimento o alla struttura che effettua la chiamata; o con il rettore, il direttore generale o con un consigliere di amministrazione dell'ateneo». Contraria l'Idv, che pure ha presentato un emendamento anti-parentopoli perchè, come ha spiegato in aula Borghesi, «un professore, con una lettera di appena due righe può facilmente uscire da un dipartimento e il giorno stesso, con un altrettanto breve missiva, rientrarvi. Non va inoltre dimenticato che, secondo la Cassazione, nepotismo e familismo sono reati. Questo subemendamento che propone la nuova linea del governo, svuota di contenuto il nostro emendamento. Per questo non possiamo votarlo».

LIMITI PER I DOCENTI A CONTRATTO - Un altro emendamento, quello presentato dall'on Mazzarella del Pd, avrà invece come effetto lo stop alla proliferazione dei docenti a contratto nelle università. Il testo è stato appoggiato anche dalla maggioranza e prevede che «i contratti a titolo gratuito non possono superare nell'anno accademico il 5% dell'organico dei professori e ricercatori di ruolo in servizio presso l'ateneo». Inoltre, in base ad un emendamento a prima firma di Latteri, Gruppo Misto, i contratti di docenza (oggi spesso abusati per coprire i vuoti di organico) possono essere rinnovati per «un periodo massimo di cinque anni».

lunedì 29 novembre 2010

Oggi ultima puntata di Vieni via con me.

(da micromega)

29 novembre 2010

Oggi tutti davanti alla tv per l'ultima puntata di "Vieni via con me"
Gira sul web questo appello, che più “moderato” non si può. Non sappiamo chi lo abbia lanciato, ma siamo felici di diffonderlo.
MicroMega

In tutta Italia sta partendo una iniziativa eccezionale, un gigantesco flash mob:

TUTTI davanti alla televisione lunedì 29 novembre, a guardare l'ultima puntata di VIENI VIA CON ME.

E' una importante occasione per fare un piccolo gesto, che può diventare un grande segnale:

- per dire che questa Italia non è completamente assopita e indifferente al suo degrado e vuole dire basta
- per dimostrare alla Rai, con un picco di audience, che questi programmi vanno incentivati, che la cultura in tv è possibile e seguita
- perché Fazio e Saviano e gli altri autori e chi ha partecipato ci ha messo la faccia
- per dire a loro che il loro sforzo è condiviso e apprezzato
- per dire a chi spera che tutto torni nel silenzio che gli italiani vogliono continuare, anzi ricominciare, a prendersi cura del proprio paese
- per dire ai politici che gli italiani ne hanno abbastanza delle loro beghe di casta, che esigono un rinnovamento

Se saremo 15, 20 milioni davanti alla tv, avremo dato un grande segnale alla politica

E' un piccolo gesto, ma Fazio e Saviano se lo meritano. E se lo merita anche l'Italia che vuole fermare il degrado.

Se credi in questa iniziativa, diffondi questo messaggio a tutti i tuoi contatti.
La prepotenza totalitaria del movimento pro-vita di Paolo Flores d'Arcais La pretesa del movimento cosiddetto “pro-vita” di avere nella trasmissione “Vieni con me” uno spazio riparatorio per quello dato alla signora Welby e a Beppino Englaro è una mostruosità dalle molte facce, emblematiche dell’oscurantismo e dei rovesciamenti semantici orwelliani in cui il regime ha precipitato il paese.

Prima indecente manipolazione: il movimento cosiddetto “pro-vita” finge di chiedere una presenza da Saviano e Fazio per difendere il diritto dei malati in condizioni tragiche come quella di Welby, o di persone da anni in coma vegetativo permanente (come Eluana), di ricevere le cure e l’assistenza adeguate. Ma c’è qualcuno che abbia mai messo in discussione tale diritto? Se questo è il tema, gli “antagonisti” dei cosiddetti “pro-vita” non sono certo le famiglie Welby e Englaro, né Saviano e Fazio, ma semmai un’indecente politica del governo che sulla sanità ha tagliato a man bassa, e non fornisce ai malati terminali (e a molti altri) tutto il sostegno che sarebbe doveroso, quale che ne sia il costo.

Perché allora il movimento cosiddetto “pro-vita” pensa di aver diritto a uno spazio analogo a quello di Englaro e Welby, visto che tutti – tranne il governo – siamo d’accordo nell’esigere ogni genere di cura e assistenza per i malati terminali che ne vogliano fare uso? Perché il movimento cosiddetto “pro-vita” pretende che tali malati ne DEBBANO fare uso anche se non vogliono. Mentre Englaro e Welby hanno sempre e solo chiesto che ciascuno possa decidere in libertà e veda rispettato dal sistema sanitario la propria decisione di coscienza. Di questo si è occupato “Vieni via con me”: non della tragedia di una malattia e di una disgrazia terribile, nella quale sono accomunati Welby, Eluana e coloro che il movimento cosiddetto “pro-vita” dichiara di rappresentare. Ma delle vittime di una ulteriore tragedia, voluta dagli uomini e non dal caso: che, nell’orizzonte di una condanna a morte senza colpa alcuna (questa è una malattia terminale, o lo stato vegetativo permanente) viene anche condannato – per crudeltà degli uomini sani – a passare l’attesa dell’esecuzione nella ferocia della tortura inenarrabile.

C’è infatti una asimmetria assoluta tra la richiesta dei Welby e degli Englaro e le pretese dei cosiddetti “pro-vita”. I primi chiedono che sia rispettato la propria scelta sulla propria vita, senza sognarsi di imporla e neppure di suggerirla agli altri compagni di sventura. I secondi all’opposto pretendono di costringere tutti, con la forza del braccio secolare della legge, a condividere la propria. Se la decisione di ciascuno sulla propria vita fosse garantita, come dovrebbe essere in qualsiasi paese che si dichiari civile e che sbandieri il principio della eguale dignità fra le persone, Saviano e Fazio non avrebbero invitato nessuno in trasmissione, perché non sarebbero mai esistiti un “caso Welby” e un “caso Englaro”.

Welby chiedeva solo che sulla propria vita fosse lui a decidere, anziché il cardinal Ruini, Beppino Englaro chiedeva solo che sullo stato vegetativo di Eluana decidesse la volontà espressa da Eluana, anziché quella del cardinal Bagnasco. Saviano e Fazio avrebbero il dovere civile di invitare i cosiddetti “pro-vita” (e lo avrebbero certamente fatto) se ci fosse un movimento o una legge che pretende di imporre a tutti i malati terminali la scelta di Welby, l’obbligo – anziché la libertà – di staccare la spina. Ma una prepotenza del genere non è mai venuta in mente a nessuno. O meglio: potrebbe essere la conseguenza inattesa proprio della logica del movimento cosiddetto “pro-vita”. Perché se sulla mia vita o la tua, amico lettore, o la vostra, signori della cosiddetta “pro-vita”, non ha titolo a decidere esclusivamente chi la propria vita la vive, ma la maggioranza di governo del momento, quella maggioranza domani potrebbe imporre di staccare la spina a tutti, anche a chi non vuole, magari invocando motivi di budget. Una mostruosità totalitaria. Come qualsiasi pretesa che sulla tua vita decida il governo anziché tu stesso.

www.micromega.net

domenica 28 novembre 2010

Il risveglio del dinosauro.


Pare che stavolta Fini faccia sul serio? Macché, era tutta una burla!
Pesce d'aprile!!!

La lettera di sfiducia a Berlusconi? La scrisse Bossi

di Generazione Italia

Era il 21 dicembre 1994. Con le stesse parole che abbiamo riportato qualche ora fa in questo articolo a firma Generazione Italia, Umberto Bossi annunciava la sua sfiducia a Silvio Berlusconi dopo pochissimi mesi dalla vittoria alle elezioni. Abbiamo utilizzato il discorso dell’allora onorevole Bossi anche per replicare alle accuse di tradimento che ci piovono addosso dal Pdl e dalla Lega Nord. Chi ha replicato al nostro “scherzo” con parole al vetriolo, farebbe bene a pensare prima di ragliare.

On. Presidente,
Generazione Italia considera conclusa negativamente l’esperienza di questo Governo che, come fosse un suo feudo personale, ha presieduto.
I patti richiedevano l’immediata approvazione di una legge antitrust che eliminasse il monopolio di Mediaset e che favorisse il rinnovo strutturale della Rai restituendo ai media la loro libertà e democratica funzione per informare imparzialmente ed obiettivamente l’opinione pubblica.
I patti richiedevano la netta separazione tra gli interessi personali dal Capo del Governo e la sua funzione di altissimo Pubblico Ufficiale.
Lei in campagna elettorale ha promesso di risolvere il secolare problema meridionale, di garantire la pace sociale, di sostenere la piccola e me… leggi tutto

...........

continua su http://www.generazioneitalia.it


Secondo me Berlusconi a Napoli fa scoppiare apposta la questione rifiuti...

E perché chiederete voi?

Secondo me a lui l'aria di Napoli lo attizza e siccome ogni volta che ci va (normalmente) ci trova sempre tanti, troppi paparazzi, ad attenderlo e a scattargli tante foto compromettenti... cosa c'è di meglio di una "emergenza" come alibi per potersi andare a fare una scopata tranquilla sotto il cielo di Napoli?

E poi scusate, stavolta lei è una maggiorenne eh... quindi non rompete le palle, e oltre che "utilizzatore finale" stavolta la merce è assolutamente legale... (e tu Santanché, aspetta a presentare quel cazzo di legge sulla prostituzione, CRIBBIO!!!).


(da IlSalvagente.it)

Nell'agenda di Berlusconi alle 14 c'è Elena Russo

I fotografi rubano un appuntamento riservato. Lo spot dell'attrice per Napoli.

