La dittatura dei farabutti!!!
La dittatura dei delinquenti!!!
La dittatura della MAFIA!!!
Cosa manca all'Italia perché quello che sto dicendo sia vero al 100%?
Le esecuzioni capitali?
Ci sono anche quelle...
Camuffate da suicidi nelle carceri.
E allora chiamiamo le cose col loro nome:
ITALIA = DITTATURA!!!
E cosi, come per tutte le dittature che si rispettino, anche per l'italia l'informazione e le notizie che la riguardano circolano solo all'estero... in modo particolare in Francia.
Dopo Sabina Guzzanti tocca a Elio Germano (sempre in Francia) dire qualcosa che in Italia e' VIETATO DIRE...
Grazie sorella Francia!!!
(da LaStampa.it)
24/5/2010 (7:22) - COLLOQUIO CON L'ATTORE DI LUCHETTI
nonostante i politici"
Xavier Bardem ed Elio Germano |
Le prime parole che Elio Germano pronuncia sul palco, quando Tim Burton annuncia che ha vinto, sono una battuta un po’ sfrontata, da bravo ragazzo italiano felice: «Ma qui dentro – e indica il certificato del premio legato col nastrino rosso - l’hanno scritto che l’ha preso pure Bardem?». Poi l’affondo politico: «Visto che chi ci governa tiene sempre a dire che gli artisti parlano male del nostro Paese, be’, allora, dato che ho l’occasione di tenere un discorso ufficiale, dichiaro che questo premio lo dedico all’Italia e agli italiani, impegnati a migliorare sempre di più la loro nazione nonostante la classe dirigente che si ritrovano». A cerimonia finita, verso le nove, quando incontra i giornalisti, la polemica è ancora più forte: il Tg 1 ha omesso la frase, Germano, l’ha saputo? «Me l’hanno detto, siamo sicuri che non sia stato un taglio involontario?» Veda lei... «Se non è stato un errore direi che è un segno di paura, la censura indica sempre quello. Anche se questo va a sconfinare in atmosfere un po’ totalitarie».
La notizia aveva cominciato a correre nel pomeriggio, han fatto rientrare Luchetti e il suo attore, odore di premio per Germano, no, forse no, e di Bardem che fanno, visto che anche lui è stato riconvocato? Poi lo scioglimento della suspense: un ex-aequo, scelta inconsueta per un Festival. Commento di Tim Burton: «Volevamo segnalare due interpretazioni di grande livello ma molto diverse l’una dall’altra, in due film basati sulla famiglia, una costante di questa edizione di Cannes». Elio ringrazia la troupe, è orgoglioso per Luchetti, definisce La nostra storia «un prodotto di eccellenze, girato quasi di straforo, con una macchina da presa che ti spiava. Nessuno di noi, sul set, sapeva di minuto in minuto che cosa stesse per succedere». Prima di venire a Cannes aveva dichiarato che, pur di salire sulla montée des marches, quegli scalini li avrebbe fatti anche in mutande. Non è stato necessario, ha un bello smoking di sartoria e i capelli rossi assai ben pettinati.
Certo vincere un premio simile a nemmeno trent’anni (li compie il prossimo 25 settembre, è molisano della provincia di Campobasso, vive a Roma fin da piccolo) può farti perdere la testa, se non altro perché ti mette nella stessa categoria di Mastroianni e di Tognazzi, di Volontè e di Giannini. È anche il coronamento (anche se sembra strano usare questa parola per uno nato nel 1980) di una carriera fino a questo momento esemplare, prova che sia pure in un Paese pieno di difetti chi la dura la vince, partita con una scuola di recitazione frequentata fin dall’età di 12 anni, il Teatro de’ cocci; e poi proseguita con gli inevitabili passaggi televisivi e anche un po’ di Medico in famiglia. Da un certo punto in poi lo vogliono tutti: Crialese e Salvatores, Virzì che lo sceglie per il personaggio del ragazzo che vuole ammazzare Napoleone in N, anche i Vanzina in Il cielo è sempre più blu. E’ nel gioco collettivo di Romanzo criminale di Michele Placido, con la parte piccola ma intensa dello spacciatore Sorcio. Ma è Luchetti, alla fine, a valorizzarlo del tutto, in coppia con Scamarcio, in Mio fratello è figlio unico. Ora lo vorranno ancora di più: toccherà che lasci i 40 metri quadri dove abita al Corviale. Per il momento lo pretendono al Gray d’Albion, per la festa degli impalmati. Bardem lo distrae con una battuta: «Abbracciamoci, dopo il Mondiali non sarà più tanto possibile andare così d’accordo fra italiani e spagnoli» Poi via verso l’albergo, verso la cena.
