giovedì 23 settembre 2010

Primarie si, primarie no.

Le primarie, pur indicative degli indici di gradimento, così come se le è date il PD sono molto grossolane e rischiano di far saltare quell'unico momento di democrazia che con l'attuale legge elettorale è rappresentato appunto dalle primarie.

Perché non funzionano?

Perché ricopiano pari pari il meccanismo della legge porcata che vede nel bipolarismo puro all'italiana (nel senso più spregiativo del termine) la sua massima sintesi.

E' grazie alla legge porcata se e' possibile che qualsiasi delinquente, piduista, mafioso, a sua volta protettore di delinquenti con appena un 20% di consensi personali possa più che governare dominare l'intera politica italiana.
E' la politica del "Divide et Impera" tanto cara ai nostri dittatori del passato che i nostri geni della politica confluiti nel PD hanno adottato dimostrando una idiozia o una cecità politica senza attenuanti.

Vediamo come sarebbe possibile invece adottando sempre il meccanismo delle primarie suddividerlo in più tempi: due tempi o anche 3 o 4 a seconda del numero di candidati.

Andiamo con un esempio:

Posti 8 candidati leader o premier A, B, C, D, E, F, G, H si faccia un primo turno consentendo una cernita e si proceda a un nuovo test escludendo solo l'ultimo o gli ultimi o meglio ancora, tutti quelli sotto una certa quota (diciamo del 2%).

Al nuovo test si effettuerà un'altra cernita escludendo sempre l'ultimo della lista
e sempre e comunque chi non supera quel quorum minimo, che proprio perché sia realmente democratico deve essere fissato molto basso, e con un meccanismo di lieve incremento inversamente proporzionale al numero dei candidati, es. al primo test sbarramento al 2% al successivo al 2+X% al successivo ancora al 2+X+Y% e cosi via.

Ritornando al nostro esempio citato sopra, posti i seguenti risultati del primo turno:

Candidato:
A ---> 25%
B ---> 21%
C ---> 19%
D ---> 15%
E ---> 9%
F ---> 8%
G ---> 2%
H ---> 1%

Secondo le regole ipotizzate resterebbero esclusi i candidati G ed H e al secondo test potremmo avere benissimo un risultato siffatto:

Candidato:
A ---> 24%
B ---> 21%
C ---> 19%
D ---> 15%
F ---> 13%
E ---> 8%

Ai successivo test la risalita del candidato F potrebbe avere dei balzi in avanti talmente ampi da indurre altri candidati a ritirare la propria candidatura e di schierarsi appoggiando questo o quell'altro candidato.

Alla fine, sorpresa delle sorprese il candidato F potrebbe benissimo superare tutti gli altri e persino il candidato A che pure aveva continuato a mantenersi nelle prime posizioni fino all'ultimo test.

Dite la verità: siete proprio sicuri che le ultime primarie del PD le avrebbe vinte Bersani se si fosse adottato un meccanismo analogo a questo sia pur paradossale appena ipotizzato?

Siete proprio sicuri che Berlusconi riuscirebbe mai a sedere sullo scranno da Premier se si votasse con un meccanismo siffatto?

(da Repubblica.it)


Scintille alla direzione del Pd
tra primarie e candidati civici

Si è conclusa la direzione del Pd. Il segretario provinciale ha chiesto che le consultazioni si svolgano il 5 dicembre e ha aperto il campo non solo agli iscritti, ma anche alla società civile. Merola citando Vitali ha chiesto di rinviare tutto per approfondire il programma. Cevenini: "Non mi posso certo esprimere sui tempi". Nonostante le resistenze approvato il documento di Donini

La direzione del Pd, al termine di una discussione durata oltre cinque ore, ha approvato all'unanimità, nonostante le critiche piovute sul testo, il documento proposto dall'esecutivo. Otto pagine in cui si delineano le linee di fondo "di un progetto strategico" per la città da sottoporre ai potenziali alleati in vista delle comunali del prossimo anno. Dieci punti programmatici (dalla città metropolitana alle infrastrutture, passando per formazione, cultura, ambiente, welfare, cittadinanza) e la proposta, nero su bianco, di fissare le primarie (aperte e di coalizione) al 5 dicembre. Il documento, però, non convince a pieno tutti i dirigenti democratici e, subito dopo la presentazione di Sergio Lo Giudice, parte il fuoco di fila delle contestazioni. Tra le critiche anche quelle di Merola che, citando Vitali, chiede lo slittamento delle primarie. Tra gli interventi più duri quello di Campagnoli. Il documento è stato approvato all'unanimità, ma si è deciso che non sarà quello definitivo. Servirà un ulteriore passaggio in direzione. Di seguito i passaggi più significativi della direzione.

