martedì 14 dicembre 2010

Aggressione a Berlusconi: un anno dopo.

Un anno fa, esattamente il 13 dicembre 2009, Silvio Berlusconi, alla fine di un comizio in Piazza Duomo a Milano subì un'aggressione da parte di un certo Massimo Tartaglia, poi definito psicolabile, che lo colpì con una miniatura del Duomo stesso.
Mi interessai dell'episodio perché le modalità con cui avvenne avevano del surreale, mentre fu del tutto reale il vantaggio che il governo Berlusconi, e soprattutto Berlusconi stesso, ne trasse, tirandosi fuori da un lungo periodo di attenzione dell'opinione pubblica su una escalation di scandali che sembrava non potesse avere eguali e che minacciava seriamente la stabilità del governo.
Purtroppo in seguito abbiamo scoperto che quegli scandali potevano essere ampiamente superati, ed infatti nel corso del 2010 Berlusconi è riuscito a stabilire nuovi record da questo punto di vista.
A distanza di un anno da quell'aggressione Berlusconi ha nuovamente avuto il problema di riguadagnarsi la fuducia, ma stavolta non c'è stato bisogno di sotterfugi e del Tartaglia di turno: è bastato agire direttamente con la potenza del denaro su quel "mercato delle vacche" che oramai a buon diritto può essere definito il parlamento italiano.
Allora cosa può fare di più a cazzotti con la fiducia al governo Berlusconi sancita oggi dal parlamento se non la riesumazione e l'analisi critica di ogni particolare di quella singolare vicenda dell'aggressione che il nostro amato primo ministro avrebbe subito un anno fa ?

Quello che segue è il documento che scrissi a suo tempo documentandomi con tutto il materiale che riuscii a reperire in rete.



I dubbi sull’aggressione a Berlusconi


Premessa



L’aggressione a Silvio Berlusconi del 13 dicembre 2009 suscita non pochi dubbi di autenticità sia per le macroscopiche incongruenze sulla pianificazione e gestione del servizio di sicurezza, sia per i numerosi indizi rilevabili soprattutto dalle riprese televisive effettuate in quella circostanza e facilmente reperibili su Internet, in particolare su YouTube.



È singolare il fatto che la quasi totalità dei media tradizionali ha evitato di approfondire i dubbi sull’aggressione a Berlusconi e, al contrario, quando su YouTube hanno iniziato ad impazzare le visite ai video costruiti intorno all’ipotesi del complotto, sono stati costretti ad occuparsene prendendone immediatamente le distanze e comportandosi esattamente come se avessero il compito di impedire l’espansione di un pericoloso fenomeno negazionista.

Un esempio emblematico del modo con cui è stata gestita la notizia dell’ampia diffusione su YouTube di video che presentavano l’ipotesi dell’aggressione-bufala ci viene offerto dal servizio trasmesso dal TG2 del 19 dicembre che ha circoscritto e tentato di ridicolizzare il fenomeno parlando dell'esistenza di un video su Internet, quando in effetti ne circolavano già molti, e definendo subito falsa l'ipotesi in esso formulata che l'aggressione a Berlusconi fosse una montatura. Il servizio infatti si è soffermato solo su un paio degli elementi che il suddetto video presentava a sostegno di quella ipotesi, scegliendoli non a caso tra i meno convincenti, e per demolirla definitivamente, ha utilizzato quasi a mo' di prova le dichiarazioni degli esponenti politici, straordinariamente coincidenti tra la maggioranza e l’opposizione nel respingere con forza (che significa con forza ? è da criminali ipotizzare che l’aggressione sia stata una montatura ?) quella ricostruzione dell’aggressione a Berlusconi. È inoltre strano, soprattutto per l’opposizione, che queste dichiarazioni siano state immediatamente rilasciate, senza nemmeno porsi il problema di documentarsi maggiormente ed analizzare più criticamente i fatti.

Dulcis in fundo, nel servizio del TG2 non poteva mancare l’erogazione di una buona dose di anticorpi in soccorso a coloro che corrono il rischio di rimanere affascinati da queste strane ipotesi sulla natura complottista dell’aggressione a Berlusconi e, allora, via con il saggio richiamo a ciò che la storia ci può insegnare, con una breve carrellata di precedenti illustri di tesi di montature poi rilvelatesi del tutto infondate. Come , ad esempio, per gli attentati dell’11 settembre che sono stati considerati da alcuni un inganno organizzato da una parte dell’establishment dell’amministrazione statunitense per indurre Bush alla guerra, oppure addirittura – ma qua la storia non c’entra tanto - per le influenze aviaria e suina, che alcuni hanno messo in dubbio affermando che si tratterebbe di virus messi in circolazione dalle case farmaceutiche per vendere i vaccini. Non ci vuole molto in quest’ultimo caso a capire che si tratta di un’idea veramente bislacca, visto che da che mondo è mondo i virus se ne vanno in giro da soli senza bisogno di incentivi da parte delle case farmaceutiche.

Ma tenendo da parte le leggende metropolitane e gli eventi che sono troppo più grandi di noi per essere conosciuti e correttamente interpretati prima che sia trascorso almeno mezzo secolo, se proprio si vuole fare appello agli insegnamenti della storia, varrebbe la pena ricordare anche un illustre precedente di segno esattamente opposto. Erodoto infatti riporta nel Libro I, 59 che per ottenere l'appoggio popolare, Pisistrato ricorse a uno stratagemma: si procurò delle ferite per mostrarle in pubblico quale prova di un'aggressione subita da parte dei propri rivali. Il popolo decretò per lui l'istituzione di una guardia del corpo di 300 mercenari con la quale Pisistrato occupò l'Acropoli, senza resistenza da parte degli Opliti, nel 561/560 a.C., ottenendo il potere assoluto.



Ragioniamone insieme




In questo documento ho raccolto diverse osservazioni effettuate sui video dell’aggressione ed altro materiale reperibile su Internet. Quasi tutte le osservazioni sono documentate con dei fermo immagine in cui si evidenziano determinati particolari, che tuttavia possono essere apprezzati pienamente solo attraverso un’attenta osservazione dei video da cui sono tratti.



È bene chiarire subito che tutto ciò che viene presentato in questo documento non costituisce una prova che l’aggressione a Berlusconi sia una montatura, ma rappresenta semplicemente un significativo insieme di indizi a sostegno di tale ipotesi, a cui ciascun osservatore potrà attribuire il peso che ritiene più opportuno, valutandone le concatenazioni e le possibili correlazioni con la dinamica dei fatti accaduti quella sera in piazza del Duomo a Milano.



Molti degli indizi che vengono qui presentati sono collegati a particolari comportamenti o gesti di diverse persone riprese prima, durante e dopo l’aggressione di Berlusconi, e potrebbero essere agevolmente approfonditi se, interrogando tali persone, si ottenessero delle risposte plausibili per tali comportamenti o gesti.

Si potrebbe ad esempio domandare a Berlusconi per quale motivo si sia messo a sfogliare per un minuto le foto dategli da un astante, oppure cosa volesse comunicare alla guardia del corpo dietro di lui quando improvvisamente si è girato e gli ha dato una piccola gomitata (punto 3.3), oppure si potrebbe domandare a La Russa cosa cercava di comunicare disperatamente gridando e gesticolando ad un cameraman che stava riprendendo proprio la scena dell’aggressione (punti 2.2, 2.3 e 4.2) e domandare a quello stesso cameraman come mai, dopo aver inquadrato per un momento la scena dell’aggressione, non si è soffermato su quell’incredibile scoop, comportandosi così in modo simile alle guardie del corpo di Berlusconi che al momento dell’aggressione guardavano a terra. Si potrebbe inoltre domandare alla grossa guardia del corpo, che è stata per tutto il tempo praticamente immobile, a chi si rivolgeva quando ha repentinamente disteso in alto il braccio destro (punto 3.5). Si potrebbe infine domandare al medico personale di Berlusconi, Dott. Zangrillo, come sia possibile che l’emorragia di sangue che sembrava essersi arrestata quando Berlusconi si è mostrato a tutti col volto insanguinato e con la camicia immacolata, sia poi ricomparsa nel tragitto per andare all’ospedale San Raffaele, dove Berlusconi, a detta dello stesso medico, sarebbe arrivato con la camicia intrisa di sangue.

