mercoledì 24 febbraio 2010

Lettera di Stefano a De Magistris

Ho seguito il dibattito da Santoro…


Purtroppo è peggio di quanto fin qui intuito:

la cultura dei soldi ha preso il sopravvento sulla cultura del lavoro: Berlusconi rappresenta esattamente il modello che la maggioranza degli italiani aspira ad essere o (magari in piccolo) è. La sua cialtroneria risponde allo stile di vita di chi, dai videopoker ai quiz televisivi, dall’abuso edilizio alla panchina spaccata a calci, non ha etica professionale, sociale e, meno che mai, l’onestà e il rispetto degli altri come valori fondamentali della vita.

La rinuncia alle ideologie ed a valori storici della sinistra, conseguente e scatenante l’invasione di soggetti spregiudicati e collusi con le mafie, ma bravi portatori di voti di scambio, rende necessario, per chi vuole fare politica onestamente, l’abbandono (finalmente) dei partiti “storici” al loro destino.

I leaders politici vengono consacrati dalla tv… la scelta è funzionale al potere: Berlusconi è attivo e passivo. È una logica ereditata dagli USA, ma da noi aggravata dalla mancanza di coscienza del diritto dei cittadini che in America è, invece, ben radicata e pone paletti insormontabili, anche per i Presidenti. Mediaticamente le regole (e soprattutto la dinamica) sono simili a quelle del poker: chi sa bleffare e chi ha più soldi vince. Polli eccellenti?..: Bertinotti vale per tutti.

Berlusconi compra tutto. Quello che non riesce a comprare viene svuotato di valori, ridicolizzato o “virtualizzato”: l’amore, l’amicizia, l’onestà, ecc. diventano argomenti esaltanti solo nelle fiction, nei salotti televisivi, ma sempre al pari dei loro contrari. Interesse personale , spregiudicatezza negli affari e nelle relazioni, spirito da puttaniere, furbizia e soldi risultano alla fine vincenti e si beffano di etica, giustizia e educazione civica. Strategie di marketing e persuasioni occulte applicate alla cultura, ai significati ed alla politica: scandalose foto in una quotidiana parata di culi; drogati di serie A, B e C sputtanati o perdonati; giudici, imputati, vittime e assassini, tutti nello stesso calderone, negli stessi partiti. E la gente compra e vota per vincere facendo vincere qualcuno, o meglio, puntando sul vincente. Cosa si vince?... la vittoria. L’alternativa è essere “perdenti”. Anni fa questo termine non esisteva.

In questo clima tutto diventa giustificabile. Il furto o l’appropriazione indebita, il millantatore e il porco. La ventata di omissioni che per anni hanno coperto mazzette, tangenti e assunzioni pilotate è ben più colpevole dei colpevoli. Un sistema dove, come a poker, se vuoi realizzare i tuoi sogni, devi accettare regole e giocatori. Conosco tante persone per bene costrette ad accettare queste regole per poter accedere a un finanziamento, ad un posto di lavoro, al riconoscimento di un’invalidità, ecc.

… E non devi sputare nel piatto dove mangi.

Ho vissuto in prima persona, in tante occasioni, il mortificante avvilimento di valori così solidi nella mia famiglia e così ridicoli e inutili nei rapporti con gli enti pubblici.


Che fare?


Individuare forme di movimento che rimettano al centro delle rivendicazioni

il rispetto per l’altro

Il riconoscimento delle capacità produttive e creative a prescindere dal loro valore di mercato

Il diritto alla dignità, cioè ad un lavoro, ad una casa, alla salute ed all’istruzione.


Immagino un comitato civico nazionale contro il degrado dei valori. Una struttura con possibilità di controllo e denuncia, con possibilità di costituzione in giudizio e di rappresentatività sul territorio.

Un manifesto costitutivo che delinei finalità di partecipazione e controllo sulla gestione della pubblica amministrazione da parte di cittadini “per bene”.


Berlusconi dice che la magistratura ce l’ha con lui. In effetti, sembra quasi che i magistrati agiscano in nome proprio. L’unico modo per riaffermare il senso (ovviamente penso che la magistratura non l’abbia mai perso) dell’azione legale nei confronti di chi ci governa (e penso a maggioranza e opposizione) è quello di svincolare i soggetti dall’insieme istituzionale con denunce precise, da parte di cittadini liberi, di chi amministra nel malaffare.

Ecco… anche sulla crisi, il controllo dei cittadini liberi sui bilanci societari, sui finanziamenti e le agevolazioni, sulle violazioni del diritto al lavoro e sull’ecosostenibilità delle produzioni.

E, ancora, sul territorio, perseguendo quelli che dovevano badare che quella panchina non fosse presa a calci o che le ville a Ischia non fossero costruite.

I valori della vita: riportare senno negli atteggiamenti sociali, nei consumi, sia in senso di qualità che di salute, nell’educazione civica.

La dignità e il senso di umanità è in ognuno di noi. Tutto sta a svegliare da questo torpore gli italiani. Credo che esista una via di ricongiunzione di persone “per bene” e libere (dalle guerra per le poltrone e da interessi personali) per queste finalità. Ed è una linea trasversale alla società ed ai partiti.

Riuscire ad immaginare un mondo diverso è l’unica possibilità di vincere il male.

È possibile parlarne senza pregiudizi? È possibile essere finalmente veri nella politica? Esistono persone disponibili a fare “il partito” e basta? Credo di sì.

Io sono disponibile. Ciao.


Napoli, 5 febbraio 2010

Stefano

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