Ancora notizie piccanti dall'agenda quotidiana di Berlusconi. Era già successo due anni fa, ma la scena si ripete e i fotografi immortalano un altro appuntamento piacevole per Berlusconi. Dopo l'ultimo Consiglio dei ministri, quello di ieri, nell'agenda del presidente del Consiglio si può leggeret, tra i vari impegni della giornati stampati dalla segreteria e corretti poi a mano da Berlusconi quello con Elena Russo, una bella attrice che gli sta particolarmente a cuore.Tra "Crimi (+1)" a Palazzo Grazioli alle ore 13 e la "registrazione audio messaggio" per i Promotori della libertà alle 14,45, alle 14 c'è un appuntamento con l'attrice.


Un'attrice molto cara a Berlusconi


Non è la prima volta che le strade della della Elena e di Berlusconi si incrociano. Il nome dell'attrice - come ricorda Il Corriere della Sera - "era tra quelli citati nelle intercettazioni dell'inchiesta della Procura di Napoli. Nel 2007 erano state registrate alcune conversazioni del premier con l'allora direttore di Rai Fiction Agostino Saccà, che aveva promesso d'interessarsi a impegni da realizzare in Rai.


Testimonial per uno spot a favore di Napoli

Un precedente che aveva fatto nascere più d'un dubbio quando, nel 2009, Elena Russo era stata scelta come testimonial in uno spot a favore di Napoli, pagato dal governo per ridare immagine al capoluogo campano ripulito (all'epoca) dopo la prima emergenza rifiuti.
La Russo aveva risposto alle insinuazioni difendendo la propria professionalità in un'intervista: "Non sono una raccomandata. Lo spot - aveva spiegato Elena Russo - è stato realizzato da una prestigiosa agenzia, con uno staff creativo d'eccellenza e da un regista del valore di Fabrizio Ferri. Oltre a me c'erano altre due candidate. Sono stata scelta secondo un iter classico - aveva raccontato l'attrice napoletana- in base a delle valutazioni professionali, a dei provini, al curriculum. Lavoro ormai da tanti anni e certe parole, il riproporre ancora questa storia, mi sembra pesante".
Che ci sia in ballo ancora una volta uno spot? Potrebbe anche essere, tanto - dopo 2 anni - la situazione dei rifiuti a Napoli non è migliorata. Anzi...

Fini, Fini, cosa combini?

E fu così che con una sola affermazione Fini ha infilato la testa dentro un cappio e ha tentato di suicidarsi!

Non c'è ancora riuscito, per carità, ma cosa c'è da aspettarsi da chi da un lato esalta l'istruzione e dall'altra afferma sic et sempliciter che QUESTA riforma Gelmini è santa e giusta e che la voterà?

Che cos'è questo se non un tentato suicidio (politico)?
Cosa voleva fare con quella affermazione?
Forse "accattivarsi" le simpatie (e l'adesione a FLI) di qualche "sostenitore" ottuso di questa riforma o addirittura della stessa Gelmini?

Comunque sia è un problema di scelte.
Lui ha scelto di votare la riforma Gelmini perché la ritiene santa e giusta?

Noi, che siamo più terra terra, questa "riforma" la riteniamo come la "DISTRUZIONE" dell'ISTRUZIONE!!!



Fini a Lecce contestato dagli studenti. ‘I suoi sono slogan, dirà sì alla riforma’

Lecce (salento) - Teso l’incontro con prof e universitari in Rettorato. “No ai tagli”, ma, interrogato sul programma alternativo alle decurtazioni che contesta, è impreparato. Teso l’incontro di ieri mattina del presidente della Camera Gianfranco Fini con le varie componenti del mondo accademico in Rettorato, in un clima che oscillava tra la diffidenza e la contestazione aperta.

(Giorgia Salicandro) - Il leader di Fli ha spiegato i motivi dell’ok alla riforma Gelmini ma ha criticato i tagli finanziari voluti da Tremonti. Non ha saputo indicare, però, le voci del Bilancio statale da cui recupererebbe le risorse per gli Atenei”. Fini impreparato sul piano alternativo ai tagli.

La riforma Gelmini è quanto di meglio abbia fatto questo Governo, ma i tagli alle Università sono quanto di peggio si sia fatto per la crescita sociale e anche economica del Paese. In tour pre-elettorale a Lecce, il presidente della Camera Gianfranco Fini con il suo inconfondibile aplomb tenta di salvare capra e cavoli sulla politica di Futuro e libertà, da un lato affondando l’opera di ragioneria del ministro dell’Economia, il fedelissimo pidiellino Giulio Tremonti, dall’altro difendendo l’impianto di un disegno di legge, quello sull’Università, sostenuto da Fli sin dalla sua concezione. Salvo, poi, traballare al momento di dire chiaramente da dove recuperare le risorse rivendicate per gli Atenei. Una vistosa tensione si leggeva ieri mattina sul volto del leader di Futuro e libertà, che ha partecipato all’incontro in Rettorato con le diverse componenti del mondo accademico. Tensione certamente giustificata, davanti a una platea gremita di ricercatori, docenti, personale e studenti che hanno scandito con applausi scroscianti i “rimproveri” dei rappresentanti indirizzati al Governo Berlusconi ma certamente non più bonari con Fini e i suoi, che dopo aver contribuito attivamente alla creazione del testo di riforma hanno annunciato che martedì prossimo daranno l’ok definito al documento. Giustificata anche dalla partecipata protesta studentesca che si svolgeva nel piazzale del Rettorato, e che a più riprese ha costretto il presidente della Camera ad alzare il tono della voce per poter essere udito dalla platea presente in sala.

Una carrellata di interventi severi hanno preceduto quello del leader di Fli, a cominciare dal rettore Domenico Laforgia che ha ricordato il ruolo di “ascensore sociale” dell’Università e la necessità che vengano maggiormente salvaguardati quegli Atenei che, come accade nel Salento, operano in un contesto socioeconomico minato. Durissimo il rappresentante dei ricercatori Chefi Triki, che ha parlato della recessione antidemocratica della Governance universitaria con l’estromissione della categoria da tutti gli Organi collegiali, salvo poi volerla utilizzare per l’insegnamento gratuito. “Come precario sono doppiamente in esaurimento - ha detto Triki – perché per me non ci saranno concorsi e perché non potrò votare le scelte politiche della mia Università, dice la Gelmini ‘per combattere di baroni’”. Anche Antonio Melcarne, coordinatore della Consulta del personale tecnico amministrativo, ha polemizzato contro “la gravissima esclusione” della categoria dagli organi collegiali.

A concludere gli interventi dell’Ateneo Pierpaolo Miglietta, presidente del Consiglio degli studenti: “L’università non è una spesa sociale, peraltro residuale, comprimibile a piacere senza alcun effetto sulla società e l’economia - ha detto Miglietta – I Paesi che hanno investito maggiormente nella crescita quantitativa e qualitativa delle attività universitarie hanno ottenuto rendimenti positivi nel breve, ma, soprattutto, nel lungo periodo”. Miglietta ha poi letto il documento firmato dai rappresentanti dell’Unione degli universitari a nome di chi in questi giorni sta occupando l’Ateneo. Soldi alla ricerca che “paga”, legame con il territorio e battaglia alle baronie, questi i tre punti focali del discorso di Fini. “Il Salento è cresciuto molto in termini economici e sociali, ma il legame tra Università e territorio è indispensabile se vogliamo evitare che i laureati se ne vadano - ha detto il leader di Fli - per cui bisogna investire nei settori vincenti di un determinato territorio, che nel Salento variano dal turismo all’agricoltura di qualità. E’ inutile mantenere corsi nati solo per piazzare le cattedre dei baroni che poi producono disoccupazione”. Un sistema di potere, quello descritto dal presidente della Camera, che comprenderebbe gli stessi ricercatori, per i quali non è affatto augurabile una stabilizzazione in massa, trascurando il criterio meritocratico. Evidente, in questo passaggio, il riferimento alla riduzione da 9mila (così come auspicato da Pd e Rete29aprile) a 4500 (così come concordato da Fli e Governo) posti da professore associato da mettere a bando nei prossimi anni.

Fini ha ribadito la necessità di una ricerca pubblica poiché in Italia a differenza di altri Paesi mancano le grandi concentrazioni industriali e quindi non ci sono le condizioni economiche per esigere un impegno dai privati, a cominciare dalle piccole e medie aziende che dovrebbero essere aiutate a puntare sull’innovazione. Ma, ha precisato Fini, questo non significa riconoscere la piena autonomia dell’Università dall’economia privata. “Il Cda non può essere un “parlamentino” - ha detto il leader di Fli rispondendo alle critiche mosse contro la nuova Governance universitaria - non ci trovo niente di male a rimodularlo in base a professionalità esterne. Contestare questa riforma - ha aggiunto - significa confermare l’esistente, che ad oggi non va bene”.

In sintesi, per il presidente della Camera l’unico problema di questa riforma sono i tagli decisi da Tremonti; proprio l’opposizione ad essi, infatti, è stata il grande cavallo di battaglia in Aula e sulla stampa di Futuro e libertà. Eppure proprio quello che era l’argomento più popolare del suo discorso è apparso velato di un alone tristemente propagandistico. Interrogato da noi su quali potrebbero essere le voci della Finanziaria da cui attingere i fondi, la risposta di Fini è stata: “Nel Bilancio di uno Stato ci sono tante risorse”.


Chi ha paura di Wikileaks?

Tutti i buffoni d'Italia ovviamente. Insieme ai loro colleghi BUFFONI statunitensi, britannici, russi, ecc. ecc. ecc. Tutta quella parte del mondo che manovra e controlla (quasi) tutto.

BUFFONI!!!