Dare delle risposte plausibili a queste e a tante altre domande certamente fugherebbe ogni dubbio sulla veridicità dell’aggressione a Silvio Berlusconi, con buona pace dei sostenitori della teoria del complotto e di coloro che auspicano alle masse il catartico effetto di accorgersi di un’Italia che ha toccato il fondo.



Considerazioni di carattere generale



Prima di entrare nel merito dei diversi particolari rilevati e documentati con video e foto, vale la pena rilevare le evidenti anomalie del comportamento di Berlusconi e degli uomini della sua scorta.





  • Il video trasmesso da Rainews24 del 13-12-2009, presentato al punto 1, inizia con Berlusconi che sfoglia tranquillamente le foto dategli in una busta di plastica nera da un’astante, intrattenendosi così ben più di un minuto nel posto dove è stato aggredito, in totale dispregio delle elementari regole di sicurezza che gli avrebbero dovuto impedire di rimanere fermo a mo’ di bersaglio. Questo comportamento risulta particolarmente incomprensibile se si considera la presenza durante il comizio di quella sera di numerosi contestatori alquanto agitati, ai quali Berlusconi non aveva risparmiato veementi rimproveri, apostrofandoli a un certo punto al ripetuto grido di “Vergogna! Vergogna! Vergogna!”.

  • Immediatamente dopo l’aggressione gli uomini della scorta hanno infilato Berlusconi nell’auto che era proprio presso di loro, ma successivamente, invece di partire a tutta velocità per sottrarlo da altri eventuali attacchi e farlo soccorrere presso il più vicino ospedale, si sono trattenuti sul posto forse per più di un minuto, dopodiché, incredibilmente, hanno permesso a Berlusconi di uscire e mostrarsi a tutti salendo addirittura sul predellino dell’auto. In quelle circostanze Berlusconi, essendo nuovamente fermo e visibile a molte più persone di quando era stato colpito, correva ulteriori rischi di essere bersagliato con oggetti o addirittura con colpi di arma da fuoco.

    Anche l’allontanamento in auto è risultato del tutto anomalo in quanto l’auto procedeva lentamente pur essendo libera la strada ed il finestrino presso il quale stava Berlusconi era aperto affinché potessero vederlo, facendo perdurare il rischio di essere nuovamente colpito.




I particolari osservati



1)


documento:





1.1 al minuto 0:06 si vede il microfonista che stando sulla destra di Tartaglia si rivolge verso di lui e sembra fargli un cenno con la testa un istante prima che questi sferri l’attacco. Questa ipotesi potrebbe essere avvalorata dal fatto che il microfonista, reggendo con una specie di canna da pesca un microfono che stava a poca distanza da Berlusconi possa aver indicato proprio con quel microfono l'esatto punto in cui Berlusconi doveva posizionarsi per poter essere facilmente raggiunto dall'oggetto che Tartaglia doveva lanciare.

Inoltre tramite lo stesso microfono, che a un certo punto è stato afferrato e scosso da una guardia del corpo di Berlusconi (vedi punto 3.1), il microfonista può aver ricevuto la conferma che Berlusconi era pronto per il posizionamento finale.







1.2 al minuto 1:13 la testa di Berlusconi non indietreggia nemmeno di un centimetro nel momento esatto dell'impatto dell'oggetto, ma si muove solo qualche istante dopo, quando Berlusconi si porta le mani sulla faccia, come si vede nel punto 5.2. Ciò non è congruente con la violenza che viene attribuita al colpo subito da Berlusconi, che secondo le dichiarazioni del suo medico ed il referto medico dovrebbe avergli provocato la frattura del setto nasale e la rottura di due denti.

È inoltre interessante osservare lo strano comportamento della guardia del corpo di cui si vede appena la testa nella parte inferiore dell'immagine. Egli gira la testa da un'altra parte proprio quando Tartaglia alza il braccio e sta prendendo la mira, e successivamente all'aggressione, per i cinque secondi in cui è possibile vederlo, non si gira a guardare cosa fosse accaduto a Berlusconi e sembra rimanere assolutamente tranquillo e indifferente.







2)


documenti:





2.1 al minuto 0:37 si vede Tartaglia nel momento in cui sta per lanciare l’oggetto che ha in mano. Nella parte inferiore dell’immagine si vede La Russa allontanarsi tenendo la scena dell’aggressione alle sue spalle, e quindi non può essere stato un testimone oculare, tuttavia nell'intervista del Video A, a proposito dell’aggressore, dichiara: “mi è sembrato che avesse un corpo contundente in mano o un tirapugni o qualcosa del genere”.

mentre nell'intervista del Video B
annuisce vistosamente quando viene presentato come un testimone oculare che stava a meno di due metri dal punto dell'aggressione.

Le false dichiarazioni di La Russa risultano del tutto strane in relazione allo stato d’animo che avrebbe dovuto avere in seguito alla drammatica aggressione di Berlusconi, mentre diventano plausibili ipotizzando che La Russa, sapendo che l’aggressione era una montatura con la finalità di fare presa sull’opinione pubblica, intendeva contribuire a tale obiettivo proponendosi come testimone oculare del crimine.

Inoltre La Russa già qualche istante prima dell’aggressione ha iniziato a gesticolare per richiamare l’attenzione del cameraman che sta facendo la ripresa, fingendo ad un certo punto di aggiustarsi i capelli per dissimulare i frenetici movimenti che fa con la mano per indicare al cameraman di spegnere la videocamera. L’intenzione di La Russa risulta inequivocabile nelle immagini presentate nei successivi punti 2.2, 2.3 e 4.2.







2.2 al minuto 0:39, non essendo ancora riuscito a farsi vedere o capire dal cameraman, La Russa gli grida qualcosa.








2.3 continuando a rivolgersi al cameraman, La Russa chiude la mano come per comunicargli di spegnere la videocamera, richiesta che risulta inequivocabile nel successivo gesto di alt visibile nel punto 4.2.

Ma cosa poteva indurre La Russa a dare indicazioni al cameraman su ciò che doveva fare ?

Anche il comportamento del cameraman è strano, in quanto aveva appena ripreso l’aggressione a Berlusconi ed invece di soffermarsi sull’evento, sposta l’inquadratura in modo analogo a quanto ha fatto un altro cameraman (punto 3.8), ed è probabile che abbia terminato la ripresa proprio in seguito alle segnalazioni di La Russa, poiché il servizio termina proprio con quelle immagini.






3)



documento:




Questo video è uno dei più interessanti perché i filmati in esso contenuti presentano il maggior numero di indizi. Inoltre il secondo dei filmati risulta aver subito delle manipolazioni che sono descritte nei punti 3.12 e 5.4



3.1 al minuto 1:01 una guardia del corpo, dopo aver tenuto a lungo il braccio alzato per afferrare il microfono che penzola dall'alto, lo afferra e lo agita con decisione. Probabilmente con questa azione è stato dato un segnale alla persona che regge con un'asta quel microfono e che, come è indicato nel punto 1.1, pochi istanti prima dell'aggressione sembra rivolgersi a Tartaglia che gli sta accanto facendogli cenno di agire.







3.2 al minuto 1:05 Berlusconi stringe la mano ad una persona con la sciarpa rossa che gli passa di nascosto un bigliettino.







al quale Berlusconi da una rapida occhiata al minuto 1:07 senza dare alcun riscontro di quanto aveva letto alla persona che glielo aveva passato.







successivamente, al minuto 1:20, Berlusconi rilegge il misterioso bigliettino che quindi contiene un messaggio importante, urgente e riservato, visto che anche stavolta non dà alcun riscontro a chi glielo ha passato.


Probabilmente in questo modo Berlusconi è stato informato che tutto era pronto per far scattare l’aggressione.







3.3 a partire dal minuto 1:08 si può assistere ad una sconcertante sequenza di segnali che vengono scambiati tra vari soggetti e che iniziano con una leggera gomitata che Berlusconi dà alla guardia del corpo dietro di lui dopo essersi improvvisamente girato per guardare verso il cameraman, vicino al quale si trovava anche La Russa.

Quella gomitata potrebbe essere il segnale con cui Berlusconi ha dato l’avvio all’operazione della finta aggressione.







3.4 al minuto 1:15 La Russa si avvicina alla guardia del corpo che sta di spalle e gli appoggia un pugno dietro la schiena.







