domenica 18 gennaio 2015

Grillo - Schettino

Ma certo!!!



http://www.agoravox.it/Il-Grillo-omicida.html

Sicuri che Grillo, con la sua storia, possa guidare un paese?




Grillo Giuseppe, detto Beppe, da molti è conosciuto come comico, blogger, attore, attivista politico, arruffapopolo eccetera.
Ma è conosciuto anche come pregiudicato. In altri termini come un individuo che è stato condannato in via definitiva per omicidio colposo plurimo. L’omicidio colposo, tanto per mettere a fuoco con esattezza la questione, è un gradino sotto l’omicidio volontario, ma un gradino sopra l’omicidio preterintenzionale.
Vale a dire che l’individuo che lo ha commesso non aveva l’intenzione di uccidere (che sarebbe omicidio volontario), ma non è che ha ucciso incidentalmente, per caso, mentre faceva tutt’altro (che sarebbe preterintenzionale): ha ucciso per colpa; per una sua negligenza o per colpevole imprudenza. Questo è l'omicidio colposo.
Tecnicamente parlando quindi non lo si può definire un assassino, perché questa definizione implica una volontarietà, ma insomma, è comunque un omicida.
Nei primi anni ’80, è cosa risaputa ormai, alla guida del suo potente fuoristrada con alcuni amici a bordo, si inerpicò agli inizi dell’inverno, per una strada di montagna chiusa al traffico; pare che lui ci andò lo stesso, con noncuranza e superficialità. Da qui la sua ipotizzabile negligenza.
E guidò sullo sterrato fino a trovare una brutta lastra di ghiaccio su cui le gomme non facevano presa. Ghiaccio che avrebbe potuto/dovuto vedere, secondo la sentenza, ma su cui forse decise di andare lo stesso, evidentemente, o forse guardava da un'altra parte, chissà.
Fatto è che l'auto cominciò a scivolare, sempre più veloce verso lo strapiombo. Lui si rese subito conto di quello che stava succedendo e con la prontezza di riflessi che deriva dall’istinto di sopravvivenza aprì lo sportello e si gettò fuori. Così lui si salvò. Mentre gli altri, forse paralizzati dalla paura - o forse dormivano o guardavano distratti il panorama - non ce la fecero e rotolarono, intrappolati nell’auto, scivolando giù sull’implacabile lastra di ghiaccio, fino a cadere nel vuoto.
Morirono così in fondo al burrone tre persone; un padre, una madre e il loro bambino di otto anni. Un’intera famiglia uccisa per una cazzata.
Grillo Giuseppe, detto Beppe, fu condannato a un anno e tre mesi ed ha pagato il suo conto con la giustizia. Tecnicamente è un cittadino che non ha conti in sospeso con la società (credo: la lista delle denunce è lunga), ma sicuramente ha avuto la fedina penale (e la coscienza) segnata dal terribile incidente che provocò con la sua negligenza, con la sua imprudenza e con la sua (diciamolo) stupidità.







Adesso è alla guida, un po’ autoritaria mi sembra, del suo movimento. Domani potrebbe essere, direttamente o indirettamente, alla guida del Paese. E pensare che lui possa essere di nuovo alla "guida" di qualcosa, può essere una semplice assonanza o un'azzardata interpretazione, a me fa venire i brividi.
Il nostro paese è già stato portato su una pericolosa strada di montagna, dai tanti che l’hanno guidato. E sappiamo bene di essere nel cuore dell’inverno. Il lungo inverno del nostro scontento, potremmo dire.
Adesso non vorrei che per negligenza - o superficialità o improvvisazione o sciatteria o tracotanza o stupidità o imprudenza o ignoranza o cinismo o egoismo o opportunismo o banditismo, tutte caratteristiche che hanno contraddistinto in abbondanza gran parte della nostra classe politica - qualcuno, salito improvvisamente nella cabina di guida, ci porti tutti quanti su una lastra di ghiaccio scivolosa e mortale. In una situazione senza più scampo.
Non vorrei che quella drammatica storia privata di Grillo Giuseppe detto Beppe si ripetesse ancora con tutti noi come tragici protagonisti. Gli specialisti della psiche la chiamano proprio “coazione a ripetere”, mi pare.
Senza offesa per i suoi seguaci. Senza offesa anche per lui, sia chiaro. Ma io non mi fiderei tanto di chi diceva di saper guidare e finì in fondo ad un burrone. Anzi: per essere più esatti lui cascò in piedi, come si dice. Furono gli altri a finirci in fondo a quel burrone. A lasciarci le penne.
Sarà anche una brava persona, non saprei. Personalmente non mi piace, ne ho le scatole piene di piazzisti urlatori, di parolacce, di diti medi e di gesti dell'ombrello, di volgarità, di comici-politici e di politici-comici. Ne ho visti fin troppi. Adesso mi piacerebbero intelligenza e profondità, cultura e serietà, non altisonanti proclami messianici.
Ma il problema non è questo; il problema è che di sicuro alla guida del paese uno come lui, uno con la sua storia, non ce lo vorrei proprio, hai visto mai.
Per via di una non improbabile coazione a ripetere; e le strade ghiacciate che corrono lungo abissi di vuoto, mi inquietano un po'.