(da RaiNews24.it)

Downing Street dirama un D-notice sulla sicurezza

Pubblicate WikiLeaks? Informate il governo


Il governo britannico vuole sapere in anticipo dagli editori se pubblicheranno i documenti riservati, per ragioni di sicurezza nazionale. Washington continua a contattare gli alleati: stavolta è toccato all'India. Calderoli: "Il sonno della politica genera mostri".

Il sito di WikiLeaks

Il sito di WikiLeaks

Londra, 27-11-2010

In vista dell'imminente pubblicazione da parte di Wikileaks di quasi tre milioni di documenti confidenziali del Dipartimento di Stato Usa, il governo britannico ha chiesto ieri agli editori di informare l'esecutivo se intendono pubblicare file diplomatici dal contenuto sensibile.

Lo riferisce il Guardian nel suo sito on line, aggiungendo che Downing Street ha sottolineato che il 'Defence Advisory' non implica che vengano avviato procedimenti penali per impedire la pubblicazione di documenti.

L'aver diramato il cosiddetto D-notice intendo semplicemente ricordare - scrive il Guardian - che i giornali dovrebbero preoccuparsi per la sicurezza delle operazioni militari britanniche. Il Guardian e' uno dei giornali che hanno gia' in esame la massa di file che Wikileaks intende rendere pubblici.

L'irritazione di Washington
Il Dipartimento di Stato Usa ha definito "irresponsabile" il comportamento di Wikileaks che con la pubblicazione di messaggi diplomatici riservati "mette vite in pericolo". "Ci stiamo tutti preparando a quello che potrebbe avvenire e condanniamo Wikileaks per la diffusione di materiale coperto dal segreto", ha affermato il portavoce Philip Crowley.

Il portavoce ha ribadito che sono stati contattati governi stranieri per avvertirli della possibile diffusione dei documenti e ha citato in particolare Germania, Arabia Saudita, Emirati arabi, Gran Bretagna, Francia e Afghanistan.

Alleati avvertiti
Cresce l'attesa per l'annunciata pubblicazione da parte di Wikileaks di documenti diplomatici riservati. Washington continua a informare i suoi alleati: ieri l'ambasciata Usa a Roma ha avvertito il governo italiano e Hillary Clinton ne ha parlato anche con il collega di Pechino.

In un'intervista alla Cnn, il capo di stato maggiore interforze americano, l'ammiraglio Mullen, ha chiesto a Wikileaks di non pubblicare il materiale, che potrebbe mettere a rischio la vita dei soldati americani e dei loro alleati.

Calderoli: "Il sonno della politica genera mostri"
"Il sonno della ragione genera mostri ma anche il sonno della politica, o meglio la sua debolezza, genera mostri ancor più grandi": lo ha detto all'ANSA il ministro per la semplificazione, Roberto Calderoli, interpellato sulla ipotesi di un complotto contro l'Italia. Calderoli torna a sostenere la necessità del voto anticipato: "non sono un capriccio della Lega - dice - ma sono fatte per ridare forza alla politica e mobilitare i cittadini".

"Io di questa faccenda specifica di Wikileaks non ho ancora capito molto - spiega Calderoli - ma di una cosa sono certo, siamo all'antipasto di quello che ci potrebbe colpire, ovvero una serie di veleni a non finire. Ed è proprio per questo che già prima dell'estate, fiutato il clima, Bossi e la Lega avevano chiesto di fare chiarezza con le elezioni anticipate, ovvero chiamando il popolo a dire la sua, come si fa in democrazia".

"Al di là della questione del complotto internazionale, che mi lascia qualche perplessità - prosegue Calderoli - io vedo quel che vedo, ovvero che quando la politica vien meno, quando manca il suo compito, spuntano altri poteri che del caos fanno il loro terreno d'azione. Insomma se uno mette insieme i vari indizi il quadro è chiaro: notizie manipolate o manipolabili, veleni a non finire, confusioni create ad arte, manifestazioni violente nelle piazze, diffusione di un clima di incertezza non sono che i prodromi a qualcosa di più grave, ovvero l'anticamera per " l'uomo del destino', per il 'risolutore definitivo'. Purtroppo nella storia, anche recente, abbiamo gia' visto fin troppi casi di questo tipo".

"Ecco perché - conclude Calderoli - noi abbiamo sostenuto e continuiamo a sostenere che le elezioni anticipate non sono un capriccio della Lega ma sono fatte per ridare forza alla politica e per mobilitare i cittadini a difesa della civile convivenza e del cammino delle riforme".


Silvio in piazza l'11 dicembre, schiererà un po' di puttanelle ed escort per fare fudda.

Sarebbe interessante se lo sciopero generale annunciato ieri da Susanna Camusso coincidesse nello stesso giorno e nella stessa piazza (o in una piazza vicina) a questa cosa che minaccia il nostro Silvio.

Sarebbe interessante vedere se i gridolini di quattro puttanelle pagate per stare lì a fare "fudda" riuscirebbero a sovrastare o ad attenuare i ruggiti di una milionata di studenti e operai incazzati e affamati.


Silvio, sfida al Pd: anche noi in piazza l'11 dicembre

"La missione che vi affido è quella di aiutare gli italiani a capire questo momento politico così assurdo, così contrario agli interessi del Paese e così lontano dagli interessi veri della gente". Lo afferma il premier Silvio Berlusconi in un messaggio ai 'Promotori della Liberta''. "Il nostro è il governo del fare, del fare quello che la gente chiede alla politica, cioè quello di cui il Paese ha bisogno. Gli altri parlano, noi facciamo..." dice il premier sottolineando che "i parlamentari eletti nel centrodestra saranno costretti a sostenerci con i loro voti sino al completamento della legislatura, chi non lo farà - aggiunge - si assumerà la responsabilità di aver tradito gli elettori e sarà segnato per tutta la vita dal marchio del tradimento e della slealtà".

FLI E' UN TRENO GUIDATO DA BOCCHINO...
Nel ribadire che a suo giudizio non c'è alternativa tra la «fiducia piena» al governo o le elezioni anticipate, Berlusconi ha sottolineato che qualsiasi ipotesi diversa da questa sarebbe «pasticciata» e da «prima repubblica». «Credo invece - ha sottolineato - che per il bene del Paese serva una soluzione limpida e trasparente». «Io - ha sottolineato - ho una certa fiducia che alla fine al momento di prendere una decisione sul voto il 14 dicembre, alcuni che adesso, per lealtà a chi li aveva messi in lista, sono entrati nel gruppo dei finiani, abbiano dei ripensamenti prima di votare la sfiducia al governo». «Qualcuno di loro - ha proseguito - mi diceva l'altro giorno che sono saliti su un treno a guida Fini e con destinazione quella di essere la terza gamba del centrodestra, insieme alla Lega, al Pdl e ad altre forze come l'Alleanza di Centro». «E invece - ha aggiunto Berlusconi - si ritrovano su un treno a guida Bocchino, Briguglio e Granata e con una destinazione cambiata, addirittura la sinistra, quindi credo siano in grave difficoltà e si stiano interrogando se davvero valga la pena portare un danno al Paese e macchiarsi del reato di tradimento e slealtà».

APERTI A TUTTI PER FARE PATTO LEGISLATURA

"Vogliamo realizzare con chi ci sta quel patto di legislatura del quale ho parlato nelle scorse settimane. Questo vuol dire che siamo aperti a ragionare con tutti senza pregiudizio se non con l'impegno della coerenza del rispetto al nostro programma e l'impegno della lealtà nei confronti nei nostri elettori". Lo afferma il premier in un altro passaggio dell'audio-messaggio inviato oggi ai Promotori della Libertà. "Questo governo è stato eletto dagli italiani e al nostro governo non c'é altra alternativa se non quello di nuove elezioni, che nessuno vuole perché sanno che se andassimo alle elezioni li sbaraglieremmo tutti". "Continueremo a lavorare perché sono convinto che il Parlamento ci assicurerà la fiducia, non solo al Senato, ma anche alla Camera: sono convinto che non ci sarà bisogno di nuove elezioni, perché il senso di responsabilità, la coerenza, il rispetto e la lealtà verso gli elettori, la necessità di evitare un salto nel buio".

ITALIA NON LIBERA SE TELEFONATE VIOLATE
"Quando oggi alziamo il telefono e non siamo convinti che la nostra conversazione sarà inviolata, sentiamo tutti di non essere in un Paese davvero libero". E' uno dei passaggi dell'audio-messaggio che il premier Silvio Berlusconi ha inviato ai Promotori della Libertà. "Le opposizioni di sinistra hanno l'obiettivo chiarissimo di ribaltare in Parlamento il voto espresso dagli italiani. Per arrivare a questo sanno che devono eliminare Silvio Berlusconi dalla scena politica perché hanno chiaro che Silvio Berlusconi costituisce un ostacolo insuperabile che si frappone alla conquista del potere da parte loro. Ma non ci riusciranno: noi e voi non lo consentiremo".

CRISI: NE STIAMO USCENDO MEGLIO DI ALTRI PAESI
"Abbiamo tenuto i conti pubblici in ordine, con il plauso di tutti gli organismi internazionali di controllo. Questo è stato un vero e proprio miracolo, se si considera il peso del debito pubblico che abbiamo ereditato. Stiamo portando l'Italia fuori dalla crisi economica meglio di altri Paesi" conclude il premier annunciando ''per sabato 11 e domenica 12 dicembre una grande, grande manifestazione'' e una raccolta di firme di sostegno all'azione del governo per non tradire gli elettori, allestendo punti di incontro e di dialogo con gli italiani nei gazebo, nelle piazze e nei teatri delle vostre città. So che molti di voi anticiperanno questa mobilitazione già dalla prossima settimana e quindi credo riusciremo a mettere in campo una mobilitazione, un'azione davvero efficace".