3.5 al minuto 1:16 la guardia del corpo che sta di spalle alza vistosamente il braccio destro mentre in alto a sinistra si intravede Tartaglia che guarda proprio in quella direzione.









3.6 al minuto 1:20 la guardia del corpo inquadrata di fronte guarda per un momento alla sua sinistra ed un momento dopo (minuto 1:21) fa un cenno alzando le sopracciglia. Come indizio può sembrare un po’ debole, ma va tenuto presente che nelle varie riprese quella guardia del corpo non ha manifestato alcun tic con le sopracciglia ed il cenno che compie si incastra perfettamente con la sequenza di segnali che vengono scambiati.







3.7 al minuto 1:37 la guardia del corpo che sta a sinistra di Berlusconi avanza con decisione per mettersi tra Berlusconi e le persone che egli aveva davanti creando un varco attraverso il quale Tartaglia potesse più agevolmente mirare a Berlusconi e lanciargli contro l'oggetto.



3.8 al minuto 1:42 il cameraman abbandona l’inquadratura di Berlusconi e un secondo dopo, mentre sta ruotando la telecamera, si scorge per un istante il braccio alzato di Tartaglia pronto a scagliare l’oggetto. In basso a sinistra si vede la guardia del corpo che se non avesse tenuto costantemente gli occhi abbassati (vedi punto 5.1) avrebbe visto benissimo il braccio che Tartaglia ha sollevato ed agitato per vari secondi prima di effettuare il lancio.







3.9 al minuto 1:40 sembrano udirsi le parole: “DAGLI DENTRO!”, quattro secondi dopo si sente il rumore dell’oggetto lanciato da Tartaglia.




3.10 al minuto 1:44 si sente un rumore che sicuramente è provocato dell’oggetto lanciato da Tartaglia.

Esso è preceduto un istante prima da un altro rumore, molto più lieve (si riesce a distinguere solo ascoltando ad alto volume o in cuffia), che potrebbe essere stato prodotto dall’oggetto nel momento in cui colpisce Berlusconi, mentre il successivo rumore ben più forte potrebbe corrispondere all’impatto dell’oggetto con il suolo, cosa verosimile anche per il suo particolare timbro.

Questa ipotesi sarebbe coerente con quanto viene mostrato nel punto 5.2, dove si può osservare che l'oggetto colpisce Berlusconi solo di striscio e sembra proseguire la sua corsa mantenendo la velocità iniziale.
Un riscontro a questa ipotesi potrebbe essere agevolmente trovato con dei calcoli basati sulla stima della velocità e della traiettoria dell'oggetto individuabili nel filmato indicato nel punto 5.2 (da esaminare ovviamente alla velocità reale, e non maggiorata come è stato trasmesso in televisione), sulla stima della distanza che l'oggetto può aver percorso dopo aver toccato Berlusconi e sulla durata dell'intervallo di tempo trascorso tra i due rumori.

Nell'ipotesi che il lievissimo rumore che precede quello che comunemente viene attribuito all'impatto dell'oggetto sul volto di Berlusconi, sia stato il reale rumore prodotto da quell'impatto, considerata anche l'elevata sensibilità del microfono che ha consentito di distinguere ogni parola precedentemente pronunciata da Berlusconi, ne scaturirebbe che il colpo subìto al volto da Berlusconi è stato molto più lieve di quanto si ritenga, certamente non tale da provocare i danni dichiarati dal medico di Berlusconi e indicati nel referto medico (vedi punto 7).



3.11 continuando a riflettere su ciò che viene udito intorno al minuto 1:44, cioè nel momento dell'aggressione, è sorprendente notare che, sebbene il microfono utilizzato per quella ripresa avesse una sensibilità tale far distinguere ogni parola pronunciata da Berlusconi, non si riesce a sentire nemmeno un piccolo grido di dolore emesso da parte sua, cosa che sarebbe stata del tutto naturale date le significative lesioni che avrebbe riportato (vedi punto 7), nè si riesce a sentire il più lieve suono emesso da Berlusconi riconducibile ad un sussulto di sorpresa.



3.12 al minuto 3:46 il volto di Berlusconi appare sfumato come se le immagini fossero state manomesse e proprio al centro compare una fascia nera che apparentemente sembra essere l’ombra dello specchietto retrovisore dell’auto. In realtà la vera ombra dello specchietto retrovisore è quella che appare sul volto dell’autista e va in tutt’altra direzione, come è dimostrato al minuto 3:53 dove l’unica ombra dello specchietto è quella proiettata sul braccio della guardia del corpo giratasi in quel momento verso Berlusconi.











3.13 al minuto 4:20 si vede chiaramente che il sangue sul volto di Berlusconi si presenta in forme di gocce raggrumate di colore rosso scuro, ed è veramente inspiegabile che in meno di un minuto si sia potuto coagulare il sangue fuoriuscito da ferite che perdipiù sono state descritte essere di una certa entità.







4)



documento:





La sequenza mostrata in questo video prosegue quanto si vede nel video presentato al punto 2 e ne sviluppa gli indizi, offrendo la possibilità di valutare appieno il comportamento che ha avuto La Russa nei secondi che hanno preceduto e seguito l’aggressione a Berlusconi.



4.1 al minuto 0:06 si vede il braccio di Tartaglia che effettua il lancio dell’oggetto e La Russa che sta distante e di spalle.








4.2 al minuto 0:09 si vede La Russa che con la mano da il segnale di stop al cameraman che ha di fronte, che qui non è visibile, ma è sicuramente il cameraman che fa la ripresa del punto 2.







4.3 al minuto 0:11 La Russa picchia ripetutamente con la mano sul tetto dell'auto e parla all'autista forse preannunciando l'imminente arrivo di Berlusconi.

In questo fotogramma si nota che tutte le persone sono rivolte verso il punto dove è avvenuta l’aggressione, tranne La Russa, che comunque, come indicato nel punto 4.1 non ha visto l’accaduto nè si è ancora voltato a guardare cosa stesse accadendo.







4.4 nonostante il notevole trambusto che si è scatenato subito dopo l’aggressione La Russa non si è girato un solo momento per guardare cosa stesse accadendo intorno a lui.

Incredibilmente al minuto 0:15, cioè ben nove secondi dopo l’aggressione, mentre tutti guardano verso Berlusconi che viene portato nell’auto in mezzo ad una gran concitazione, si può vedere il nostro Ministro della Difesa che continua ad allontanarsi con indifferenza, come se non esistesse una situazione di pericolo tale da richiedere il suo intervento. In definitiva guardando quelle immagini si ha la netta sensazione che tutto ciò che stava accadendo fosse stato perfettamente previsto da La Russa.







5)



documento:


Questo video contiene il filmato girato dal cameraman che stava giusto accanto a Tartaglia e riprende il volto di Berlusconi nel momento in cui viene colpito dall'oggetto. Nel video viene dimostrato che tale filmato è stato manipolato per farlo vedere in modo velocizzato, probabilmente per non consentire di rilevare alcuni particolari poco convincenti e per rendere più drammatica la situazione.



5.1 al minuto 0:25 si vede la guardia del corpo a destra di Berlusconi che tiene costantemente gli occhi abbassati, mentre, come si può vedere nel punto 3.8, se li avesse alzati avrebbe potuto vedere benissimo il braccio di Tartaglia che sventola per diversi secondi mentre cerca di prendere la mira.







5.2 nel minuto 0:28, si vede l'oggetto colpire il volto di Berlusconi, ma l'impatto sembra avvenire solo di striscio e senza particolare violenza, visto che la testa non arretra di un solo centimetro, come è stato indicato anche nel punto 1.2.

Inoltre la traiettoria e la velocità dell'oggetto risultano quasi invariate dopo l'impatto. Un oggetto di massa limitata per fratturare il naso avrebbe dovuto cambiare notevolmente direzione e velocità, dissipando nell'impatto quasi tutta la sua quantità di moto. Risulta quindi poco credibile l’affermazione del medico personale di Berlusconi (vedi punto 7) ed il referto medico redatto il giorno successivo in cui si parla di frattura del setto nasale.







5.3 nel minuto 0:30, immediatamente dopo che Berlusconi è stato colpito, sembrerebbe solo di striscio, dall'oggetto lanciato da Tartaglia, è possibile vedere, anche se solo per una frazione di secondo, il volto di Berlusconi che non riporta alcun evidente segno di danno.







