martedì 14 dicembre 2010

Sei personaggi in cerca d'autore. Osservateli bene... e se li incontrate per strada...

Chiedetegli pure un autografo.

Un giorno potrebbe valere qualcosa...

6 personaggi in cerca d'autore...
e l'hanno trovato in Lui, nel Taumaturgo!

Segnateveli bene a mente; se li incontrate per strada chiedetegli l'autografo e poi liberissimi di farne quel che volete.

Segnateveli.
Costoro sono coloro che oggi hanno scritto una pagina di SStoria (con due S) della nostra Repubblica.


1) Catia Polidori (FLI)

2) Maria Grazia Siliquini (FLI)

3) Silvano Moffa (FLI)

4) Domenico Scilipoti (ex IdV)

5) Massimo Calearo (ex PD)

6) Bruno Cesario (ex PD)


6 personaggi che han trovato un autore!!!

(N.B.: le foto le potete trovare ovunque in Internet, non le metto qui per non incitarvi allo sputo violento... che poi rischiate di rovinare il monitor per colpa mia).


(dal Messaggero.it)

Vince Berlusconi, sì a fiducia per 3 voti
Fli si spacca, bagarre alla Camera

Decisivo voto delle finiane Polidori e Siliquini. Fini vittoria solo
numerica. Bossi: non c'è veto all'Udc. Il premier al Quirinale

ROMA (14 dicembre) - Vince Silvio Berlusconi. Dopo il sì scontato del Senato, la Camera ha confermato la fiducia al governo respingendo con 314 no e 311 sì le due mozioni di sfiducia presentate contro l'esecutivo. Gli astenuti sono stati due. Berlusconi, intorno alle 17, è poi salito al Quirinale per riferire al capo dello Stato, Giorgio Napolitano.

Decisivi, a sorpresa, i voti favorevoli al governo delle "futuriste" Catia Polidori e Maria Grazia Siliquini, mentre la colomba finiana Silvano Moffa all'ultimo momento non ha votato. A favore del governo anche il dipietrista diventato berlusconiano Domenico Scilipoti, e gli ex Pd Massimo Calearo e Bruno Cesario. Rissa in aula durante le votazioni tra deputati della Lega e di Fli.

«Sono sereno ora come lo sono sempre stato», ha detto il presidente del Consiglio, lasciando Montecitorio dopo un "bagno di folla" tra i deputati in Transatlantico alla Camera. Ve lo dicevo che Fli si spaccava, ha detto poi il premier, a quanto si apprende, incontrando alcuni esponenti dell'esecutivo e del Pdl nella sala del governo e commentando le defezioni di Futuro e Libertà.

«La vittoria numerica di Berlusconi è evidente quanto la nostra sconfitta. Che Berlusconi non possa dire di aver vinto anche in termini politici sarà chiaro in poche settimane», ha affermato il presidente della Camera Gianfranco Fini, ribadendo che non si dimetterà come cjhiesto invece dal Pdl.

«C'è un governo solido, una maggioranza ampia, che sicuramente riuscirà a mettere in pratica il programma nell'interesse degli italiani». Usa l'arma dell'ironia, il capogruppo di Fli Italo Bocchino, uscendo dall'Aula al termine del voto di fiducia, che ha visto il governo prevalere. Poi cita Togliatti. «Quando Pajetta occupò la prefettura contro Scelba, Togliatti gli disse: bravo, ora che ci fai? Ecco, a Berlusconi bisogna dire: e mò che hai preso la fiducia per tre voti in più, che ci fai?».

«Non cambia nulla il Governo non ce la fa. La crisi politica esce drammatizzata, si è verificata una vicenda scandalosa di compravendita voti», ha commentato il segretario del Pd Pier Luigi Bersani.

«Al di là del computo dei venduti e dei comprati, c'è una sconfitta politica del governo e dunque il premier deve prendere atto che la maggioranza politica non c'è più», ha detto il leader dell'Idv Antonio Di Pietro. Dunque, ha aggiunto, «il premier è a un bivio: restare dov'è con un governicchio per avere il lodo Alfano o andare dal presidente della Repubblica e avviare la crisi per verificare se c'è una maggioranza politica». In caso contrario, «si va al voto e per noi prima ci si va e meglio è».

«Ora venite con noi»: con queste parole rivolte a Pier Ferdinando Casini Berlusconi avrebbe poi tentato di ammorbidire la posizione dei centristi che hanno sempre respinto la richiesta di entrare nella maggioranza. In aula alla Camera, durante la prima chiama sulle mozioni di sfiducia al governo, il premier recatosi tra i banchi dell'Udc si è intrattenuto con Casini ed i deputati centristi e ha sollecitata l'Udc ad entrare nella maggioranza.

«Non c'è veto all'Udc. C'è il problema del federalismo ma non basta», ha detto il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, rispondendo ai cronisti a Montecitorio che gli chiedono se ci sia un veto della Lega Nord a un allargamento della maggioranza ai centristi di Casini. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni ha avvertito: «O si allarga la maggioranza o è meglio andare al voto».


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Credo che di uomini come Scilipoti ce ne vogliono di più. Avere il coraggio di dire le cose come sono, dopo aver visto cosa c’è sul sito di Scilipoti, mi rendo conto di quanto sia difficile essere con Di Pietro. Eppure io sono stato uno di quelli che quando uscì fuori si metteva con i banchetti avendo ricevuto una cassetta che faceva “Hei sono Antonio Di Pietro” e tutti si giravano. Oggi Di Pietro è come tutti gli altri ed è meglio che lasci IDV che è il partito del padre padrone proprio come quello di Berlusconi. Se debbo proprio scegliere tra i due mali scelgo quello minore proprio come ha fatto Scilipoti .W Scilipoti e quelli come lui che hanno il coraggio di dire quello che pensano e non essere pecoroni e sottomessi al giustizialista Di Pietro smantellatore della repubblica dal 1992 e senza aver mai messo idee costruttive per cambiare il paese. Solo Demagogia, W Scilipoti e quelli come lui.

Giordano Bruno ha detto...

Nessun problema se avesse scelto in piena coscienza di votare o no la fiducia, ma se fosse vera quella cosina sui 300 o 500 mila euro che siano, non pensi che si tratterebbe di un personaggio che starebbe bene equiparato a quegli animali che si vendono e si acquistano per Natale?