FINI, TRADITORI? SOLITA PROPAGANDA
''Sono le solite affermazioni propagandistiche a cui non crede neanche lui''. Cosi' il presidente della Camera, Gianfranco Fini, giudica le accuse di tradimento rivolte da Berlusconi. Fini oggi e' nel Salento per una serie di incontri. ''La propaganda in politica si fa - ha detto in un'intervista all'emittente locale Telerama - ma lui a volte eccede''. ''Andare al voto sarebbe un azzardo per il Paese - ha detto ancora - Berlusconi non si rende conto che andando avanti cosi' non otterrà ne' la fiducia ne' le elezioni anticipati anche perche' molti parlamentari non vogliono andare al voto''.''In politica le categorie non devono essere evocate, ma il primo tradimento viene da coloro che hanno da sempre definito il Pdl come un partito plurale di massa e dell'amore''. Fini ha ricordato di essere stato cacciato dal partito perche' sosteneva che c'era ''una soggezione del Pdl nei confronti della Lega''. ''Il tempo mi ha dato ragione - ha detto ancora - cosi' come quando sostenevo le tesi sulla legalita' e mi accusavano di essere un sovversivo, poi e' scoppiato il caso Cosentino...''.


sabato 27 novembre 2010

Per Berlusconi siamo tutti criminali.

Siamo criminali perché lo critichiamo.
Siamo criminali perché crolla Pompei e noi osiamo parlarne.
Siamo criminali perché riteniamo che l'Italia ha sostenuto, complice QUESTO GOVERNO, e forse anche altri, la sua CRIMINALE VERGOGNOSA PARTE nella guerra in Iraq e in Afghanistan.
Siamo criminali perché diciamo che in Italia abbiamo un governo inefficiente che non pensa al Paese ma a organizzare feste e festini a base di minorenni, puttanelle e accessori.
Siamo criminali perché dovremmo tapparci le narici e dire che a Napoli non si respira aria di monnezza ma che questa profuma di mughetto, grazie alle sue MIRACOLOSE intercessioni.
Siamo criminali perché riteniamo che sia UN CRIMINE evadere le tasse e che sia giusto COLPIRE A MORTE GLI EVASORI, a prescindere dalla loro collocazione politica!!!
Siamo criminali perché NON VOGLIAMO che lui si arroghi il diritto di stabilire e "patentare" di "legalità" gli evasori e i VERI CRIMINALI.
Siamo criminali perché noi riteniamo DELINQUENTI tutti coloro che lui reputa EROI.

Insomma per lui tutti noi "italiani pensanti", e soprattutto quelli NON LADRI, SIAMO CRIMINALI!!!

Una domanda nasce spontanea:

Ma non è che per caso IL VERO UNICO GRANDE CRIMINALE È PROPRIO LUI???
(Seguito a ruota, ovviamente, dai suoi scagnozzi e lacché che continuano a sostenerlo)?


(da L'Unità.it)

Berlusconi: «Media criminali» Per Frattini «si discredita l'Italia»

Per Franco Frattini non c'è un complotto internazionale contro l'Italia, anzi contro il governo ma ci siamo vicini. E la prova sono le indagini su Finmeccanica, il crollo di Pompei (la casa dei gladiatori si è autodemolita?), le immagini dei rifiuti a Napoli e ora documenti che Wikeleaks starebbe per pubblicare. C'è per il ministro degli Esteri una strategia per danneggiare l'immagine dell'Italia sul piano internazionale. Orfini del Pd ironizza: “il governo ha ragione, c'è un tentativo di screditare l'Italia, ma i responsabili sono i fallimenti dell'esecutivo”.

Questo ha sostenuto Frattini questa mattina al consiglio dei ministri e Berlusconi ha approvato. In conferenza stampa il presidente del consiglio è stato chiaro denunciando una presunta campagna diffamatoria contro il governo e contro il nostro Paese.

Il responsabile della Farnesina nella riunione odierna - come recita il comunicato finale - ha citato le indagini su Finmeccanica, la diffusione ripetuta di immagini sui rifiuti di Napoli o sui crolli di Pompei e soprattutto l'annunciata pubblicazione di rapporti riservati concernenti la politica estera degli Stati Uniti, con possibili ripercussioni negative anche per l'Italia. Frattini si è riferito ai documenti che saranno diffusi da Wikileaks: «Ho parlato oggi con il Dipartimento di Stato e mi è stato anticipato - ha detto poi il responsabile della Farnesina - che ci saranno documenti di scenario che riguardano anche l'Italia». Contro l'Italia - ha precisato Frattini - «non c'è un complotto, io ho parlato di elementi preoccupanti. Serve fermezza e determinazione per difendere l'immagine nazionale e la tutela degli interessi economici e politici del Paese».

«Ha ragione il governo: si sta cercando di screditare il paese sul piano internazionale – interviene Matteo Orfini, responsabile Cultura della segreteria del Pd - Solo che di fatto i responsabili sono il presidente del Consiglio Berlusconi e i suoi ministri con i loro fallimenti, come testimoniano proprio le foto dei rifiuti a Napoli e quelle che ritraggono i crolli a Pompei. La verità è che il governo non è stato capace di affrontare i problemi del paese. Si tratta di incompetenza, non di complotto».


27 novembre 2010

venerdì 26 novembre 2010

Pfuiii... Meno male che non è successo a Silvio!

Ve l'immaginate 12 punti (veri) di sutura al labbro del nostro Silvio?

Ve l'immaginate gli improperi e tutti i servizi speciali di Emilio Fede nei suoi prossimi 234564574653674655475874 mila edizioni di telegiornali?

Meno male che Dio, anche se non c'è, a volte è grande!!!
Ah, ovviamente ci dispiace per Obama, a cui va la nostra simpatia e il nostro augurio di pronta guarigione, ma ci perdoni se abbiamo preferito che sia successo a lui e non a Silvio; non fosse altro per evitarci le rotture di coglioni di sentire starnazzare lui e i suoi servi-lacché come tante oche giulive e gridare al complotto internazionale...

(da Ansa.it)

Gomitata al labbro: 12 punti per Obama

Il presidente Usa colpito "inavvertitamente" durante una partita a basket

26 novembre, 21:23

Obama gioca a basket
Gomitata al labbro: 12 punti per Obama

NEW YORK - Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha oggi subito l'applicazione di 12 punti di sutura a un labbro in seguito a una gomitata ricevuta mentre giocava a basket.

Il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, ha precisato che si e' trattato di un normale incidente di gioco. ''Dopo essere stato inavvertitamente colpito al labbro dal gomito di un avversario durante una partita a basket giocata con alcuni amici, il presidente ha ricevuto oggi 12 punti di sutura dall''unita' medica della Casa Bianca'', ha riferito Gibbs.



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Proposta a Fazio e Saviano.

Perché per contrappesare le stronzate che trasmettono TUTTE LE ALTRE TELEVISIONI non accettate questo invito di Odifreddi?


(tratto dal blog http://odifreddi.blogautore.repubblica.it)

(Indirizzo completo dell'articolo : http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2010/11/26/san-fabio-e-san-roberto-invitate-darwin/)

odifreddi
26 nov 2010

San Fabio e San Roberto, invitate Darwin!

Divertente il contrappasso subíto dalla trasmissione di Fazio e Saviano! Agli inizi, erano loro a scalpitare per poterla fare, scontrandosi contro le resistenze dei vertici della Rai e dei loro protettori politici. Ora sono i loro oppositori a implorare o pretendere di andarci, subendo giustamente una sorte uguale e contraria.

Dopo il caso del ministro Maroni, questa settimana assistiamo a quello dei sedicenti «movimenti per la vita», che vorrebbero riaprire le polemiche sul «diritto alla morte» di Piergiorgio Welby ed Eluana Englaro. Chiedendo di contrapporgli, ovviamente, qualche tirata su un supposto «dovere alla vita», da loro inteso come condanna a subire i dettami della Natura a ogni condizione, per quanto inumana e disumana.

Nel gioco del contrappasso, anche questa volta sono i vertici della Rai e i loro protettori politici a cercare di imporre a Fazio e Saviano la scaletta del loro programma. Visto che però ormai tutti li tirano per la giacchetta, mi permetto pure io di dare loro qualche consiglio: domandando umilmente, come si addice a chi non ha potere, e dunque può solo proporre, senza poter pretendere di imporre.

Da Vieni via con me sono infatti completamente assenti la scienza e gli scienziati. Siamo abituati, naturalmente, a subire blackout mediatici ai confronti dei quali le resistenze subíte da Fazio e Saviano sono solo fastidi di mosche. Ma è possibile che sul loro palcoscenico sfilino tutti, dai politici ai comici, e non si veda un solo rappresentante del pensiero che caratterizza la nostra epoca tecnologica, televisione compresa?

Forse che glorie nazionali come Rita Levi Montalcini, Umberto Veronesi o Carlo Rubbia (in ordine di età) non potrebbero proficuamente leggere una lista dei valori della scienza? E forse che quei valori non sono altrettanto (o più) degni di essere declamati e ascoltati, di quelli che abbiamo sentito nelle precedenti puntate del programma?

La cosa sarebbe buona e giusta, equa e salutare (come si dice in altre parrocchie). Anche perchè i valori della scienza, a differenza da tutti gli altri, sono quasi completamente assenti dal video in generale, e dai programmi Rai in particolare. Quando non sono addirittura sbeffeggiati e insultati: ad esempio, in Voyager, un programma che grida vendetta, oltre che compensazione e par condicio!

Per cominciare a rimediare al silenzio e alle offese della Rai, oltre che per mostrarci per contrapposizione cosa si fa nei paesi civili, Fazio e Saviano potrebbero anche mandare in onda un trailer del programma Creation della BBC: un film sugli anni in cui Darwin maturò e scrisse L’origine delle specie, il libro che cambiò la storia della biologia e della nostra concezione della vita sulla Terra.