5.4 sempre in questo video viene dimostrato che il filmato presentato nel punto 2 risulta aver subìto un taglio che non consente di valutare quanto tempo Berlusconi sia rimasto nell’auto e che tipo di interventi abbia ricevuto dalle guardie del corpo. Il taglio è evidente confrontando la posizione della guardia del corpo in auto che cambia, insieme al tipo di inquadratura nel minuto 1:44.







Ovviamente queste manipolazioni dei video, così come quella indicata del punto 3.12, avvalorano la tesi che l’aggressione sia stata simulata.






6)


documento:





Questo video evidenzia che l'oggetto colpisce la parte esterna della guancia di Berlusconi e per le sue limitate dimensioni non può aver colpito anche il naso.



7)



documento:





Questo video indaga sullo strano comportamento di tre personaggi entrati in scena immediatamente dopo il lancio di Tartaglia, e che verosimilmente si sono coordinati tra loro per recuperare l'oggetto lanciato contro Berlusconi, avvalorando l'ipotesi che tale oggetto fosse di materiale poco aggressivo per un corpo contundente, ad esempio di sughero o di gomma, e quindi doveva assolutamente sparire per non disvelare che l'aggressione era una montatura.
D'altra parte non si ha notizia che il modellino del duomo lanciato da Tartaglia sia stato recuperato ed esaminato dagli inquirenti.



7.1 al minuto 0:39 si vede un tizio che si allontana di corsa dopo dieci secondi dall'aggressione e con tutta probabilità ha tra le mani l'oggetto che Tartaglia ha lanciato contro Berlusconi.






8)



documenti:





Il video A contiene un’intervista del 13-12-2009 al Dott. Zangrillo, medico personale di Berlusconi, che in merito alle condizioni del suo paziente dichiara:



  1. trauma contusivo importante del massiccio facciale


  2. lesione labbro superiore sia interno che esterno

  3. frattura setto nasale

  4. sanguinamento copiosissimo tale da aver riempito la camicia

  5. sutura effettuata sul labbro inferiore




  • le dichiarazioni n.2 e n.5 sono incoerenti tra loro


  • la dichiarazione n.4 non è coerente con quanto si può osservare nel punto 3.13, dove Berlusconi, dopo appena un minuto dall'aggressione, mostra un volto sporco di sangue raggrumato e senza alcuna emorragia in corso (vedi punto 3.13), né è coerente con l'aspetto della sua camicia, rimasta immacolata fino al momento della dipartita, come risulta dalla sottostante foto di Berlusconi dopo il rientro in auto

  • le dichiarazioni n.2 e n.5 non sono coerenti con la foto del 28-12-2009 (vedi punto 5) in cui Berlusconi non presenta la minima cicatrice o tumefazione sulle labbra

  • la dichiarazione n.3 non è coerente con l’aspetto del naso di Berlusconi nella foto sottostante in cui si nota l’assenza di echimosi intorno al naso e di sangue vicino le narici, producendosi, di norma, una immediata e copiosa epistassi in caso di frattura del setto nasale che difficilmente si arresta senza specifici interventi. Per le considerazioni sviluppate nel punto 5.2 risulta inoltre molto improbabile che il setto nasale di Berlusconi possa essersi fratturato in quelle circostanze

  • nella conferenza stampa del 14-12-2009 tenuta dallo stesso Zangrillo per comunicare il bollettino medico di Berlusconi (video B) le dichiarazioni n.2 e n.5 non trovano riscontro





Ovviamente le contraddizioni in cui cade il medico personale di Berlusconi non sono direttamente collegate all’ipotesi che l’aggressione sia una montatura, tuttavia il fatto che egli abbia cercato di ingigantirne gli effetti, addirittura violando il suo codice deontologico, fa ritenere che gli sia stato dato il preciso obiettivo di contribuire a suscitare nell'opinione pubblica la massima emozione possibile sull’accaduto.

Ipotesi di questo tipo vengono comunemente accolte anche da molte persone che non riuscirebbero mai ad immaginarsi l'esistenza di una montatura dietro l'aggressione a Berlusconi, ma tuttavia attribuiscono determinati comportamenti successivamente messi in atto, ad un opportunismo politico finalizzato alla risalita del consenso verso Berlusconi ed il PDL sull'onda emotiva suscitata da quell'aggressione. Questi ragionamenti presuppongono che ci sia stata un'incredibile capacità di focalizzare ed organizzare nel giro di pochissimo tempo una strumentalizzare dell'aggressione a cui hanno partecipato a vario titolo di una moltitudine di soggetti, a partire da La Russa che in alcune interviste rilasciate quella sera stessa si è addirittura proposto come testimone oculare dell'aggressione pur non avendo visto un bel niente (vedi punto 2.1), proseguendo con le interessanti dichiarazioni ed i referti del medico personale di Berlusconi, e continuando ovviamente con le iniziative dei tiratori scelti della politica e dell'informazione che hanno fatto tutto il resto del lavoro.

Tutto ciò non può che testimoniare una spregiudicatezza, che, vista sullo sfondo della drammaticità di quella aggressione, non sarebbe maggiormente plausibile di quella necessaria per organizzare anche l'evento iniziale, ovvero l'aggressione a Berlusconi, ovviamente in forma simulata.








9)



In queste foto si può confrontare la posizione delle bende quando Berlusconi è uscito dall’ospedale tre giorni dopo l’aggressione, con la posizione della ferita che presentava sotto l’occhio.

Quella che sembrava essere la ferita più grave riportata da Berlusconi, quasi non viene nemmeno coperta dalle bende.






10)



In questa immagine di Berlusconi immediatamente dopo l’aggressione non appare alcuna ferita sulla guancia sinistra.







Questa foto ritrae Berlusconi ad Arcore il 28-12-2009 che festeggia il compleanno della deputata Biancofiore.


Non si riesce a comprendere quale ferita ci sia sotto il grosso cerotto che copre la guancia sinistra.






11)



Queste foto sono state scattate il 7-1-2010 in Costa Azzurra a Mougins, dove Berlusconi si mostra per la prima volta in pubblico senza bende.


Incredibilmente sul volto che era stato colpito violentemente meno di un mese prima non si scorge alcun segno residuo delle ferite.










Un possibile movente




Una raccolta di indizi così copiosa impone anche una riflessione su quello che potrebbe essere il movente di un’azione così eclatante, qual è l’organizzazione di una montatura dell’aggressione a Berlusconi, quanto rischiosa nel caso che gli avversari politici o chi per loro l’avessero scoperta.

Quindi l’unico movente sensatamente ipotizzabile deve necessariamente sottrarsi a questa valutazione rischi/benefici, ed in qualche modo deve essere compatibile con gli interessi dell’opposizione.

Riflettiamo un po’ insieme. Come conseguenza dell’aggressione a Berlusconi si è ristabilito un clima politico di distensione, che ha posto fine ad un perdurante clima d’odio la cui negatività è stata provata dal modo con cui esse può influenzare un soggetto psicolabile. Ma senza questo ritrovato clima di distensione, come avrebbe potuto Berlusconi confermare il 5 gennaio 2010 il segreto di Stato per fermare l' indagine sui rapporti tra Marco Mancini ex n.3 del SISMI con Telecom Italia senza che questo atto provocasse l'immediata e forte reazione di quella parte della società civile e del mondo politico che non è più disposta ad accettare un'Italia che si trascina nella totale menzogna con cui si conservano i privilegi di una minuscola parte della popolazione a danno della rimanente parte ?



Conclusioni



Se avete avuto la curiosità e la pazienza di leggere e verificare gli elementi descritti in questo documento, vi chiedo di segnalarlo al maggior numero possibile di amici, affinché abbiano l’opportunità di leggerlo e farsi una propria idea di quello che potrebbe essere realmente accaduto la sera del 13 dicembre 2009 in piazza del Duomo a Milano.

Se minimamente esiste la probabilità che l’aggressione a Silvio Berlusconi sia stata una montatura e che conseguentemente ci troviamo come cittadini italiani al centro di un tentativo di manipolazione dell’opinione e delle coscienze che non ha precedenti nella storia della nostra Repubblica, diventa indispensabile consentire a tutti di rivedere quell’evento con una diversa chiave di lettura, e di utilizzarla con l’ausilio della propria ragione per capire quale sia lo scenario più plausibile ovvero quali urgenti chiarimenti si debbano chiedere alle istituzioni e alla classe politica che guidano o pilotano il Paese.



