(Da l'Unita'.it)
L’avvocato di Cucchi a Giovanardi: «Si dimetta»
di Virginia Loritutti gli articoli dell'autoreL’avvocato Marino Marini, legale di fiducia di Stefano Cucchi, ha scritto all’Unità una lettera in cui, «non come avvocato nè come cittadino» - dice - ma «come dirigente del Pdl» chiede al sottosegretario Giovanardi, della sua stessa area politica, le dimissioni. All’origine della lettera la profonda conoscenza della famiglia di Stefano: «Era un ragazzo tranquillo, timido, riservato. Molto seguito dalla sua famiglia. Suo padre era sicuro di poterlo portare a lavorare con sè entro breve. Credo che non lo abbiano lasciato parlare col suo legale perchè avrebbe raccontato quello che gli era successo. E’ drammatico che negli ultimi giorni gli abbiano negato di vedere qualcuno di cui si fidasse: i genitori o la sorella, io stesso. Aveva scelto di non alimentarsi per questo, come risulta dai documenti che il vostro giornale ha pubblicato».
Ecco il testo integrale della lettera dell’avvocato Marini, sentito di nuovo ieri dal Pm Barba.
«Pregiatissimo Direttore, apprendo con molto stupore le dichiarazioni del sottosegretario Giovanardi sul caso Cucchi. Scrivo come Avvocato che, insieme al Professor Stefano Maranella, ha seguito le vicende giudiziarie di Stefano Cucchi, ragazzo che conoscevo da sette anni come una persona seria, educata e con un'ottima famiglia alle spalle. Contrariamente a quello che alcuni hanno detto e scritto Stefano non era uno spacciatore ma un ragazzo che in passato avuto dei piccoli problemi con la giustizia: questioni da Giudice di Pace, per intenderci. Non siamo di fronte ad un criminale, anzi Stefano è stato uno dei pochi ragazzi cui ho visto intraprendere e seguire il programma terapeutico di recupero presso la Comunità con estrema dedizione, supporto da una famiglia che lo ha sempre seguito ed aiutato.
«Da Avvocato e da cittadino mi fermo qui e taccio, in attesa che la magistratura faccia chiarezza sulla morte di Stefano. Ma da Sindaco del Pdl (Comune di Picciano, provincia di Pescara) e responsabile locale del Partito non posso accettare che un sottosegretario di un governo della mia area politica, senza conoscere né Stefano, né la famiglia Cucchi, né soprattutto gli atti delle indagini in corso, possa rilasciare dichiarazioni così inutili e superficiali. Quando la magistratura indaga per scoprire se ci siano responsabilità da parte di persone appartenenti allo Stato un uomo di governo dovrebbe semplicemente tacere, non dare giudizi affrettati e soprattutto sperare che si riesca a fare giustizia. Oggi, caro sottosegretario, l'indagato non è Stefano Cucchi il quale indagato lo era prima che qualcuno probabilmente ne causasse la morte. I termini sono questi e non altri. Noi tutti, senza dare giudizi affrettati, stiamo attendendo di conoscere la verità, con equilibrio. La politica - oggi più che mai - ha bisogno di persone equilibrate, proprio come ha dichiarato Lei, sottosegretario, qualche giorno fa mentre invitava i parlamentari a sottoporsi ai test antidroga. Ecco: la Politica, se veramente vogliamo che questo nostro Paese cambi in positivo, dovrebbe dimostrare di avere proprio quell'equilibrio che Lei non ha mostrato mentre parlava di Stefano. Non le resta - a mio parere - che rassegnare le sue dimissione, come da più parti giustamente Le stanno chiedendo. Per ristabilire il giusto equilibrio nella Politica, quella con la P maiuscola, e per fare Giustizia della memoria di Stefano».
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