Si tratta di un film, appunto, non di un documentario. E trasmetterlo dopo anni di fiction di indottrinamento religioso e politico in prima serata, infonderebbe una boccata d’aria scientifica nell’apnea televisiva italiana. Per ora, lo si è visto soltanto una volta al Museo di Storia Naturale di Milano, a settembre, e un’altra al British Film Club di Trieste, una decina di giorni fa.

A parte queste anteprime, o anteultime, il film non e’ mai stato proiettato in Italia. E’ improbabile che i distributori italiani non l’abbiano comprato per ragioni economiche, perchè ha un cast hollywoodiano, non è didascalico, e fa commuovere con il racconto dello strazio di Darwin per la morte della piccola figlia Annie. Forse il problema è che racconta il conflitto interiore che travagliò Darwin, quando la scoperta dell’evoluzione per selezione naturale lo allontanò gradualmente e inesorabilmente dalla fede religiosa.

Capisco che Fazio e Saviano possano avere altri interessi. Ma ormai noi scienziati/scientifici non sappiamo più a che santo votarci. E poichè sembra che ormai loro siano stati elevati agli onori degli altari mediatici dalla Sacra Congregazione dell’Auditel, dovranno abituarsi a ricevere domande di grazie. Dunque, vi prego in ginocchio: San Fabio e San Roberto, pregate e intercedete per noi!


Maristellaaa... facci vedere la tua pagellaaa!!!

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Senza parole!

Berlusconi e i suoi proclami.


Proclama che riuscirà a fare tutto entro i prossimi 16 giorni.

Noi ovviamente sappiamo per certo che dopo non aver fatto un emerito cazzo negli ultimi 16 anni, nei prossimi 16 giorni non riuscirà a fare una beata minchia.

Ma allora a che gli servono tutti questi "Proclami"?
Ma è ovvio!!!
Per potersi presentare agli elettori dicendo:
"Avete visto, io avrei fatto tutte queste beate cose se me le avessero lasciate fare... invece non son riuscito a fare alcuna emerita cosa per colpa degli altri..."

Sempre colpa degli altri è!!!

E se oggi pomeriggio, così come ha promesso, tornerà a Napoli per "l'intramontabile" emergenza rifiuti, siamo certi che i napoletani lo accoglieranno inondandolo di doni e porgendogli ciò che la terra napoletana, grazie a lui, ha di meglio da offrire: tonnellate e tonnellate di monnezza.


(da Repubblica.it)

LO SCONTRO

Berlusconi attacca Fini e Casini
"Vogliono Palazzo Chigi e Quirinale"

Alla Camera avrò 316 sì". Slitta la mozione su Bondi. Il capo del Carroccio: "Le urne sono più vicine". Letta: "Devo fare il pompiere"

di ALBERTO D'ARGENIO ROMA - "Fini e Casini vogliono farmi fuori per spartirsi il Quirinale e Palazzo Chigi". È sempre più intenso il cannoneggiamento da campagna elettorale al quale Silvio Berlusconi sottopone i leader di Fli e Udc. In mattinata il premier incontra le parti sociali per presentare il piano per il Sud e davanti a industriali e sindacati non rinuncia all'autopromozione. Annuncia che tra oggi e martedì saranno approvati altri due dei cinque punti sui quali si era impegnato a settembre (Mezzogiorno e giustizia) e si bea dei "grandi risultati in politica estera" raggiunti dal suo esecutivo. "Megalomania che lo copre di ridicolo", ribatte a distanza il responsabile esteri del Pd Piero Fassino. Ma il premier continua a coltivare l'immagine pre-elettorale dell'uomo del fare e decide di tornare a Napoli (oggi pomeriggio) per l'intramontabile emergenza rifiuti.

Berlusconi ribadisce che il 14 dicembre - giorno del referendum parlamentare sul suo futuro - conta di avere "una buona fiducia, oltre quota 316 (sbarramento per la maggioranza alla Camera, ndr), altrimenti andremo al Colle per nuove elezioni". D'altra parte, attacca, "chi ha creato questa condizione sappia che in piena crisi è da irresponsabili - anzi da criminali - andare alle elezioni". Responsabilità dunque scaricata su Fini. Poi alla nuova numero uno della Cgil Susanna Camusso dice "complimenti, tanto più cattiva della Bindi non potrà essere". Ripete che Ballarò "mistifica" ma meno male che "nonguardo la tv". "Non sembrerebbe", risponde la Camusso alludendo alla telefonata di martedì al programma di Floris. E lui: "Guardavo il Milan, ma prometto di non cambiare più canale nell'intervallo".

Nel pomeriggio, dentro un Palazzo Grazioli isolato dal resto della città per proteggerlo dalle manifestazioni studentesche, riceve i vertici del Pdl. "Mi raccontano - arringa i suoi - che la condizione di Fini per un'intesa è farmi da parte. Fini e Casini vorrebbero garanzie dal notaio in modo che il primo diventi Presidente della Repubblica e il secondo premier...". Ma questo "non avverrà", assicura. D'altra parte i finiani sono "smarriti, hanno paura di andare a schiantarsi" e il terzo polo "riporterebbe l'Italia indietro di 40 anni". Quindi si aggrappa a Bossi: "Con lui c'è un patto di ferro". Lo stesso Bossi si dice certo che Berlusconi la "fiducia l'avrà", anche grazie alla sinistra "che ha paura del voto", ma "se poi continueremo ad andare sotto ci sono solo le elezioni". A chi chiede di spiegare i crolli della maggioranza alla Camera (ieri ancora battuta sull'università) risponde: "Spero le urne siano più vicine, è un momento difficile". Come testimoniano Gianni Letta ("sono giornate turbolente, mi capita di fare il pompiere") e la decisione di rinviare la sfiducia a Bondi al 29. Il Senatùr parla poi di Montezemolo ("è uno che le rogne se le cerca, continua a parlare di politici più morali ma spieghi come ha fatto i miliardi e come è entrato nell'alta velocità") e di Casini: "Se entra in maggioranza non lo so, ma se non è un problema di poltrone intanto sostenga il governo da fuori". Dal canto suo Casini risponde che Berlusconi "è confuso, a giorni alterni cambia opinione" e ribadisce che "si deve dimettere" per trattare con l'Udc. Anche per lui si deve evitare il voto in piena crisi: meglio un "governo di armistizio".
(26 novembre 2010)

giovedì 25 novembre 2010

Emilio Fede... ritiro quello che ho detto.

Qualche post fa, parlando di Emilio Fede e della sua aggressione vi invitavo ad evitarlo e soprattutto a trattenere il vostro irrefrenabile istinto di picchiarlo.
Ebbene, ritiro tutto, e se reprimere il vostro istinto irrefrenabile dovesse procurarvi successivamente qualche problema psico-fisico allora fate conto che io non vi abbia detto né chiesto nulla. Non vorrei essere assolutamente responsabile io di qualche malanno che dovesse capitarvi per colpa sua.
In poche parole se ve lo vedete passare davanti e vi viene troppo forte l'impeto di picchiarlo, fate pure come volete, a patto che non mi reputiate responsabile né di aver frenato il vostro istinto, né di avervi istigato o di averlo in qualche modo influenzato.

Insomma se volete picchiarlo, cavoli vostri.
Va bene così?

Se invece volete aspettare che prima o poi passi qualche altro Giuliani (medicinale) che si prenda la briga di farlo, aspettate pure, tanto uno che se le cerca come lui prima o poi qualcuno che gli gonfi la faccia lo trova di sicuro.
Soprattutto gli studenti incazzati (a ragione incazzati, e dopo queste sue parole immagino persino DOPPIAMENTE INCAZZATI) .


(dal Messaggero.it)

Fede: gli studenti gentaglia, vanno menati



ROMA (25 novembre) - Gentaglia da menare. Così Emilio Fede, direttore del Tg4, ha definito nel telegiornale di mercoledì sera gli studenti che protestano(guarda il video).

«Emilio Fede ha passato il segno. Si è spinto oltre i limiti del servilismo e anche oltre quelli della diffamazione ed è arrivato all'istigazione alla violenza». Lo afferma il presidente del gruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi, annunciando che verranno presentati esposti all'Agcom e Fede sarà denunciato per istigazione a delinquere alla procura della Repubblica.

«Nell'edizione di ieri, commentando gli scontri davanti al Senato - spiega Donadi - ha detto che gli studenti sono "gentaglia" e che "il popolo civile dovrebbe intervenire e menarli perché questi capiscono solo di essere menati". Parole vergognose che meritano la più ferma condanna. Questo modo di esprimersi - prosegue Donadi - è intollerabile per chiunque, inaccettabile da parte di un direttore di telegiornale nazionale, per questo chiediamo anche l'intervento dell'Ordine dei giornalisti».

«La mia nei confronti degli studenti che protestano con violenza ha voluto essere solo e soltanto un invito a non usare i metodi della rivoluzione creando così disagi alla popolazione, e aggressione alle forze dell'ordine», ha replicato il direttore del Tg4 in una nota. «Nessun invito, quindi, a rispondere con violenza alla violenza. Piuttosto la speranza che l'accordo ci sia e che chi manifesta non sia ispirato ideologicamente a quella politica che vuole a tutti i costi creare difficoltà al governo del Paese».


Per la Gelmini un consiglio spassionato: cambi mestiere e vada a fare la cameriera o la lavandaia.

Credetemi, il mio è un consiglio spassionato.
Anche perché personalmente io non ci guadagno nulla se lei resta o se la cacceranno via (speriamo presto, confidiamo nel prossimo 14 dicembre, giorno della verità).
Ma una verità è incontrovertibile: quella del suo "viaggio di piacere" a Reggio Calabria, proprio nel periodo dello scandalo delle "Lauree Facili"... strano viaggio, molto strano...