Concludo dicendo che questo documento è stato realizzato con il solo scopo di favorire uno scambio di opinioni il più allargato possibile, cosa che ritengo sia sempre positiva, e pertanto invito tutti coloro che pensano di voler esprimere la propria opinione, qualsiasi essa sia, a partecipare alla discussione aperta su Facebook, pregandoli però di farlo sempre con educazione e con rispetto di chi la pensa diversamente, anche perché il miglior modo per non farsi capire - e continuare tra l’altro a non capire nemmeno se stessi - è quello di aggredire e di offendere gli altri anziché argomentare su ciò che si pensa.




Diego Risi

Sei personaggi in cerca d'autore. Osservateli bene... e se li incontrate per strada...

Chiedetegli pure un autografo.

Un giorno potrebbe valere qualcosa...

6 personaggi in cerca d'autore...
e l'hanno trovato in Lui, nel Taumaturgo!

Segnateveli bene a mente; se li incontrate per strada chiedetegli l'autografo e poi liberissimi di farne quel che volete.

Segnateveli.
Costoro sono coloro che oggi hanno scritto una pagina di SStoria (con due S) della nostra Repubblica.


1) Catia Polidori (FLI)

2) Maria Grazia Siliquini (FLI)

3) Silvano Moffa (FLI)

4) Domenico Scilipoti (ex IdV)

5) Massimo Calearo (ex PD)

6) Bruno Cesario (ex PD)


6 personaggi che han trovato un autore!!!

(N.B.: le foto le potete trovare ovunque in Internet, non le metto qui per non incitarvi allo sputo violento... che poi rischiate di rovinare il monitor per colpa mia).


(dal Messaggero.it)

Vince Berlusconi, sì a fiducia per 3 voti
Fli si spacca, bagarre alla Camera

Decisivo voto delle finiane Polidori e Siliquini. Fini vittoria solo
numerica. Bossi: non c'è veto all'Udc. Il premier al Quirinale

ROMA (14 dicembre) - Vince Silvio Berlusconi. Dopo il sì scontato del Senato, la Camera ha confermato la fiducia al governo respingendo con 314 no e 311 sì le due mozioni di sfiducia presentate contro l'esecutivo. Gli astenuti sono stati due. Berlusconi, intorno alle 17, è poi salito al Quirinale per riferire al capo dello Stato, Giorgio Napolitano.

Decisivi, a sorpresa, i voti favorevoli al governo delle "futuriste" Catia Polidori e Maria Grazia Siliquini, mentre la colomba finiana Silvano Moffa all'ultimo momento non ha votato. A favore del governo anche il dipietrista diventato berlusconiano Domenico Scilipoti, e gli ex Pd Massimo Calearo e Bruno Cesario. Rissa in aula durante le votazioni tra deputati della Lega e di Fli.

«Sono sereno ora come lo sono sempre stato», ha detto il presidente del Consiglio, lasciando Montecitorio dopo un "bagno di folla" tra i deputati in Transatlantico alla Camera. Ve lo dicevo che Fli si spaccava, ha detto poi il premier, a quanto si apprende, incontrando alcuni esponenti dell'esecutivo e del Pdl nella sala del governo e commentando le defezioni di Futuro e Libertà.

«La vittoria numerica di Berlusconi è evidente quanto la nostra sconfitta. Che Berlusconi non possa dire di aver vinto anche in termini politici sarà chiaro in poche settimane», ha affermato il presidente della Camera Gianfranco Fini, ribadendo che non si dimetterà come cjhiesto invece dal Pdl.

«C'è un governo solido, una maggioranza ampia, che sicuramente riuscirà a mettere in pratica il programma nell'interesse degli italiani». Usa l'arma dell'ironia, il capogruppo di Fli Italo Bocchino, uscendo dall'Aula al termine del voto di fiducia, che ha visto il governo prevalere. Poi cita Togliatti. «Quando Pajetta occupò la prefettura contro Scelba, Togliatti gli disse: bravo, ora che ci fai? Ecco, a Berlusconi bisogna dire: e mò che hai preso la fiducia per tre voti in più, che ci fai?».

«Non cambia nulla il Governo non ce la fa. La crisi politica esce drammatizzata, si è verificata una vicenda scandalosa di compravendita voti», ha commentato il segretario del Pd Pier Luigi Bersani.

«Al di là del computo dei venduti e dei comprati, c'è una sconfitta politica del governo e dunque il premier deve prendere atto che la maggioranza politica non c'è più», ha detto il leader dell'Idv Antonio Di Pietro. Dunque, ha aggiunto, «il premier è a un bivio: restare dov'è con un governicchio per avere il lodo Alfano o andare dal presidente della Repubblica e avviare la crisi per verificare se c'è una maggioranza politica». In caso contrario, «si va al voto e per noi prima ci si va e meglio è».

«Ora venite con noi»: con queste parole rivolte a Pier Ferdinando Casini Berlusconi avrebbe poi tentato di ammorbidire la posizione dei centristi che hanno sempre respinto la richiesta di entrare nella maggioranza. In aula alla Camera, durante la prima chiama sulle mozioni di sfiducia al governo, il premier recatosi tra i banchi dell'Udc si è intrattenuto con Casini ed i deputati centristi e ha sollecitata l'Udc ad entrare nella maggioranza.

«Non c'è veto all'Udc. C'è il problema del federalismo ma non basta», ha detto il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, rispondendo ai cronisti a Montecitorio che gli chiedono se ci sia un veto della Lega Nord a un allargamento della maggioranza ai centristi di Casini. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni ha avvertito: «O si allarga la maggioranza o è meglio andare al voto».


Non ho mai detto...

Mr sì-no, Silvio tra smentite e conferme






"Non ho mai detto che"...: un classico di Berlusconi, che come un disco rotto, dice una cosa e cinque minuti dopo la smentisce. In un video semiserio realizzato da Simone Salis, le peripezie del premier tra smentite e conferme.

Oggi il giorno della verità.

In tutti i sensi.
Qualunque cosa succederà oggi in Parlamento, nulla sarà come prima!

La spallata francamente me l'aspetto, ma più che una spallata, mi aspetto un pericoloso colpo di coda da parte di quest'uomo ormai giunto alla disperazione.

Se cade da quello scranno, dove sta attaccato per un filo, rischierà di finire fra le mani dei giudici quale imputato in una miriade di processi (tempo addietro lui stesso ha parlato di circa 700 convocazioni in processi vari che lo vedono implicato... e questo solo nell'immediato).

Cosa NON farà quest'uomo una volta che fosse inchiodato con le spalle al muro?
Una possibilità potrebbe essere una soluzione alla Bettino.
Prendere baracca e burattini e portarsi in uno di quei paradisi dove potrebbe godersi al sole tropicale le sue puttanelle maggiorenni e non.

Ma il nostro uomo non è tipo da abbandonare il campo di battaglia.
Sa esattamente cosa tirerebbero fuori se lui lasciasse campo libero ai "suoi nemici comunisti" (ora si ci sono messi pure gli ex amici), e lui questo non se lo può permettere finché è in vita.

Il suo smisurato orgoglio ne andrebbe polverizzato e preferirebbe piuttosto una orrenda fine che sentire quel che si direbbe di lui nel resto del mondo.

Quale sarà questo probabile colpo di coda?

Per uno come lui, disposto a trascinare l'Italia in un regime ancora più restrittivo di quello cinese... NESSUNA ipotesi, neanche la più cruenta, sarebbe troppo azzardata.


