domenica 17 ottobre 2010

Fini: Il risveglio del Dinosauro.


Non è soltanto la sua presa di distanza da Berlusconi a rendere ineressante il personaggio Fini, ma la sua presa di coscienza della sua stessa caratura, che diciamocelo chiaramente in questi ultimi 3-4 lustri si era andata decisamente abbassando, facendo di lui un personaggio di second'ordine, un servetto, uno ZERBINO appunto.
Quante volte glielo abbiamo rimproverato?
Quante volte ha "subìto" le angherie di quel tiranno ridens che gli faceva ingoiare di tutto?

E di lui si era completamente persa ogni traccia di "dignità"!

Quella dignità di Leader e soprattutto di "Uomo" che un tempo faceva dire a tutti che lui era un Grande Uomo e uno Statista, anche a quelli delle barricate opposte...
E ce ne voleva!
Nella nostrana storia recente erano stati ben pochi coloro che si erano guadagnati meritatamente gli aggettivi di "Grande Uomo" e di "Statista" oltre che l'ammirazione universale e trasversale: Almirante, Berlinguer, e pochissimi altri, oltre che lo stesso Fini.
Poi il suo cambio di percorso e la cessione del suo scettro, così faticosamente conquistato negli anni precedenti, a quel nano ridens, ha fatto di lui un suo ZERBINO!!!

E' stato come se una gran coltre di neve avesse ricoperto questo Dinosauro (nel senso Grande) della politica e che questi vi fosse rimasto sepolto sotto per oltre 3 lustri.

Ora di nuovo il risveglio!!!

Finalmente fa piacere ascoltare i suoi discorsi, le sue parole, i suoi moniti, le sue indicazioni nel tracciare una strada maestra da seguire, valida e riconosciuta da tutti, se si vuole salvare la nostra Italica Civiltà e soprattutto la nostra stessa Civile Convivenza!

"La legge sia uguale per tutti."

Non e' soltanto uno slogan o un monito!!!

E' una Strada Maestra inscindibile dalla nostra stessa esistenza da Esseri Civili!
Se cosi non fosse... personalmente non abbiamo alcuna paura, perché a nessuno venga in mente che essere Persone Civili voglia necessariamente dire essere deboli, anzi, TUTT'ALTRO!!!

"Non c'è peggio dell'ira del Giusto"

E val la pena ricordare che è stata proprio "l'ira del Giusto" ad aver determinato nei secoli i più grandi sconvolgimenti sociali planetari... compresa la Rivoluzione Francese!


(da IlSole24Ore.it)

Il richiamo di Fini: legge uguale per tutti

Non fa mai cenno al dibattito politico in corso. Ma le parole che il presidente della Camera, Gianfranco Fini, consegna agli oltre mille giovani accorsi ieri a Locri, in Calabria, per ricordare Francesco Fortugno, il vicepresidente del consiglio regionale ucciso cinque anni fa dalla 'ndrangheta, travalicano i confini della commemorazione. «Il massimo dell'impegno di chi sta da questa parte – avverte Fini – deve essere quello di dimostrare con i fatti che la legge è uguale per tutti e dimostrare con i fatti che chi sbaglia paga». Affermazioni chiare quasi a voler rimarcare nuovamente la distanza che, sui temi della giustizia, lo divide dal Pdl. Anche quando, subito dopo, ricorda alla politica di non tralasciare «il grido di dolore delle procure e delle forze di polizia che chiedono più mezzi o uomini». Non prima di aver ammonito la giovane platea a non accettare compromessi. «La politica non deve considerarvi come potenziali clienti ma come elettori – continua la terza carica dello stato –. E se qualcuno vi chiede il voto con la promessa "dopo ci penso io", allora voi non datelo».
L'invito di Fini affinché la politica non sia contigua all'illegalità risuona anche nel messaggio rivolto alla famiglia Fortugno dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, secondo cui serve «riaffermare l'impegno di tutti i soggetti istituzionali, di tutte le forze politiche e sociali contro la pervasiva presenza di sodalizi criminali». Nel «commosso omaggio» a Fortugno, il capo dello stato richiama l'importanza di «una cultura della legalità» che può favorire «quella vasta mobilitazione civile di cui il paese ha bisogno per vincere la lotta contro tutte le mafie».
Sulla stele che ricorda Fortugno Fini e il guardasigilli Angelino Alfano depongono due corone di fiori. Quindi il ministro sottolinea i risultati raggiunti sul fronte del contrasto alla mafia. «La giustizia ha saputo individuare anche se non a titolo definitivo i responsabili di questo omicidio - spiega il ministro –. Alcuni si trovano al regime del 41 bis. È un messaggio importante per tutta la Calabria».
Proprio all'inasprimento del 41 bis, il regime del carcere duro, fanno riferimento le due lettere con minacce di morte recapitate nei giorni scorsi ad Alfano. Il cui invio è stato confermato da fonti di via Arenula. La prima lettera è breve e conterrebbe minacce generiche, mentre la seconda missiva, più lunga e articolata, rinvierebbe al discorso pronunciato dallo stesso guardasigilli a settembre. Quando, in occasione del convegno organizzato dal Pdl a Cortina, parlò del carcere duro per i boss e disse che il regime non sarebbe mai stato alleggerito. Al ministro è giunto il sostegno di tutte le forze politiche. A cominciare dai presidenti delle due Camere e dai colleghi del Pdl e del governo, con in testa il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. «Non solo non ci lasceremo intimidire, ma saremo più determinati di prima nella lotta contro tutte le mafie». Anche il Pd ha espresso «la più netta condanna per l'atto intimidatorio». E ad Alfano è arrivata infine la solidarietà di Maria Grazia Laganà, la vedova di Fortugno. «Tali azioni di stampo terroristico, attuate dai mafiosi, devono indurre lo gli organi dello Stato ad agire ora, ad agire in fretta, ad agire con sempre più forza per dare il colpo finale alla criminalità organizzata».


L’articolo continua sotto

(Nel sito del Sole 24 Ore.it)

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