A proposito, come mai ha deciso di venirsi a prendere l'abilitazione proprio a Reggio Calabria visto che lei odia così tanto il SUD?
Misteri della Fede (della Berlusconiana Fede naturalmente).

Ah quasi me ne dimenticavo: bravo Bersani, finalmente hai deciso di prenderti un caffè e di darti una svegliata?
Era Ora!!!

(dal Corriere.it)

BOTTA E RISPOSTA

Bersani sfida Gelmini: «Ecco i miei 30»

Gelmini al leader Pd: «Studente ripetente». Lui mette i voti universitari online e attacca: «Lo faccia pure lei»

BOTTA E RISPOSTA

Bersani sfida Gelmini: «Ecco i miei 30»

Gelmini al leader Pd: «Studente ripetente». Lui mette i voti universitari online e attacca: «Lo faccia pure lei»

La copia del libretto universitario di Bersani pubblicata su Facebook dal leader del Pd
La copia del libretto universitario di Bersani pubblicata su Facebook dal leader del Pd
MILANO - Il ministro dell'Istruzione in persona gli ha dato dello «studente ripetente», criticando la sua scelta di salire sui tetti della Sapienza. E Pier Luigi Bersani non l'ha proprio mandata giù. Orchestrando una replica degna di nota: la pubblicazione, sulla bacheca di Facebook, di una copia del suo libretto universitario. Una sfilza di 30 o 30 e lode e un solo 28, voti collezionati all'università di Bologna (guarda) che ora stanno facendo in Rete un boom di clic.

«FACCIA ALTRETTANTO» - «Come promesso, ecco i miei voti del corso di Filosofia, Storia del cristianesimo in cui mi sono laureato con 110 e lode» scrive online il segretario dei democratici. Invitando Mariastella Gelmini a fare la stessa cosa. Il guanto di sfida Bersani lo aveva lanciato al ministro già nell'aula di Montecitorio: «Pubblicherò su Internet tutti i voti di tutti i miei esami del mio corso di laurea. Mi aspetto che il ministro faccia altrettanto, completo di "giro turistico" a Reggio Calabria». Una dura replica alle critiche della titolare dell'Istruzione, che aveva bocciato l'iniziativa del leader del Pd di salire sui tetti con gli universitari. «Non si capisce se in veste di segretario precario del Pd, piuttosto che di studente ripetente» aveva detto il ministro a Mattino Cinque riferendosi a Bersani. «Il Pd - ha aggiunto la Gelmini - ha scelto di non discutere nemmeno la riforma, questa come quelle della scuola e della Pubblica amministrazione. Ho stima di alcuni parlamentari del Partito democratico, che purtroppo rappresentano una minoranza e che si battono per le riforme. Ma oggi il Pd è quello di Bersani che, appunto, sale sui tetti».

IL LIBRETTO - «Studente ripetente» non è certo l'appellativo più appropriato per Bersani, stando almeno al suo libretto universitario. Tutti 30, in alcuni casi cum laude, in materie come Letteratura italiana, Storia romana, Medievale, moderna, del Risorgimento, Storia della Chiesa, Storia del cristianesimo, Antropologia culturale, Storia delle dottrine politiche, Psicologia, Storia della filosofia, della filosofia antica e medievale, Filosofia della storia. Solo un 28, il voto più basso, in Letteratura latina. A questo punto non resta che vedere se la Gelmini raccoglierà la sfida.

Redazione online
25 novembre 2010

Riportiamo sotto il link originale dove poter visionare i voti di Bersani:

http://www.flickr.com/photos/pierluigibersani/5206686362/


mercoledì 24 novembre 2010

Emilio Fede aggredito? Ma va laaaa!!!

E chi lo avrebbe aggredito secondo voi?
Un uomo scortato (a proposito scommetto che la scorta la paghiamo noi?), scortato, dicevamo per le minchiate che dice e che potrebbero far venire davvero voglia a qualcuno di prenderlo a cazzotti, ma non esageriamo!

Chi sarebbe tanto idiota da regalargli un facile martirio e soprattutto tre mesi di "servizi speciali" sulla sua aggressione che farebbero venire il voltastomaco anche ai suoi più fedelissimi seguaci?

Dai seriamente, non siate così cattivi... pensate che nel bene e nel male è pur sempre gente che ha una famiglia sulle spalle, madri e padri di famiglia con dei figli a cui accudire, non fate questa cattiveria.
Quindi per favore, lasciatelo in pace e ignoratelo; anzi se lo vedete, cambiate strada... non vorrei che vedendosi ignorato vi apostrofasse in malo modo per provocarvi e voi ci cascaste.


(dal Messaggero.it)

Fede aggredito e preso a pugni
in un ristorante a Milano



MILANO (24 novembre) - Il direttore del Tg4, Emilio Fede, è stato aggredito ieri sera in un ristorante a Milano da un uomo che lui stesso ha definito «amico di amici» e che lo ha preso a pugni in testa e faccia «senza motivo».

«Sono stato aggredito nel ristorante La Risacca 6 di Milano da un imprenditore, ma non so assolutamente il perché. Ho ricevuto due pugni in testa e in faccia», ha raccontato Fede all'agenzia Adnkronos. Fede che, dopo i colpi ricevuti è andato in ospedale, ha denunciato l'uomo per «lesioni e minaccia di morte».

«I coraggiosi del ristorante non hanno visto niente - ha detto ancora sarcastico Fede -. Io conosco da qualche tempo la persona che mi ha colpito è un industriale farmaceutico con il quale, però, non ho avuto grandi frequentazioni. Né ho mai discusso con lui in passato. Risalendo a screzi con questa persona, forse una sera mi ha invitato a cena e non sono andato». Dopo i pugni, racconta il giornalista, è «intervenuta la scorta, e poi i carabinieri per identificarlo. La gente ha testimoniato.

Fede comunque ha voluto tenere il riserbo sul nome dell'aggressore, «trattandosi di una persona anziana e molto nota», preferendo «affidarsi, come è giusto che sia, alla Procura che dovrà occuparsene a seguito della querela per lesioni gravissime e minaccia di morte».


Gli spacciatori del terzo millennio.

Ci sono tanti modi di spacciare.
Lo stesso verbo spacciare si presta a così tante interpretazioni che sarebbe troppo lungo elencarle tutte.
La prima cosa che (propriamente o impropriamente) viene alla mente, riguarda naturalmente lo "spaccio di sostanze stupefacenti", ma esiste un altro significato, ben più aderente al vero significato etimologico della parola che sarebbe quello di:

Spacciare delle cose false per vere.
Spacciare delle patacche di latta per oro fino.
...


Il nostro governo e il nostro parlamento SPACCIANO!

Spacciano cose fasulle per verità.

Come dei falsari!
Falsificatori e mistificatori.

In tanti, in troppi ci siamo chiesti come mai Iovine (il milionesimo boss della 'ndrangheta arrestato ultimamente - ma quanti minkia sono questi boss?), come mai ci chiedevamo, ridesse mentre lo arrestavano, o forse sarebbe meglio dire: come mai "SE LA RIDESSE" mentre veniva recitata quella sceneggiata del suo arresto?

Beh, se permettete, io una ipotesi ce l'avrei.
Ed è una ipotesi che ha a che vedere appunto con lo "spaccio" di verità e del "mondo capovolto" a cui il nostro parlamentino ci ha oramai abituati.

Se la rideva per tutta una serie di motivi fra i quali:

1) Finalmente poteva smettere di fare la "vita da topo" a cui era costretto per compiacere i suoi capi? Finalmente avrebbe potuto abitare in una cella decente con servizi decenti, isolato dagli altri schifosi detenuti e condurre una vita un po' più decente. Poi, appena si saranno calmate le acque si vedrà; non sono esclusi degli arresti domiciliari in una lussuosa villa con 100 ettari di terreni e boschetti e giardini intorno. Insomma una vera pacchia.

2) Finalmente si poteva concedere un po' di riposo, e soprattutto, SE LA RIDEVA della dabbenaggine di un intero popolo di coglioni, quello Italiano, che non sa nemmeno fare l'elementarissima operazione 2+2?

Quale sarebbe questa operazione?

Ci arriviamo.

Avete presente Cosentino?

Ma si proprio uno che gerarchicamente la magistratura collocherebbe ALMENO un gradino più in alto di questo "milionesimo boss" arrestato.

Vi ricordate che la magistratura aveva richiesto l'autorizzazione a procedere contro questo moderno eroe? (Eroe secondo i moderni canoni berlusconiani. Ma sua madre non poteva fargli leggere almeno una volta Tex Willer o altri fumetti con ben altri modelli di eroi?)

Ebbene...
Autorizzazione negata!

Da ciò si potrebbero trarre almeno tre conseguenze:

1) TUTTA LA MAGGIORANZA PARLAMENTARE E DI GOVERNO È RICATTATA DALLA MAFIA?
2) TUTTA LA MAGGIORANZA PARLAMENTARE E DI GOVERNO È COLLUSA con la mafia? Oppure...
3) TUTTA LA MAFIA AL COMPLETO HA CONQUISTATO LA MAGGIORANZA DEL NOSTRO PARLAMENTO?

Quartum non datur.

E di conseguenza cosa fanno costoro?

SPACCIANO!!!

Proprio così, stando così le cose sarebbero appunto:

SPACCIATORI DI VERITÀ FASULLE.


