Ecco la prova provata della sua robustezza.
Ownano Vista e Mac OS X. Resiste Ubuntu
News
lunedì 31 marzo 2008


Proprio sfruttando un link inserito in una email, Miller (in fotografia) e soci hanno spedito il MacBook Air su una pagina da loro appositamente preparata per l'occasione: in pochi attimi il sistema era sotto il loro controllo.
Non è chiaro se il problema sia attribuibile a Safari, browser di default in ambiente Mac OS, o ad un componente di sistema come Quicktime (che lo scorso anno aveva mostrato una falla che aveva permesso al socio dei vincitori, Dino Dai Zovi, di aggiudicarsi il premio): non è stato neppure svelato se la falla faccia parte del codice open source su cui si basa Safari, o se invece si tratti della parte "proprietaria" del browser di Cupertino. I dettagli sul problema non sono stati rivelati, e gli organizzatori hanno provveduto ad informarne immediatamente Apple: gli utenti quindi non corrono gravi pericoli, visto che nessuno - a parte gli scopritori e quelli di CanSecWest - sono a conoscenza di quale sia il vero punto debole.
A quanto pare, i tre avevano lavorato al problema per almeno una settimana: si erano concentrati su Mac OS, e si erano dati da fare per pensare a come violare il sistema. Secondo quanto riferito, ci sarebbero voluti un paio di giorni per scovare un varco nel codice, e il doppio per realizzare un appropriato exploit per sfruttarlo. Tecnici Apple, ha riferito l'organizzazione, sarebbero già al lavoro per risolvere il problema.

Macaulay non aveva fatto i compiti a casa con la stessa diligenza dei suoi colleghi: ci sono volute diverse ore solo per consentire al codice del suo exploit di girare sulla macchina bersaglio, pare perché l'hacker non aveva tenuto conto, nei suoi esperimenti, del recente Service Pack 1 per Vista. Il suo hack ha necessitato di alcune modifiche per poter risultare efficace, ma l'aver fatto leva su Flash e Java dovrebbe renderlo potenzialmente un problema per tutte le piattaforme su cui il software di Adobe è presente
Niente da fare, invece, per il Sony Vaio con Linux. Nonostante i partecipanti avessero individuato alcune falle, nessuno pare abbia voluto infierire sviluppando un exploit in grado di sfruttarle: "Sono sorpresa che non sia stato assegnato" ha detto Terri Forslof, portavoce degli organizzatori.
La spiegazione più accreditata è che gli hacker impegnati sulla piattaforma open source non abbiano voluto agire contro i loro colleghi per ragioni etiche.
(Certo, come no... se ti scoprono insozzato di merda cosa c'e' di meglio se non accusare il vicino di essere lui a emanare quella puzza?)
Del resto anche ammesso che venga trovata una falla su Linux in generale e su Ubuntu in particolare, essendo Open Source e Software Libero, questa viene immediatamente riparata e distribuita in tempo reale a tutti i PC dell'intero pianeta con pochissimi e semplicissimi click del mouse.
Luca Annunziata