martedì 8 giugno 2010

La Protezione civile in Abruzzo rischia il linciaggio? Ma se lo meriterebbe?

Ve lo ricordate quando subito dopo il terremoto scoppio' "il caso" sul mancato allarme da parte degli organi ufficiali e addirittura di una denuncia per "procurato allarme" all'unico funzionario (GianPaolo Giuliani) che si era permesso di allertare la popolazione (che probabilmente e' stato solo grazie a lui e all'aver seguito i suoi consigli di uscire di casa se i morti non sono stati molti ma molti di più rispetto al dare ascolto alle voci suadenti degli IMBECILLI che addirittura li invitavano a rientrare nelle case)...???

Ebbene... non e' stato forse ancora più criminale cercare di convincere tutti gli italioti medio imbecilli che "i terremoti non si possono prevedere" come ha fatto lo stesso nostro PresDelCons in persona?

E se la Protezione civile rischia degli "spari in testa", gli stessi non sono forse rischiati anche da coloro che hanno cercato criminosamente di COPRIRE QUELLE RESPONSABILITA'???

(da Repubblica.it)

IL CASO

Berlusconi: "Protezione civile
in Abruzzo rischia spari in testa"

Il premier sull'inchiesta sul mancato allarme: "Finché esisterà l'accusa di omicidio colposo gli operatori non andranno più in zone terremotate". Il procuratore: "Lavoriamo rapidamente e nel rispetto della legge"

ROMA - "La Protezione Civile non si recherà più in Abruzzo finché esisterà l'accusa di omicidio colposo". Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervenendo all'Assemblea di Federalberghi, a Roma. E il premier rivela di aver dato disposizione agli uomini della Protezione civile di non recarsi nelle zone terremotate in Abruzzo o, quanto meno, di farlo senza rendersi riconoscibili perché "qualcuno con la mente fragile rischia che gli spari in testa". Il presidente del Consiglio fa riferimento alle recenti vicende giudiziarie sul mancato allarme 1 per il terremoto e rivela appunto di aver "detto agli uomini della Protezione civile di non andare in Abruzzo o almeno di farlo senza insegne o almeno senza rendersi riconoscibili" proprio perché dopo l'apertura di quel fascicolo "rischi che qualcuno che magari ha avuto dei familiari morti sotto le macerie e con una mente fragile, gli spari in testa".

La replica dei giudici è arrivata per bocca del procuratore della Repubblica dell'Aquila, Alfredo Rossini: "Non entro in polemica. Continuiamo a lavorare come al solito bene, velocemente e rispettando le leggi vigenti". L'inchiesta ha portato all'emissione di sette avvisi di garanzia alle persone, tra cui i vertici della Protezione Civile, che hanno partecipato alla riunione della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009 a soli cinque giorni dalla tragica scossa. Per la Procura che ha indagato sull'ipotesi di reato di omicidio colposo, la Commissione Grandi Rischi non ha adottato provvedimenti preventivi.

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