(da Vieni via con me tratto da l'Unità.it))

Fazio-Saviano, la diretta web della terza puntata

Saviano: Masi vuole altre quattro puntate. Fazio: no, ne vuole otto

Il duetto vado-resto tra il conduttore e lo scrittore

Saviano: Voglio scoprire cos'aveva da ridere Iovine quando lo hanno arrestato.
Fazio. Vado via dove le prostitute si chiamano prostitute e le escort sono un modello d'auto. Vado via perché Cassano va via.
Saviano: resto perché il Napoli andrà in Champions league.
Fazio: vado via perché Pupo ed Emanuele scrivono un'altra canzone.
Saviano: vado via perché questo paese ha perso l'Aquila.
Fazio: resto qui per passeggiare nel cento dell'Aquila.
Saviano: resto perché Masi mi ha telefonato e ha detto che dobbiamo fare altre quattro puntate.
Fazio: me ne ha chieste altre otto.
Saviano: resto qui perché non me ne scappo.
Fazio: vado via perché non voglio sapere più niente del delitto di Avetrana.
Saviano: resto perché mi piace la Costituzione italiana.

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martedì 23 novembre 2010

Avete ancora dubbi che Beppe Grillo sia un'altra macchinetta del fango di Berlusconi?

Beh se ne avete ancora oggi leggetevi questa chicca meravigliosa.
Ora accomuna Endemol e il Grande Fratello a Vieni via con me.
Certo che lo sapevamo che TUTTI I FORMAT della RAI da quando e' diventata proprietà di Silvio passano da Endemol.
E Rai 3?
Anziché gridare al miracolo, di come mai non siano riusciti (ancora) a snidare gli ultimi "nemici e comunisti" che c'erano in Rai, Grillo che fa?
Getta fango su Saviano.

Sì un'altra macchinetta del fango messa lì dalla parte opposta, tanto per annebbiare la vista agli ultimi illusi che ancora credono in Beppe.


(da Giornalettismo.com)
pubblicato il 23 novembre 2010 alle 08:20

Lo scrittore napoletano, quando parla, fa guadagnare Silvio, per il comico genovese; “è come Savonarola”, ribatte l’esponente di Sel. “E tu sei un vecchio”, conclude Beppe.

“Saviano, per carità, è bravissimo. Ma signori! Italiani! Aprite gli occhi: Vieni via con me lo produce grillo Vendola Grillo, scontro al vetriolo su SavianoEndemol, e chi è Endemol? È Berlusconi. Il programma fa ascolti altissimi: quindi Berlusconi guadagna un sacco di soldi. Se aggiungiamo che Saviano non fa i nomi dei politici collusi, né in Lombardia né in Parlamento, è chiaro che poi il nano gode come un riccio”: sono parole, è noto, pronunciate da Beppe Grillo nel corso del suo ultimo spettacolo al Gran Teatro di Roma. E i fan si erano un po’ indispettiti: “Grillo, neanche Saviano va più bene?”. Ma ad alzare la polemica ci ha pensato ieri Nichi Vendola, leader di Sinistra Ecologia e Libertà, intervistato da Maria Latella a SkyTg24: “Quella di Grillo è una deriva di integralismo, e si tratta a mio parere di un fenomeno piuttosto preoccupante, perchè se ciascuno sente di possedere il metro per giudicare, si finisce in una sorta di giudizio universale permanente. Insomma io penso che la politica sia il campo della verità con la v minuscola, ma se qualcuno pensa di avere la verità con la V maiuscola è chiaro che poi finisce per sentirsi Savonarola”.

SAVONAROLA – Il frate fiorentino che nel basso medioevo arringava i dissoluti costumi dei fiorentini, fino a che questi, stufatisi di essere ripresi, lo arsero vivo: “No, dico: lei ha idea di che fine fecero fare a Savonarola?”, chiede Grillo al Corriere della Sera che lo sente in proposito. “Io con Savonarola ho in comune solo una cosa: la parola. La mia gira sulla rete, dove non ci sono padroni”. E Vendola? “Quanti anni sono che fa politica? Venti, trenta? Questo è il tempo dei giovani e della politica in rete”. Insomma, è un vecchio; subito, la replica offerta a Vendola: “Mi dispiace che Grillo usi un linguaggio così violento. Mi addolora la deriva distruttiva del suo impegno. No, non riesco a capire la politica quando diventa, come in questo caso, livore e contumelia“.

E si ci mette in mezzo anche un altro aspirante(?) servo.

Pino Daniele: "Saviano pericoloso? Sarebbe già morto"(*)


E poi lo esaltano così:

Il bello di Pino Daniele è che è il più bravo e non lo fa pesare. Non se la tira. Tran­quillo come sempre, l’aspet­to sempre più curato, qual­che chilo di meno e l’accento napoletano che sfodera solo per la battuta....

(È il più bravo di chi?)

Ma chi sono? Chi sono coloro che spargono queste perle di fango luccicante?

Ma è ovvio... sono sempre loro: quelli del "Giornale" della Sacra Famiglia B.
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(*) A Pino Daniele, visto che probabilmente è un ignorante abissale di storia e persino di cronaca, (ma che vede solo il Grande Fratello lui?) vorremmo ricordare che questa stessa frase pronunciata oggi da lui fu detta da alcuni interessati (e/o) grandi geni futuristi a proposito di Borsellino, subito dopo la strage di Capaci che aveva visto morire il suo amico e collega Giovanni Falcone.
Ovvio! Per lui, esattamente come per tutti i delinquenti e i mafiosi, gli eroi (quelli veri) sono buoni solo dopo morti!!!




Se ai gesti seguissero i fatti...


Sarkozy ci sta francamente e cordialmente sul .....!

È soltanto un fascistello travestito da statista che rappresenta la più becera destra della Francia di oggi, così come il nostrano Silvio rappresenta quella nostrana al di quà delle Alpi.
Non è un caso che proprio la più ottusa destra leghista lo sostenga, quasi come fosse lui il suo vero leader naturale, piuttosto che Bossi.
Scendendo più al centro e fino al sud, il grosso del sostegno gli proviene dall'altra destra populista, imbelle e semianalfabeta la cui unica formazione culturale è derivata dal piccolo schermo.

Ci sarebbe poi l'altra destra, quella dei delinquenti e dei mafiosi, ma quella è tutta un'altra storia... visto che comunque i delinquenti e soprattutto i mafiosi stanno sempre dalla parte dei vincitori.

Ma che è successo fra Sarkozy e Berlusconi?

Praticamente nulla di significativo, se non fosse che qualche "cattivello" ha colto il momento di un gesto di Silvio che in altri tempi e con altri personaggi avrebbe potuto creare un cataclisma internazionale.
(E diteglielo che quando si trova fuori dall'Italia non ci sono teleoperatori compiacenti e suoi servi-dipendenti che poi tagliano e segano tutte le sequenze scomode...)

Che succederà oggi? Praticamente nulla... lo conoscono esattamente per quello che vale e poi, diciamocelo con franchezza, un "conflitto" non conviene a nessuno di questi due dittatorelli.

Berlusconi dà del matto a Sarkozy?
Probabilmente anche Sarkozy è convinto che Berlusconi abbia più di un problema psichico.
Per quella che vale la LORO opinione...




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I fatti:
Durante il vertice Nato di Lisbona il presidente rumeno Basescu, dopo uno scambio di saluti con Sarkozy tenta di parlargli. Sarkozy gli fa un evidente gesto di diniego e Basescu si allontana (per farsi consolare?) verso Berlusconi poco distante. Scambiano alcune parole (probabilmente Basescu riferisce a Berlusconi del diniego francese di pochi istanti prima) e Berlusconi simula il gesto di "folle", riferendosi, verosimilmente a Sarkozy.

Ovviamente ora se proprio si rischiasse qualcosa di serio si affretterebbero tutti a smentire, a chiarire, a sostenere, a negare, a precisare ecc ecc ecc

Insomma, francamente non ci interessa nemmeno sapere come si sono svolti realmente i fatti.

Ci interessa soltanto registrare il clima generale da fogna che si respira oggi in Italia e in Europa.
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domenica 21 novembre 2010

Pro-Saviano batte Contro-Saviano 81.000 a 1.

Forse a firmare quell'appello contro Saviano lanciato dalla macchina del fango di Feltri e del Giornale è rimasto soltanto lui, Feltri, e qualche altro sparuto servo-lacché di Sua maestà Silvio (sua nel senso che è "maestà" solo sua e basta, non certo la mia o quella degli Italiani Liberi).


Io ho firmato nel sito di Di Pietro e francamente non so nemmeno se le 81 mila firme di cui parla l'Unità comprendono anche quelle o se...

Del resto, dei 9 milioni e passa di telespettatori che lo hanno seguito nell'ultima puntata, a parte qualche servo lacché inviato come osservatore per "registrare e riferire", al 99,99999% sono certo che condividono Saviano e le cose "SENSATE" che ha detto.


(da L'Unità.it)

«Mai solo», superate 81mila firme per Saviano: «Grazie a tutti»

Il Giornale fa partire una campagna contro l'autore di Gomorra "che dà del mafioso al Nord". Noi non ci stiamo. Difendiamo tutti insieme lo scrittore. Dopo le critiche del ministro Maroni, puntuale è partito il battage di Vittorio Feltri contro "il predicatore star", ovvero un uomo che vive sotto scorta ed è stato condAnnato a morte dalla camorra. Non lasciamolo solo.
FIRMA ANCHE TU: io sto con Saviano. Superate le 81mila firme.


Fini: dire che la mafia è anche al Nord non può provocare indignazione


Lunedì il ministro Maroni in trasmissione



Saviano ai lettori de l'Unità: grazie a tutti


«Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere». È una frase bellissima e tragica di un uomo bellissimo e tragico di questo Paese, Giovanni Falcone. Il magistrato si sentì solo, e morì. È un ricordo importante, enorme, ma di questo si parla: coraggio e isolamento. Roberto Saviano è una persona sola, costretta alla solitudine dalla passione per il proprio lavoro, e dalla bravura nel farlo: questo è il paradosso che accomuna un bravo magistrato e un bravo scrittore. La tragedia incombe quando c’è un salto di qualità in questa condizione, e non dipende dai protagonisti, ma dagli altri: quando la solitudine diventa isolamento.