"Opportunità per tutti". Non lo cita direttamente, ma Donini sembra rivolgersi a Campagnoli, che aveva intimato: "Dicano chiaramente se sono tutti per Cevenini", Mister preferenze che raccoglie consensi ovunque. Ogni candidato, puntualizza il segretario provinciale, avrà "una reale parità di opportunità". "Primarie vere - precisa - significa che non dovranno essere lo strumento di legittimazione di candidature scelte altrove, ma un'autentica competizione costruttiva e partecipata nella quale giocare le nostre migliori energie". E sottolinea che alla competizione potranno partecipare non solo gli iscritti al Pd ma anche "personalità della società civile, che saranno in grado di raccogliere un numero di firme significativo ma non proibitivo di elettori del centro sinistra".

Le alleanze. Ma lo sguardo punta più lontano, perché le primarie saranno solo il primo passo verso le comunali. Non è troppo presto per parlare di coalizione e di alleanze. La coalizione di centrosinistra, avverte Donini, deve essere costruita
"senza steccati e barriere, senza riproporre le vecchie logiche di esclusione basate sulla collocazione politica di questo o quel partito". Un messaggio neanche tanto velato all'Udc? Può darsi. Nei giorni scorsi sono stati diversi i segnali che vanno in questa direzione, culminati col nulla osta dell'Idv alla partecipazione dei casiniani. Ciò che è insindacabile è la "comune adesione a un documento di indirizzo programmatico". Con un'avvertenza indirizzata a Rifondazione comunista: ""Chi sottoscriverà il documento programmatico farà parte dell'alleanza di centro sinistra, chi vorrà invece rimanere alla finestra non ne farà parte". Donini vuole mettere in cantina "la geometria delle alleanze", vuole sottrarsi "al balletto di chi sta dentro o fuori a priori, alla logica dei veti incrociati": questo è il bene per il Pd.

Attacco a Dionigi. I messaggi più o meno espliciti non finiscono qui. Ce n'è anche per Ivano Dionigi, il rettore che prima di dover sciogliere la matassa dei ricercatori che non vogliono più insegnare al posto dei docenti, aveva espresso grandi perplessità sull'istituzione delle primarie che avrebbe favorito solo volti popolari escludendo i migliori. "Altro che saltare un giro - è la risposta del segretario dei democratici - come ci viene chiesto da alcuni nostri interlocutori fin troppo ansiosi di sostituire alla politica pulita e generosa dei partiti, che pur debbono rinnovarsi e ritrovarsi in connessione sentimentale con la citta', una strana forma di oligarchia dei migliori. Se abbandoniamo noi l'arroganza e il dirigismo di chi pensa sia giusto calare dall'alto le soluzioni migliori per la propria comunità, non vorrei che questo difetto di fabbrica, solitamente addebitato ai partiti, fosse ora raccolto da altri".

Vitali e Merola per il rinvio delle primarie. Bastano pochi minuti d'attesa per capire che il discorso di Donini non avrà vita facile. E' il senatore del Pd Walter Vitali, ex sindaco di Bologna, a sparigliare le carte e a riproporre di rinviare le primarie per avere il tempo di cercare una figura della società civile da inserire nella consultazione: "Non tutto è dentro di noi, c'è bisogno di ricollegarsi con le energie fuori di noi e che spesso sono disilluse". Per Vitali è "difficile disconoscere" il ragionamento fatto dal rettore Ivano Dionigi e lamenta: "Lorenzo Sassoli de Bianchi poteva essere un'idea". Ma c'è anche un secondo punto su cui Vitali vuole calcare la mano: rinviare le primarie permetterebbe anche di approfondire il progetto programmatico, ora ancora nebuloso e troppo generico. Un'idea che trova favorevole il presidente del consiglio provinciale Virginio Merola: "Le primarie devono basarsi su un programma", non sul fatto "se uno è più popolare di un altro", scandisce l'ex competitore di Flavio Delbono sottolineando il suo "disagio".

Campagnoli: "Importante avere più tempo". "Sarebbe importante se fosse accolta la proposta di avere un ulteriore momento di riflessione programmatica prima delle primarie. Ma non mi pongo il problema delle date". Anche Duccio Campagnoli, chiede che il Pd definisca meglio le proprie proposte. "C'è bisogno di un progetto che sia capace di esprimere l'idea di un impegno straordinario per la città", afferma. "Ci sono diversi punti da approfondire, innanzitutto quello della Bologna della competitività", spiega. Quanto al documento presentato oggi alla direzione, e che da più parti è stato criticato come troppo generico, per l'ex assessore è un inizio di ragionamento, ma noi dobbiamo dare il senso della città che vogliamo".

Cevenini: "Non mi oppongo". Maurizio Cevenini, che è parso irritato dalla piega presa dalla direzione, lascia che siano "il segretario e il gruppo dirigente del Pd, insieme agli altri partiti della coalizione" a stabilire "i tempi più opportuni per le primarie. Io che ho ricevuto molte segnalazioni sulla mia debolezza programmatica - ribadisce Cevenini - non mi posso certo permettere di esprimermi su una possibile riduzione dei tempi".

(18 settembre 2010)


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