sabato 8 maggio 2010

Quando il loro padrone viene sbeffeggiato...

Ora si autoidentificano con l'Italia.
Ora dell'immagine dell'Italia, ridotta vergognosamente a una fogna nauseabonda vengono additati i colpevoli:

COLORO CHE FANNO INFORMAZIONE!!!

Prima Saviano!

Ora la Dandini e la Guzzanti.

E presto colpevoli saranno anche tutti coloro che oseranno affermare sotto ogni forma espressiva, che le tette della troietta televisiva di turno sono state rifatte...

Ma guai soprattutto nelle televisioni a parlare di cose reali... nemmeno sotto forma di satira... che diamine, non siamo mica ai tempi di Caligola, dove almeno quella (la satira) sia pure in forma anonima, era consentita...



VAE VICTIS!!!


(dal Corriere.it)


IL CASO

Bondi non va al festival di Cannes
«Draquila offende l'Italia»

Il ministro della Cultura contro il film di Sabina Guzzanti

IL CASO

Bondi non va al festival di Cannes
«Draquila offende l'Italia»

Il ministro della Cultura contro il film di Sabina Guzzanti

Sandro Bondi, ministro della Cultura (Fotogramma)
Sandro Bondi, ministro della Cultura (Fotogramma)
MILANO - Il ministro della Cultura, Sandro Bondi, ha «declinato» l'invito a partecipare al prossimo festival di Cannes, esprimendo attraverso una nota «rincrescimento e sconcerto per la partecipazione di una pellicola di propaganda, Draquila, che offende la verità e l'intero popolo italiano».

LA PELLICOLA - La pellicola di Sabina Guzzanti è un'inchiesta sul campo che va a rintracciare le voci "fuori dal coro" dei terremotati d'Abruzzo. Quella del ministro della Cultura non è l'unica presa di posizione del governo contro il film. Michela Vittoria Brambilla, titolare del dicastero del turismo, ha annunciato venerdì sera, alla trasmissione L'ultima parola, che si riserva di vedere Draquila e di dare mandato all'avvocatura dello Stato per eventuali danni che il film possa arrecare all'immagine dell'Italia. Sempre venerdì, Guido Bertolaso ha spiegato durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi che «ognuno deve tutelare la propria dignità, i propri funzionari» puntando il dito proprio contro l'opera della Guzzanti, che a uso dire screditerebbe la Protezione civile.

Redazione online
08 maggio 2010


(da l'Unita.it)

Crisi? Il premier "parla di lei". "La Dandini ci aggredisce

di Ninni Andriolotutti gli articoli dell'autore

Ridagli con i «pollai televisivi» ossessione del Cavaliere che se li fa raccontare quando non li vede. Stavolta l’ira di Berlusconi prende di mira la Dandini, che irrompe in Consiglio dei ministri oscurando gli aiuti alla Grecia. A mandare il premier su tutte le furie Parla con me di giovedì e il monologo finale di Ascanio Celestini. Una gola profonda governativa, evidentemente autorizzata, ha provveduto a divulgare le parole pronunciate tra gli arazzi della sala di Palazzo Chigi destinata alle riunioni dell’esecutivo. «Come al solito - così avrebbe esclamato Berlusconi - una trasmissione pagata con i soldi pubblici si diletta nell'avere come unico bersaglio il governo. Davvero incredibile che si possa continuare con queste aggressioni». La satira di Celestini - in realtà - alludeva anche alla «quasi opposizione del piccolo paese quasi libero» con «sessanta milioni di quasi cittadini». Questo dettaglio, però, non ha smosso di un centimetro il granitico convincimento del Cavaliere: tutto il mondo della satira - di sinistra per definizione - ce l’ha solo e soltanto con lui. «Parla con me scontenta tutti, anche il Pd - spiega Serena Dandini - Il potere in Italia oggi si identifica con Berlusconi. In passato è toccato a Prodi, D'Alema, Craxi, Veltroni e altri». Figurarsi se il Cavaliere può immaginarsi uguale a Massimo, a Walter o a Romano. L’allergia alla critiche non è malattia che colpisca solo lui, per la verità. Ma con quel mezzo mondo di tv e giornali che possiede Berlusconi pensa sempre di aver trovato cure efficaci. E se qualcosa sfugge, così, raddoppia il dolore.

L’OCCHIO DEL CAVALIERE
I talk show della Rai, ad esempio, sono da sempre nell’occhio del Cavaliere-ciclone. «Dovete aprire il fuoco, non solo su Santoro, apritelo su tutte le trasmissioni di questo tipo. Quello che adesso bisogna concertare è che l'azione vostra consenta alla Rai di dire “chiudiamo tutto”». Con queste frasi intercettate via telefono - che destarono l’attenzione della procura di Trani - Berlusconi si rivolgeva ad Innocenzi, dell’Agicom e a Masi, direttore generale di viale Mazzini. In campagna elettorale, alla fine, tutti i talk show - Rai e non solo - vennero oscurati. Passate le elezioni, però, gli editti bulgari del premier (il primo fu dedicato a Enzo Biagi) tornano a farsi sentire. Per il Pd Vincenzo Vita, l’attacco a Dandini «la dice lunga sulla "fenomenologia" di Berlusconi». A quanto pare, però, il premier trova adepti pronti a dividere anche il Popolo delle Libertà, televisivamente parlando, in buoni e cattivi. Il senatore Pdl, Gaetano Quagliariello, spiega al Tempo che «la voce all'esterno deve essere unica, altrimenti ci sarebbero due partiti». Il diritto al piccolo schermo, in poche parole, dovrebbe essere riservato solo alle posizioni della maggioranza, con buona pace del dissenso finiano. «Nessuno nega che si sia creata una dissidenza all'interno del Pdl - ammette Quagliariello - Era assolutamente normale che stampa e trasmissioni tv mettessero in evidenza il fatto invitando esponenti delle due diverse posizioni». Ma ciò che valeva «per la settimana successiva» alla direzione del partito, «da adesso in avanti» non lo è più. Quasi una barzelletta per i pdl finiani. «Vogliamo mandare un documento del partito alle redazioni perché si uniformino?», commenta Carmelo Briguglio. Lo statuto del liberalissimo partito azzurro sancirà il neocentralismo democratico televisivo? «Editori e conduttori tv tornino a rispettare le regole - avverte Quagliariello - Un esponente per un partito». L’ennesimo editto post bulgaro, a ben vedere.

08 maggio 2010

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