martedì 30 marzo 2010

Operazione Beppe Grillo: missione compiuta.

Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sulla "posizione" di Beppe Grillo, questi, alla luce dei risultati elettorali definitivi di Lazio e Piemonte dovrebbe dissipare ogni suo dubbio sulla "reale" collocazione di Beppe e sull'effettivo ruolo che egli ricopre nello scenario politico italiano:

Il ruolo di Pifferaio Magico

per sgretolare una già sgangherata opposizione e condurre una buona parte di questa ad annegare in una qualsiasi fogna.

Ora Beppe Grillo potrà chiedere "il conto", e, da vero e unico vincitore di questa campagna elettorale, potrà anche alzare la posta e mirare più in alto aspirando, (perché no?) anche al ruolo di Camerlengo alla corte del suo Unico Padrone e Signore

Sua Maestà Silvio I°.

Con tanto affetto e tanto amore,
firmato
Beppe Grillo.

Su una cosa aveva ragione Berlusconi quando definiva gli elettori di sinistra:

Coglioni!!!

E visti i voti "catturati" da Beppe Grillo... questi sono tantissimi!!!

(da La Stampa.it)


Bresso: "Chiederemo di ricontare
le schede, è un atto doveroso"

L'arrivo di Mercedes Bresso al comitato Pd


«Grillo ci ha fatto perdere,
chi l'ha votato sarà contento
di finire governato da qualcuno
che gli assomiglia»

torino

Alla fine ha perso per un pugno di voti, tanto che ha già annunciato che chiederà il riconteggio. Mercedes Bresso, che cinque anni fa aveva strappato al governatore azzurro Enzo Ghigo un feudo berlusconiano a lungo imprendibile, non è riuscita nella difficile impresa di riaffermare il centrosinistra in Piemonte. La sua sconfitta a opera dello sfidante leghista Roberto Cota ha regalato al centrodestra l’ultimo tassello mancante della Padania.

«Chiederemo di ricontare le schede», ha detto a caldo Bresso raggiungendo poco prima delle due del mattino la sede del suo comitato. Ci sarebbe stato molto voto disgiunto. Faremo le verifiche, ma quando la differenza è dello 0,5% il riconteggio è un atto doveroso». Parlando con i giornalisti, Bresso ha puntato il dito contro il 4% andato al candidato di Beppe Grillo perchè sommando il risultato da lei raggiunto, quasi il 47%, con quello totalizzato dal grillino Davide Bono, si arriva al 51% circa con cui la presidente uscente sconfisse il centrodestra nella precedente tornata elettorale.

«C’è un fortissimo voto di protesta - ha rimarcato Bresso - e il 4% andato al candidato di Beppe Grillo ha impedito la vittoria del centrosinistra in Piemonte. E i voti ai grillini - ha sostenuto - sono in gran parte voti del centrosinistra. Certo questo risultato non era stato previsto, è stato sottovalutato, nei sondaggi non appariva, ma è un voto di protesta violenta, arrivato in modo improvviso, come spesso si manifestano i movimenti di questo tipo».

Bresso ha negato che sia stato un errore l’alleanza con l’Udc, che ha avuto un risultato nettamente inferiore alle aspettative.«Il dato - ha dichiarato - è la sconfitta dell’ipotesi di poter costruire un fronte politico di opposizione che punti sulla ragionevolezza e la moderazione, e su un progetto politico sensato che non spacchi il Paese. Gli elettori hanno premiato chi ha voglia di spaccare. E io mi sento inadeguata a un mondo così, dove conta solo chi la spara più grossa».

«Chi ha votato per il candidato di Beppe Grillo sarà contento - sì è lasciata andare a dire a un certo punto la presidente uscente - di finire governato da qualcuno che gli assomiglia, anche se sta dall’altra parte«. La debacle del centrosinistra in Piemonte è stata segnata dalla vittoria di Cota in tutte le province a esclusione di Torino. E anche in quello che veniva ritenuto il villaggio di Asterix del centrosinistra, il vantaggio di poco meno del 10% realizzato da Bresso non è stato sufficiente ad arginare la marea montante dei consensi arrivati dal resto della Regione».

Il problema vero - ha detto alla fine Bresso - è la sconfitta della tesi che gli elettori scelgano chi parla di cose concrete e cerca di risolvere i problemi. L’accoppiata Berlusconi e Lega è quanto di meno moderato ci sia. È estremamente violenta e aggressiva, cavalca la protesta, e fa apparire insensato chi si ostina a fare politica basandosi sui programmi»


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