Ci è venuto in mente leggendo il Giornale di ieri, edito dai Berlusconi. Una prima pagina vergognosa, inaccettabile: «Una firma contro Saviano». La prima firma di questa campagna è sotto il titolo, quella di Vittorio Feltri, appena sospeso per tre mesi dall’ordine dei giornalisti, al quale è iscritto da 43 anni: non potrebbe scrivere, e lo fa perché se ne infischia. Da quelle parti, le regole valgono solo per gli altri.

Martedì l’attacco a Saviano fu mosso dal ministro dell’Interno, il responsabile dell’ordine pubblico del Paese, e dunque anche dell’incolumità di uno scrittore condannato a morte dalla camorra, e per questo protetto da una scorta. Ieri la guerra aperta dal quotidiano di Berlusconi. Dopo il ministro, ecco il premier, con i suoi «killer», come li ebbe a definire il presidente della Camera, oggetto delle attenzioni del Giornale negli ultimi mesi. Il quotidiano fa di più: chiama a combattere il popolo del nord, sperando di gonfiare l’odio verso Saviano. Questo significa «isolare» le persone. Il potere al suo livello massimo identifica in lui un avversario, quando invece dovrebbe essere al suo fianco perché la legalità che rivendica Saviano (nei suoi libri, in televisione) è un pre-valore, un patrimonio comune.

Ecco queste firme: venticinquemila, iersera, una cosa bella. E cresceranno. Saviano ha i suoi lettori, dei suoi libri, del giornale dove scrive. E i telespettatori che lo seguono. E ha i lettori dell’Unità, che ringrazia con le parole che leggete qui a fianco. E noi ringraziamo lui, testimone presso il pubblico di ciò che i magistrati fanno quotidianamente: combattere il radicamento al nord delle mafie, con i capibastone della ‘ndrangheta più intraprendente degli altri. Ci sono inchieste che lo confermano, rapporti della Dia (l’antimafia) che inquietano e indicano negli appalti, nel prossimo Expo a Milano, negli affari più vari i nuovi appetiti espansivi dei criminali. Chi ha soldi da investire, va dove possono rendere: è perfino ovvio che nemmeno Maroni può negarlo: «Il rapporto sull’attività semestrale della Dia l’ho firmato io», ha detto ieri il ministro. Quel rapporto è la polpa delle parole di Saviano.

Non si possono usare questi argomenti per fare propaganda. Per contrapporre nord e sud, per rimarcare un territorio elettorale (commerciale, anche, nel caso del Giornale). Non si può macinare la vita di un uomo di trent’anni nel tritacarne della polemica a effetto. Ecco questo appello: «Giù le mani da Roberto Saviano», c’è scritto sul sito unita.it. Ecco le firme. Ci sono nomi conosciuti e gente comune: li elenchiamo, qua e là. C’è un pezzo d’Italia che capisce la differenza - drammatica - fra essere soli ed essere isolati.

20 novembre 2010

giovedì 18 novembre 2010

Siamo tutti Saviano.

Non riuscirete a tapparci la bocca.
Neanche se il Boss dei Boss in persona promulgasse l'ordine di massacrarci tutti.

NON CI RIUSCIRETE!!!

Perché siamo tutti Saviano.

http://www.antoniodipietro.it/

http://www.facebook.com/pages/La-penso-come-Saviano-Maroni-quereli-anche-me/176396792377371?ref=mf


(da Repubblica.it)

"VIENI VIA CON ME"

Ancora polemica su Saviano in tv
Attacchi, repliche e raccolte firme

Lo scrittore risponde al ministro Maroni in un'intervista all'Espresso e rilancia: "Le mafie puntano sul federalismo". Il Giornale lancia campagna contro il suo intervento. Di Pietro si schiera a favore e in poche ore raccoglie 11mila adesioni su Facebook

ROMA - Non c'è pace per Roberto Saviano. A tre giorni dalla seconda puntata 1 di Vieni via con me non si placano le polemiche nei confronti dell'autore di Gomorra : si raccolgono firme a destra e a sinistra, pro e contro il suo intervento sulle infiltrazioni della 'ndrangheta al Nord. "L'infiltrazione della criminalità organizzata nelle regioni del Nord è una realtà purtroppo evidente. Lo penso e l'ho sempre sostenuto" afferma oggi il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che già ieri aveva mandato un segnale di pace 2, precisando che "non c'è contrapposizione con la relazione della Dia, che ho firmato e inviato al Parlamento".

Saviano risponde al ministro e rilancia sulle pagine dell'Espresso in edicola domani. "Sì, la 'ndrangheta corteggia la Lega. E investe in Lombardia. Ma c'è un fenomeno più inquietante di cui dovrebbe occuparsi Maroni: le mafie puntano su un'Italia divisa" dice lo scrittore in un servizio dal titolo "Le mani sul federalismo 3". Ma non finisce qui: nuovi attacchi vengono anche dall'Avvenire che oggi lancia un affondo contro Saviano per il suo discorso su fine vita, morte assistita ed eutanasia e, più in generale, per il modo unilaterale in cui trasmissione e conduttore hanno affrontato il tema.

Di Pietro, "La penso come Saviano" oltre 10mila firme su Fb.
"La penso come Saviano, Maroni quereli anche me" è l'iniziativa lanciata dalla pagina Facebook di Antonio Di Pietro 4, ha già raccolto in poche ore oltre diecimila adesioni. "Io non accetto che un giornalista con il coraggio di affermare verità scomode - si legge sul profilo del presidente IdV - sia censurato e minacciato dal titolare del Viminale, che dovrebbe solo ringraziarlo, e andare a perseguire quei criminali che Saviano denuncia".

Campagna firme contro Saviano sul Giornale.
Nuova campagna del Giornale che questa volta attacca Roberto Saviano "che dà del mafioso al Nord", come recita il titolo di apertura del quotidiano. "L'autore di Gomorra - scrive nell'editoriale Vittorio Feltri - con toni ispirati da guru, fra un sospiro e un pianto dice che la criminalità terrona ha sfondato la linea del Po e prossimamente sfonderà anche quella del Piave". "Prepariamoci - ironizza - a pagare il pizzo e a sostituire nelle comunicazioni gli sms con i pizzini", a "convivere con il picciotto e il mammasanitssima, con l'ominicchio e il quaquaraqua". Stando a Saviano, prosegue Feltri, la profezia di Sciascia (Milano sarà sicilianizzata) sembra "avverata.

Visti gli ascolti di Vieni via con me - continua Feltri - "la mafia evidentemente tira, non solo di coca" ed è "un argomento che oltre a far girare le rotative della Mondadori, nella presente circostanza fa girare anche le balle a quelli del Nord, leghisti in particolare, accusati di ospitare in Padania il fior fiore delle cosche". "Si calmi signor Gomorra - conclude - Sondrio non è Casoria. Como non è Torre Annunziata. Brescia non è Corleone. Il Nord ha le sue grane e se le gratta. Lei si gratti le sue e non si illuda di potersi sentire meglio dicendo male di chi paga il conto per tutti, anche per i mafiosi e per quelli che li tollerano, rendendosi di fatto loro complici".

Avvenire: pagina sconcertante sull'eutanasia. "Il campione della legalità elogiò la non legge" è il titolo di un editoriale pubblicato oggi dal quotidiano dei vescovi Avvenire. "Sappiamo bene che criticare un mostro sacro è partita a perdere. Ma si potrà pure dissentire da Roberto Saviano senza passare per camorristi, fascisti o disfattisti" è la premessa. E "lunedì sera a Vieni via con me è andata in onda una pagina sconcertante di quella dittatura dei sentimenti che sembra ormai voler legittimare ogni tragitto individuale e anche ogni scelta estrema, anche oltre la razionalità umana. Saviano, con la sua performance si è reso colpevole - accusa Domenico Delle Foglie che firma su Avvenire - del più grave degli addebiti che si possono avanzare nei confronti di un cultore della laicità. Ha eliminato con un tratto di penna la cultura del dubbio". "Ci è toccato ascoltare dalla voce di Saviano la certificazione che per una manciata di euro negli ospedali è possibile ottenere l'eutanasia. Lui che è un professionista e un campione della legalità perché non denuncia alla magistratura la violazione della legge anziché elogiarla? Ci sono leggi che secondo lui e secondo Fazio, campione dei sornioni, si possono violare senza pagare dazio? Che differenza c'è fra quanti cercano di farsi leggi ad personam e quanti giustificano chi non si sottomette alla legge vigente. La coscienza, come anche Saviano pretende di insegnare, è un tempio interiore da salvagurdare. Ma lo è sempre - conclude l'editoriale - dinanzi alla mano omicida del camorrista sia dinanzi a quella presuntuosa e autoritaria, che si erge ad affamare e assetare l'inerme".

FareFuturo: la lista perché stiamo con Saviano.
Ffwebmagazine, periodico online della Fondazione Farefuturo, si schiera a fianco dell'autore di Gomorra e pubblica oggi un "piccolo elenco" dei tanti perché "noi stiamo con Roberto Saviano": "Perché parla di legalità; perché ha squarciato un velo; perché cita fatti, prima che opinioni; perché vuole spegnere la macchina del fango; perché non la usa contro i suoi avversari; perché si indigna; perché è contro il silenzio; perché racconta realtà e non fantasie; perché è uno vero; perché non mette bavagli, ma puntini sulle i; perché si emoziona; perché prima di parlare di mafie, le ha studiate e le ha capite; perché, nonostante tutto, è andato in onda; perché avrebbe potuto non fare tutto questo, ma l'ha fatto; perché "non bisogna star zitti"; perché non è un parolaio; perché non fa il pifferaio; perché fa nove milioni di share e tanta qualità; perché non ha conflitti di interessi; perché ci mette la faccia e la vita".