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(da Repubblica.it)
CANNES
Folla di cronisti per il ciclone Guzzanti
"Dal premier eversione e colpo di Stato"
Sala gremita e applausi alla proiezione stampa di "Draquila-l'Italia che trema". Berlusconi ieri sera aveva commentato: "Non sono un dittatore, basta accendere la tv". E oggi Sabina s'arrabbia: "Ma che sta dicendo...". E per Bondi: "Gli mando lo champagne per la pubblicità"
CANNES - E' un ciclone annunciato, quello di Sabina Guzzanti al Festival di Cannes. Un caso più politico che cinematografico, viste le polemiche e gli attacchi che hanno accompagnato il suo Draquila-l'Italia che trema sulla Croisette. Ma oggi, anche per lei, è il giorno della verità: il film, presentato come evento speciale fuori concorso, viene visto dalla stampa e riscuote consensi. In una Sala Bunuel stracolma: 400 posti tutti occupati, già venti minuti prima dell'inizio. La platea di cronisti e critici sottolinea con applausi o risatine (nei passaggi ironici o sarcastici sul premier) i diversi momenti del documentario. E stasera ci sono red carpet e proiezione ufficiale.
Quanto a Sabina, vestita in abito ciclamino, a margine dell'incontro stampa dice la sua con la grinta che le è propria. Affermando che quello che fa Silvio Berlusconi "è eversione e colpo di Stato". Una replica dura a quanto dichiarato ieri sera, in una cena a Palazzo Grazioli, dal presidente del Consiglio: "Dittatore io? Basta accendere la tv per rendersi conto che la maggior parte delle trasmissioni, molte delle quali della tv pubblica, hanno come unico bersaglio il sottoscritto".
Parole che, ovviamente, alla Guzzanti non sono piaciute. "Ma che sta dicendo - commenta dunque dalla Croisette - lo sanno tutti come funziona la tv in Italia. Non può dire certe cose proprio a me. Per affermare questo ci vogliono i fatti che vanno poi anche argomentati. Se lui vuole la Repubblica presidenziale è senz'altro un suo diritto, ma per averla non continui a inquinare il parlamento con i suoi fisioterapisti e sovvertendo i principi costituzionali". "Altro che - conclude la regista - questa si chiama eversione e colpo di Stato".
Ma la Guzzanti ne ha anche per il ministro della Cultura Sandro Bondi, che ha dato il suo forfait a Cannes perché offeso da Draquila. "Intanto non è che ci fosse un invito per lui" dice in tono scherzoso a inizio conferenza stampa. Poi, più seria: "Ho letto che lui non ha visto neppure il film e se lo è fatto solo raccontare. E questo mi fa provare ancora di più una profondissima vergogna della figura terribile che il nostro Paese fa all'estero grazie a questo nostro governo".
Comunque l'attrice-regista ringrazia il ministro per la pubblicità involontaria fatta al suo film. "Mi sono detta, se sono intelligenti fanno finta di niente. Invece ci hanno fatto pubblicità gratuita. Abbiamo pensato anche di mandare a Bondi una cassa di champagne. Una cosa davvero strana questo loro comportamento perché tutto gli si può dire, ma sono sicuramente competenti in quanto a comunicazione".
Quanto alle reazioni internazionali, dai commenti post-proiezione stampa sembra che il film sia piaciuto soprattutto ai giornalisti europei. In particolare i francesi sono sembrati i più colpiti: "Siamo Paesi vicini, quello che accade oggi da voi può succederci da un momento all'altro", ha commentato un cronista. La Wild Bunch ha le vendite internazionali: troppo presto oggi per sapere se il film, al di là delle grandi polemiche di questi giorni, ha trovato distribuzione all'estero. La Francia comunque pare sicura.
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