(Da Repubblica.it)

LE RIVELAZIONI

"Berlusconi, censura a Internet
per favorire le sue televisioni"

Caso WikiLeaks, un cablo dell'ambasciatore Usa Thorne: uso privato del potere. "Il decreto Romani offrirebbe le basi per azioni legali contro chi dovesse entrare in competizione contro membri del governo". "Così si azzittisce la concorrenza politica" di VINCENZO NIGRO

ROMA - "Così Berlusconi vuole censurare Internet" per "favorire le proprie imprese" commerciali e azzittire "la concorrenza politica". Gli ultimi due cablogrammi dell'ambasciatore Usa a Roma David Thorne diffusi da WikiLeaks, riferiscono le critiche, le perplessità e i sospetti dell'amministrazione Usa sulla "legge Romani". È il decreto anti-Internet che il governo italiano voleva far passare tra fine 2009 e inizio 2010. In un cablogramma del 3 febbraio 2010, Thorne sintetizza: "la legge darà possibilità di bloccare o censurare qualsiasi contenuto", e "favorirà le imprese di Silvio Berlusconi di fronte ai suoi competitor". La conferma, secondo l'ambasciatore, di un "modello di business familiare in cui Berlusconi e Mediaset hanno usato il potere del governo in questo modo sin dai tempi del primo ministro Bettino Craxi".

Thorne spiega al Dipartimento di Stato che "la legge sembra scritta per dare la governo il potere di censurare o bloccare qualsiasi contenuto di Internet se il governo lo ritiene diffamatorio o che alimenti attività criminali". Il decreto "offrirebbe le basi per intraprendere azioni legali contro le organizzazioni di mezzi di comunicazione che dovessero entrare in competizione politica o commerciale contro membri del governo". Nel telegramma Thorne ricorda che da anni gli Stati Uniti hanno fatto pressioni sul governo italiano perché approvi leggi che evitino conseguenze legali per chi operasu Internet: "Finora l'Italia ha fatto molto poco", e adesso "con questa legge salta ogni collaborazione e anzi propone una regolamentazione molto dura".
Thorne, che era stato al fianco di John Kerry e dello staff di Obama nell'uso di Internet nella campagna elettorale americana del 2008, dice che la legge italiana potrebbe "essere un precedente per Paesi come la Cina, che potrebbero copiarla o portarla a giustificazione dei propri attacchi contro la libertà di espressione". Per Antonello Busetto, una fonte confindustriale ascoltata dall'ambasciata Usa, questa legge "potrebbe significare la morte di Internet in Italia".

Inoltre dirigenti di Sky-tv in Italia confermano all'ambasciata Usa che la legge Romani avrebbe "offerto molti vantaggi commerciali a Mediaset, la televisione del primo ministro, rispetto a Sky, uno dei suoi principali competitori". Questi dirigenti "confermano il ruolo di Romani come leader all'interno del governo per aiutare Mediaset a mettere Sky in una situazione di svantaggio". L'ambasciata Usa spiega a Washington che tra l'altro il governo vorrebbe obbligare gli Internet provider come YouTube o Blogspot "a diventare responsabili del contenuto che pubblicano così come lo sono le televisioni", cosa "impossibile sia dal punto di vista economico che da quello pratico". E "dato che la legge prevede di rendere passibili di diffamazione sia i siti d'opinione che gli Internet provider, alcuni la vedono come un modo per controllare il dibattito politico su Internet". Inoltre, aggiunge Thorne, "vista da una prospettiva commerciale, la norma diretta a limitare i video e le televisioni disponibili su Internet aiuta Mediaset mentre la società del premier esplora il mercato della televisione via Internet".

L'ambasciatore scrive ancora che l'authority italiana per le comunicazioni, l'Agcom, avrebbe il potere di bloccare i siti non italiani e di "imporre multe fino a 150 mila euro alle compagnie straniere: l'Autorità in teoria è indipendente, ma molti temono che non sia sufficientemente forte per resistere alle pressioni politiche".
Thorne conclude, ricordando che il governo ha già preso diverse iniziative per controllare le reti sociali di Internet, "inclusa l'infame intenzione di esigere che i blogger debbano avere la licenza di giornalisti, che viene concessa dal governo".

(14 dicembre 2010)

lunedì 13 dicembre 2010

Ogni tanto ci provano...

Non sanno che basta fare un Copia/Incolla per fare il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci.

Sarà mica per un caso che Berlusconi ODIA A MORTE la rete?

Il motivo è semplice: nessuna censura riuscirà a fermarla e nessuno potrà mai controllarla.


(da www.ilpopoloviola.it)


Un portale per rimanere in contatto.
Per ricevere notizie sulle mobilitazioni e per sapere come partecipare.
Un portale vi@la per diffondere le nostre notizie e per entrare a far parte di quell'immenso flusso nato dopo il 5 dicembre 2009.
Perchè niente e nessuno riuscirà a fermarci.
Adesso è il momento di far sentire la nostra voce. Dopo sarà tardi.


Notizie
Una lunga catena umana attorno alla “zona rossa”

Scritto da Administrator, 13-12-2010 15:38

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La pagina Facebook de “Il Popolo Viola”, grazie alle numerosissime sollecitazioni arrivate all’account di servizio di Facebook, è stata riaperta dopo 5 ore. Ringraziamo tutti coloro che si sono spesi con mail, post e telefonate a Dublino direttamente alla sede di Google Europa. E’ un buon segno che – se la mobilitazione è condivisa – porta i suoi buoni frutti. Riprendiamo allora il filo del nostro discorso sulle mobilitazioni in occasione del voto di sfiducia. Come temevamo, domani 14 dicembre il Governo ha deciso di blindare il centro di Roma – come mai era accaduto prima – per “preservare i luoghi delle istituzioni”. Così dice il Questore nella prescrizione che ci ha inviato. Non hanno accettato neanche la nostra proposta alternativa di P.zza SS. Apostoli anziché Montecitorio, proponendoci P.zza San Marco (di fronte all’altare della Patria a P.zza Venezia) per tenerci lontani dalla “zona rossa”. Bene, la proposta che facciamo allora è la seguente: dopo il corteo che partirà alle 9.30 da P.zza della Repubblica, ritrovo alle 12.30 a P.zza San Marco e poi una lunga catena umana che circondi tutta la loro “zona rossa”. Perché le istituzioni le preservano meglio i cittadini, dagli attacchi furibondi che questo governo lancia giorno dopo giorno, facendole sgretolare. Noi non ci meritiamo questo presidente del Consiglio che ha utilizzato le istituzioni per i suoi fini personali e che sta prolungando l’agonia del suo governo solo per non tornare a farsi giudicare per i reati commessi. Per questo domani avvolgeremo le nostre istituzioni, da lontano, rispettando le disposizioni di chi teme le critiche e la libera espressione del pensiero, con una azione assolutamente nonviolenta e pacifica. Un abbraccio che percorra tutto il perimetro della “zona rossa”: rossa dalla vergogna e dalla rabbia di non poter controllare la verità dei cittadini che sanno di poter contribuire alla caduta del regime berlusconiano.

Ultimo aggiornamento: 13-12-2010 15:38


Tutti i truffatori insieme appassionatamente...


Impossibile fare la conta delle truffe moderne né tantomeno separare il grano dal loglio e le balle dalla verità.

Insomma contro i poveri sprovveduti non resta che alzare almeno un sipario di sana diffidenza e NON CREDERE ASSOLUTAMENTE A NESSUNA DELLE BALLE che ci fanno piovere dalle televisioni e da un po' di tempo in qua anche dalle e-mail di Internet.

Una delle ultime e-mail/truffa cita così:


Gentile Titolare
Storno addebito pratica nr 8867/02 in estratto conto nr 6577/9
relativo al 07/12/2010 presso stazione di servizio AGIP - importo: 142,70
acceda al portale titolare www.cartasi(falsa).it per verificare tale transazione
verra' ricontattato telefonicamente da un nostro operatore entro le 48 ore dalla verifica.
CartaSi non sara’ responsabile per la mancata ricezione di
queste comunicazioni qualora, a seguito di modifica della tua email, la
stessa non sia stata da te aggiornata tramite la nostra area protetta.
Potrai modificare la modalita’ di invio dell’e/c in qualunque momento
nell’area protetta del nostro sito o chiamando il nostro Servizio Clienti.
Grazie per aver utilizzato i nostri servizi online
La ringraziamo per aver scelto i nostri servizi.
P. IVA 04107060966 - copyright © 2009 CartaSi S.p.A. - Tutti i diritti riservati



cazzzooo!!!
Penserete voi...
Mi stanno fregando 142 euro e rotti, usando una mia carta clonata!!!

E vi precipitate immediatamente a controllare il vostro conto per tentare di bloccare questa truffa...

Ma... alcuni di voi dopo qualche secondo di smarrimento rifletteranno e diranno:

Cazzo!!!!
Ma io non ho nessun conto con Carta Si!!!

