lunedì 31 marzo 2008

Anno Domine 1731


31 Marzo 1731




"...il Cardinale Sigismodno Kolloritz Inquisitore Generale in Vienna, che a 31 marzo 1731 «ordinava con calore che si desse esecuzione alla sentenza»..."
"...E nel giorno 22 marzo 1732 a ore 19 e mezza fu bruciato vivo Antonino Canzoneri nel piano di Sant'Erasmo..."



"L'ultima infelice vittima della Inquisizione (in Sicilia), e dell'austriaca severità fu il procuratore legale Antonino Canzoneri, da Ciminna, che credeva di essere filosofo e teologante, mentre era quasi un demente.
Fu carcerato a 5 febbraio 1723 e accusato per molte eresie. Diceva che dalla fanciullezza ebbe dubbii rilevanti contro Gesu' Cristo e affermava che la sua legge e' legge di matti. Diceva che Maria era una magara. Non credea nei miracoli. Affermava opera naturale e non di Dio la creazione, un'invenzione la Trinita', il Papa un Pulcinella. Scrisse le sue proposizioni ereticali negando tutti i profeti e lodando Maometto e la di lui legge come giusta. Parve demente agl'Inquisitori, ma i medici giurarono «con pubblica attestazione esser il medesimo di sana mente». Dichiarato (19 dicembre 1729) eretico formale, apostata, pertinace impenitente, fu ordinato rilasciarsi al braccio secolare con la confisca dei beni. Dopo inutili sforzi per indurre l'eretico a penitenza fu trasmessa, la sentenza al Cardinale Sigismodno Kolloritz Inquisitore Generale in Vienna, che a 31 marzo 1731 «ordinava con calore che si desse esecuzione alla sentenza». Il povero curiale, sempre ostinato, bestemmiava da eretico, ma sul mattino del giorno destinato allo spettacolo e al rogo (2 ottobre 1731) si pentì e alla presenza del Tribunale «si protesto' d'esser egli stato un superbo, scandaloso, temerario, eretico formale e pertinace». Sottomesso in tutto dicendosi alla dottrina della Chiesa, fu ammonito di non piu' ricadere in errore di eresia. Fu sospesa l'esecuzione della sentenza e fu ordinato che comparisse da penitente e riconciliato nell'Atto di Fede.
Canzoneri mostro' segni di ravvedimento nella sala del Tribunale e fu recitato il Te Deum da Inquisitori, Consultori, e ministri «quali tutti abbracciarono e bagiarno con santo amore» il pentito Canzoneri. Quando fu letta la sentenza gli spettatori nobili e prelati e le dame gioirono per quella conversione. I rei furono ricondotti in carcere.
La corte Capitanale ricevette la statua di Mechele Rappino (gia' Fra Illuminato da Spaccaforno) e fuori la chiesa di San Domenico, riunita nei modo legali, formo' la sentenza per bruciarsi la statua, e venne nello stesso giorno (2 ottobre) fatta l'esecuzione nel piano di S. Erasmo.
Tornato in carcere Antonino Canzoneri ricadde nelle stesse e maggiori eresie, onde dopo essersi provati per convertirlo i primi teologi Palermo, e anche lo stesso Arcivescovo di Palermo, che vi ando' due volte, come ostinato nelle sue opinioni ereticali, gli fu letto il processo, e fu rilasciato alla Corte Pretoriana, da cui fu condannato al fuoco. E nel giorno 22 marzo 1732 a ore 19 e mezza fu bruciato vivo Antonino Canzoneri nel piano di Sant'Erasmo.
Dopo la pubblicazione (1866) della mia memoria Origini e vicende dell'Inquisizione in Sicilia, il Municipio di Palermo faceva apporre una iscrizione sulla principale entrata della Villa Giulia e ricordava che in quel luogo l'Inquisizione accese i roghi".
(V. La Mantia)

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