martedì 16 aprile 2013

Grillo & Casaleggio rompono tutto!


Anche quella sorta di "silenzio" elettorale che nel bene e nel male i nostri Padri Fondatori ci hanno insegnato a rispettare, SOPRATTUTTO durante i giorni delle elezioni.

Invece Casaleggio che fa?

Lui, molto restio a rilasciare interviste... e soprattutto alla stampa italiana, ieri entra a gamba tesa in pieno svolgimento elettorale per la nomina del candidato 5 stelle al Quirinale e PONE UN VETO!

NO A PRODI!!!

Oh certo fatto in modo velato, ma nella sostanza era quello il soggetto e l'oggetto delle sue parole.

Insomma tra Renzi, Berlusconi e 5Stelle si può dire che li accomuna soltanto una cosa:

Sono gli uomini dei Veti!

Che vedi vedi sparano tutti nella stessa direzione!


(da La Stampa.it)


ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 2013
16/04/2013

Casaleggio, a Prodi stop calcolato
Strada in pole nel voto on line M5S


Gino Strada

JACOPO IACOBONI
TORINO
Per essere una forza politica giovane, il Movimento cinque stelle - almeno nel suo cervello (il corpo è tutto da vedere) - sembra maneggiare già, a modo suo, il grande gioco per il Quirinale. 
Ieri il cofondatore, Gianroberto Casaleggio, era a Torino all’incontro con gli imprenditori anticipato giovedì dalla Stampa. Letteralmente braccato dai cronisti, ha detto due frasi quasi studiate; nessuna delle quali comunque casuale. Nella prima, delineando il profilo del futuro presidente, ha spiegato «lo vorrei super partes, possibilmente non politico, che rappresentasse tutti gli italiani». Un insieme di caratteristiche che non pare corrispondere a quelle di Romano Prodi, che pure era stato - piuttosto a sorpresa - uno dei dieci nomi della rosa del Movimento dalla quale ieri è stato poi votato il candidato. Prodi è un politico-politico, è stato due volte premier e una volta presidente della Commissione europea, per dire solo gli incarichi più prestigiosi, e insomma, a prima vista quello di Casaleggio può esser letto come uno stop, e anche un oggettivo indirizzo dato a votazione (on line) in corso, quasi a frenare i consensi per l’ex premier. Del resto, è la sensazione che si ricava da tantissime chiacchierate trasversali nel movimento - tra semplici elettori, ma anche nello staff - il Professore non entusiasma, e il suo nome è davvero poco fatto, da quelli che hanno effettivamente votato.  

La seconda frase è questa: Casaleggio, interrogato sul nome di Prodi in particolare, ha semplicemente rispiegato l’idea fondativa dei cinque stelle, «noi ci rimettiamo sempre alle decisioni del movimento. Se la maggior parte del movimento dovesse votare Prodi o chi per lui... allora sarà lui». E’ abbastanza chiaro che stava solo ripetendo ciò che per lui è ovvio, la logica di base del mito-democrazia diretta: il fatto che sceglie l’elettorato, e anche se ci sono decisioni che non sono esattamente quelle che vorrebbero i capi, ci si adegua. Una fonte di primissimo piano spiega: «A noi Prodi non piace, ma il fatto che ci sia dipende esattamente dalla nostra idea di democrazia». Quindi... Anche se poi, dalle parole di Casaleggio, l’ipotesi di una vittoria di Prodi nel voto on line era davvero del terzo tipo, dell’irrealtà. Qualcosa di estremamente improbabile. 

Tuttavia come mai Casaleggio, di solito restio a parlare di politica direttamente, accetta di farlo, e per di più coram populo? Per quale motivo quasi ostenta un no a Prodi? Qui le risposte devono farsi più caute e articolate. La prima è che il cofondatore del movimento sa bene che Prodi non è piaciuto a tanti - a partire da professore Paolo Becchi - e in questo modo si sintonizza con la base elettorale, la compatta. Dà quasi un contentino a chi vede nel Professore una reincarnazione - sotto mentite spoglie - della casta. La seconda risposta è che Casaleggio sa che qualcuno degli eletti, culturalmente vicino a un’ipotesi Prodi, c’è; e qui la sua, più che un secco «no a Prodi», è quasi una presa d’atto del fatto che Prodi, volente o nolente, nella rosa è sbucato. C’è. «E bisogna prenderne atto perché questa è la democrazia diretta, piaccia o no». In sostanza Casaleggio così libera il Professore dall’abbraccio dei cinque stelle (che potrebbe risultare troppo impegnativo), ma in un certo senso mettendolo in una condizione di maggiore agibilità politica. 
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