E allora come è possibile?

Ok Ok al solito vi illustro cosa succederebbe se andaste a clickare negli invitanti link che vi propone la e-mail.

Il discorso è semplice: vi ricordo che vi basta fare un semplice
Control+U per vedere ESATTAMENTE dove vi porta quel link SEDICENTE (e falsamente) appartenente a cartasi.it


Guardate bene l'istruzione; quello che vedete è www.cartasi.it ma quello dove in realtà vi manda è cio' che è scritto subito dopo il tag


href=

ovvero il sito:

http://tibuslaricrtasi.com/

Stavolta siamo arrivati un po' in ritardo a leggere questa e-mail e il sito è stato rimosso, ma normalmente quello che succede è che vi propongono una pagina iniziale esattamente come quella di cartaSi e da qui vi chiedono di digitare Nome-Utente e Password.
Dopo di che vi ringrazieranno e vi diranno che un funzionario vi contatterà al più presto possibile entro le successive 48 ore.

Ma nessuno vi chiamerà e fra 2 o 3 giorni vi sarete dimenticati di questo episodio.

Fra qualche mese invece qualcuno, usando i vostri dati di accesso, si prenderà la briga di trasferirsi un po' di denaro dal vostro conto a un conto corrente di loro proprietà magari presso una banca svizzera o russa o in uno di quei paradisi fiscali dove non arriva nessuna polizia al mondo e che è il paradiso dei ladri e dei farabutti!!!

(Notate come stavolta non ho detto una sola parola contro Berlusconi, e se pensate che lui con le sue 64 società off-shore adoperi questi paradisi fiscali esattamente come fanno questi ladruncoli, beh lo avrete pensato voi e non sono stato certamente io a dirvelo).

.

Ancora sulla presunta aggressione a Berlusconi di un anno fa.


Ricevo e pubblico volentieri la segnalazione di un sito che a suo tempo si è occupato dello stesso fatt(acci)o e che si aggiunge a quelli che come noi hanno avuto seri dubbi sulla sua autenticità.


Il sito è il seguente: http://www.webalice.it/adricri/

Del quale riporto qui solo l'inizio:

I dubbi sull’aggressione a Berlusconi

Premessa

L’aggressione a Silvio Berlusconi del 13 dicembre 2009 suscita non pochi dubbi di autenticità sia per le macroscopiche incongruenze sulla pianificazione e gestione del servizio di sicurezza, sia per i numerosi indizi rilevabili soprattutto dalle riprese televisive effettuate in quella circostanza e facilmente reperibili su Internet, in particolare su YouTube.

È singolare il fatto che la quasi totalità dei media tradizionali ha evitato di approfondire i dubbi sull’aggressione a Berlusconi e, al contrario, quando su YouTube hanno iniziato ad impazzare le visite ai video costruiti intorno all’ipotesi del complotto, sono stati costretti ad occuparsene prendendone immediatamente le distanze e comportandosi esattamente come se avessero il compito di impedire l’espansione di un pericoloso fenomeno negazionista.
....


Continua su:

http://www.webalice.it/adricri/
.


Per chi l'avesse dimenticato, esattamente un anno fa alle ore 2:28 di notte (del 14 dicembre), esattamente 6 ore dopo il fattaccio avevamo pubblicato il nostro post e sollevato (forse per primi) il dubbio sulla veridicità di quell'aggressione.

Chissà perché Berlusconi decide di far spostare la discussione sulla sfiducia a partire da oggi 13 dicembre, ovvero ESATTAMENTE ad un anno da quella "finta" aggressione, che gli consentì di sopravvivere un altro anno...

Che lui creda nei segni del destino e sugli influssi astrali?

(Che stia aspettando un'altra finta aggressione?)


http://eretici.blogspot.com/2009/12/berlusconi-aggressione-vera-o-tutta-una.html


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domenica 12 dicembre 2010

Grande Fratello? Un'accozzaglia di animali!!!

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(dal Corriere.it)

Parole e atti degli «inquilini» nel mirino dell'associazione. Che studia azioni legali...

«Crudeltà sugli animali, fermate il Gf»

La denuncia di Animalisti Italiani: maltrattata una gallina. «E Guendalina voleva uccidere un uccellino»

Parole e atti degli «inquilini» nel mirino dell'associazione. Che studia azioni legali...

«Crudeltà sugli animali, fermate il Gf»

La denuncia di Animalisti Italiani: maltrattata una gallina. «E Guendalina voleva uccidere un uccellino»

Guendalina ride a crepapelle immaginandosi di regalare un uccellino morto ad Angelica
Guendalina ride a crepapelle immaginandosi di regalare un uccellino morto ad Angelica
Il Grande Fratello? «E' il reality della crudeltà verso gli animali. E gli autori, la conduttrice e soprattutto i protagonisti ignorano totalmente il danno che dal punto di vista culturale stanno arrecando ai tanti giovani che seguono il programma». Lo sostiene Walter Caporale, presidente dell'associazione Animalisti Italiani onlus, che avanza ora la richiesta di una sospensione del programma di Canale 5, considerato diseducativo per gli spettatori e dannoso per gli animali che incidentalmente si trovano nella Casa. Nel mirino del gruppo animalista ci sono in particolare due episodi: le dichiarazioni di Guendalina che alla vista di un uccellino nel cortile della Casa (lei lo chiama «pappagallino», ma un pappagallino non è) non trova nulla di meglio che immaginarsi di «accopparlo» per regalarlo ad Angelica «in una scatola nera con la croce al centro, tipo bara»; e i maltrattamenti compiuti da Matteo ai danni di una gallina, lanciata in aria e fatta cadere a terra e poi ripresa e strattonata, con conseguente botta al capo e la rottura di una zampa.

L'uccellino che Guendalina avrebbe voluto consegnare morto ad Angelica
L'uccellino che Guendalina avrebbe voluto consegnare morto ad Angelica
«ANDAVANO ELIMINATI» - «Sono giunte numerose segnalazioni a proposito di questi due episodi - spiega ancora Caporale -. I video sono stati inviati al nostro staff legale che valuterà tutte le denunce del caso ed il gratuito maltrattamento degli animali all'interno della Casa. Intanto, ci chiediamo perché il Grande Fratello non abbia provveduto ad eliminare i concorrenti in questione, visto che in passato sono stati cacciati concorrenti per molto meno». Invece, fa notare ancora l'associazione, Alessia Marcuzzi durante la diretta del 29 novembre si è limitata a commentare con un «povero uccellino morto» l'episodio che ha visto Guendalina protagonista. Un tentativo di minimizzare che è apparso fuori luogo. Nel filmato, ancora visibile sul sito ufficiale del programma, si vede Guendalina che ci mette proprio passione nell'immaginare lo «scherzo» per la coinquilina ed è coinvolta a tal punto da ridere a crepapelle al solo immaginarsi la scena di lei che glielo consegna e le dice: «Tieni, l'ho ucciso per te, so che ti piacciono tanto gli animali... L'ho ucciso con delicatezza...». E' una risata lunga, profonda e incontenibile, la sua, al punto da farle commentare: «Mi sto sentendo male...».

LA ZAMPA SPEZZATA - L'episodio della gallina, invece, sarebbe avvenuto il 4 novembre attorno alle 22,30. Matteo, secondo la ricostruzione degli Animalisti Italiani, «ha preso una gallina gettandola in aria e la stessa ricadendo andava a battere violentemente il muso. Lo stesso Matteo riprendeva la gallina scuotendola in modo irruento e alcuni inquilini della casa constatavano che la stessa si era rotta una zampa per la grande botta ricevuta». Di qui l'idea di valutare un'azione legale nei confronti della trasmissione con la relativa richiesta di sospensione.

Al. S.
08 dicembre 2010(ultima modifica: 10 dicembre 2010)

giovedì 9 dicembre 2010

L'acquisto di voti e di maiali.

Natale che vai usanza che trovi.

Nella maggior parte degli stati occidentali per Natale si comprano i maiali. In Italia si comprano voti in parlamento. Un acquisto vale l'altro.

Ma io se permettete, preferirei i maiali a 4 zampe; oltre a costare molto meno sono buoni da fare a salsicce; questi non sarebbero buoni neanche per quella, saprebbero troppo di m....!


(da Diritto.net)

La fiducia «Una compravendita di maiali Calearo Scilipoti e gli altri


Autore: Gianvito Rutigliano

«Una compravendita di maiali». Per Antonio Di Pietro, leader dell’Italia Dei Valori, non ci sono dubbi. Quello che si sta consumando in queste ore dai rappresentanti del Governo e del PDL per assicurarsi i numeri per ottenere la fiducia il 14 dicembre è un autentico mercato indegno del Parlamento italiano. «Chiunque vinca – ha continuato Di Pietro, in un’intervista a Radio 24 – avremo un Parlamento con un ricatto continuo, una compravendita di maiali. Il calciomercato al confronto è una cosa nobile, questo è il mercato delle vacche». I pochi giorni che separano il Governo da quella che sembra una prova di fiducia molto complicata vede i fedelissimi dell’una e dell’altra (altre) parte impegnati a una difficile conta, pallottoliere alla mano: all’attuale maggioranza servono 317 voti favorevoli e, per adesso, ne contano solo 310. I giochi sono aperti.

I metodi, ancora una volta, si rivelano poco ortodossi, a giudicare da quanto ha dichiarato Massimo Calearo (già capolista nella lista del PD alla Camera in Veneto, passato al gruppo misto con l’ApI di Rutelli prima e come indipendente attualmente) in un’intervista a Il Riformista. Il “prezziario” per convincere un deputato o un senatore a votare la fiducia si aggirerebbe «dai 350mila al mezzo milione di euro», roba da riflettere sugli estremi per un reato di corruzione per un atto d’ufficio, «e pensi che la quotazione, nei prossimi giorni – ha incalzato il deputato – può ancora salire. Soprattutto al Senato». Le pressioni arriverebbero, scorrendo le risposte, anche da personaggi dell’opposizione, visto che sono calcolati a 345 coloro che perderebbero la pensione in caso di scioglimento anticipato delle Camere. Senza contare tutti coloro che non verrebbero ricandidati.

Le cifre di cui riferisce Calearo sarebbero coperte, a giudicare da indiscrezioni riportate da Repubblica, da consulenze da centinaia di migliaia di euro, ripetute per tre-quattro anni. I broker dell’operazione di reperimento sarebbero divisi per zona: Daniela Santanché per le opposizioni, il ministro Vito e gli onorevoli Pionati («Spiego ai miei tacchini che sono dei pazzi a inneggiare al Natale. Uno appena arrivato resta un altro mese e poi torna a casa? È mica venuto a Montecitorio a fare una gita scolastica?») e Romano per l’UDC, coordinati dalla triade Verdini-Crimi (tesoriere PDL)-Pepe (attivissimo sul fronte radicali).
Nell’occhio del ciclone è, invece, il deputato ormai ex IdV Scilipoti. A sentirlo, voterà la sfiducia a Berlusconi, come assicurato dal suo ex leader Di Pietro. Resta inquietante però riflettere sulla sua frase di qualche giorno fa «Voterò secondo le indicazioni di Idv», dato il suo passaggio al gruppo misto, deluso dal suo partito e dal capogruppo Donati che (a sentire il deputato) «accusato di ogni nefandezza e avvertito: neanche tua moglie ti riconoscerà più», oltre a promettergli una campagna denigratoria messa in campo da dipietristi, PD e Repubblica. La conferma è arrivata da una conferenza stampa congiunta tenuta questa mattina con Calearo e un altro potenziale fuoriuscito, ancora dell’IdV, Antonio Razzi. Quest’ultimo, eletto nella circoscrizione Europa, si dice certo del “no” e passerà al gruppo misto “Noi Sud“. Lo stesso Di Pietro ha parlato di pressioni fortissime nei suoi confronti.
La conferenza stampa congiunta di oggi ha dato i primi verdetti: Calearo è orientato all’astensione, Scilipoti alla sfiducia e Cesario (eletto nella lista PD, passato all’API) alla fiducia. I tre costituiranno, nel gruppo misto, il “Movimento di responsabilità nazionale“.
Se Grassano, iscritto al gruppo misto perché sotto processo per truffa aggravata ai danni del Comune di Alessandria e rifiutato dal gruppo della Lega, è dato come certo “sì” (per lui assicura Pionati), deputati come Catone e Scelli rischiano di fare il passaggio inverso, andando dal PdL a FLI.
Un’altra opzione valida per evitare la sfacciataggine di un voto contrario al proprio mandato elettorale, può essere quella dell’assenza che abbasserebbe il quorum necessario. E le possibilità diverrebbero enormi. Si passa dal curioso caso dell’onorevole Mogherini (PD), incinta e prossima al parto che si dice pronta persino al parto cesareo per essere in aula a votare il dissenso, ai tanti suoi ex colleghi, da tempo cani sciolti dopo aver lasciato il Partito Democratico alcuni mesi fa.
Sempre che Berlusconi non colga la proposta di dimissioni avanzata dai finiani per la costituzione di un nuovo esecutivo, ma che pare essere irricevibile dallo stesso premier. Il mercato è ancora aperto e i rinforzi nel mirino degli osservatori sono diversi. Molto probabilmente la certezza dei numeri si avrà solo il 14, conclusione di un campionato piuttosto avvincente. Solo allora si saprà se per Berlusconi sarà zona salvezza o retrocessione. E stavolta non c’è Ibrahimovic che tenga.

Le accuse contro Assange: tutta una montatura!!!

Noi non avevamo dubbi.
A prescindere della colpevolezza o meno, il fatto grave in sé è che tutti i governi del mondo occidentale si siano coalizzati

PER METTERLO A TACERE!!!


(da Ansa.it)

Chi è Anna, l'accusatrice forse spia

Dalle origini incerte, sembra sia scomparsa dalla Svezia

09 dicembre, 19:01



Anna Ardin da una pagina della Uppsala Universitet, in una immagine del primo settembre 2010
Chi è Anna, l'accusatrice forse spia

ROMA - 'Anna la cubana', cristiana fondamentalista, forse spia della Cia, femminista impegnata che sembra non aver retto alle critiche delle sue 'compagne di battaglia', donne del calibro di Naomi Klein e Naomi Wolf, e aver per questo abbandonato l'affaire Wikileaks. E' gia' un personaggio Anna Ardin, una delle due grandi accusatrici di Julian Assange, sfuggente, dalle origini incerte, in grado di dissolversi nel nulla, proprio come l'hacker australiano prima dell'arresto. E la sua stessa uscita di scena, se tale poi sara', ha i contorni del romanzo: Anna, provata dalle critiche delle femministe che hanno attaccato la magistratura svedese definendo ''strumentale'' l'arresto di Assange per stupro, avrebbe deciso di non collaborare piu' con i pm.

E si sarebbe trasferita in Cisgiordania, nell'ambito di un'iniziativa cristiana per portare la pace tra israeliani e palestinesi. Ora la donna, cristiana integralista, si troverebbe a Yanoun, un paesino vicino alla contestata barriera tra stato ebraico e territori. Ma in passato l'accusatrice di Assange avrebbe frequentato molto l'Avana, tanto che i giornali locali l'hanno gia' ribattezzata 'Anna la cubana'. Secondo alcuni, sarebbe addirittura nata a Cuba. Di certo l'ha visitata diverse volte come rappresentante dei socialidemocratici svedesi, lavorando a fianco dei dissidenti dell'isola e, forse, per la Cia. Ieri 'La Mesa Rendonda', il piu' noto programma politico cubano, ha dedicato un'intera puntata a Wikileaks.

E ad Anna. E le testimonianze non si sono fatte attendere: secondo alcuni giornalisti la donna in passato ''ha visitato Cuba dove si e' riunita con le Damas de Blanco ed altri gruppi dell'opposizione''. Ma non solo: Anna, secondo altre testimonianze, sarebbe legata a Carlos Alberto Montaner, un analista cubano che secondo l'Avana lavorerebbe per la Cia per mettere a punto ''piani anticubani''. E torna cosi' l'ipotesi che la femminista, integralista cristiana, forse cubana, sia anche una spia. E che all'Avana lavorasse per conto di gruppi ''finanziati dagli Usa contro Fidel Castro''. Una spia degli Stati Uniti, insomma, e, per molti, il passo verso le accuse ad Assange sarebbe breve.