giovedì 30 maggio 2013

Dopo gli ultimi avvenimenti...


Beppe Grillo che sputa su Rodotà...

Incredibile ma vero...

Non posso fare a meno dunque di riproporre un vecchio post:


Chi è realmente Beppe Grillo?

Un nazi-fascista che si è dato una sbiancata, e non solo ai capelli!

Tratto da:

http://www.quitthedoner.com


5 BUONE RAGIONI PER NON VOTARE GRILLO


“Il fascismo si è presentato come l’antipartito, ha aperto le porte a tutti i candidati, ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odii, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano, non modificati ancora da una tradizione nuova, dalla scuola, dalla convivenza in uno Stato bene ordinato e amministrato” 
Antonio Gramsci, L’Ordine Nuovo, 26 aprile 1921.
Quando è diventato chiaro che Berlusconi era troppo impegnato a cercare di limonarsi da solo per avere la lucidità politica necessaria a mantenere il potere, mi sono chiesto: cosa s’inventeranno questa volta gli italiani?
Domanda legittima quando hai ancora chiaro nei ricordi il clima da caccia alle streghe del 2001 quando l’Italia si divideva in due: da una parte le persone, dall’altra i berlusconiani in erezione.
Centinaia di migliaia di volontari che ripetevano a pappagallo slogan che sembravano scritti da un bambino che avesse ricevuto un ferro da stiro in testa dopo aver provato a cambiare canale sulla tv della nonna durante “La ruota della fortuna”. Cose tipo “Internet, Inglese, Impresa” “Un presidente operaio” “Aiutare chi è rimasto indietro” quest’ultimo decisamente rappresentativo del tipo di persone che stavano per andare al governo.
L’italia fu invasa da schiere di subumani in doppiopetto e sciure con trucco pesante e gioielli in stile il mio grosso grasso matrimonio greco che andavano in giro per le sedi dei Ds a fare fatality di Mortal Kombat già mesi prima delle elezioni.
Facile quando dall’altra parte hai Rutelli1
Quella fu una specie di gigantesca controrivoluzione conservatrice e furono anche le prime elezioni politiche a cui potei partecipare come elettore, che è un po’ come perdere la verginità scopandosi la vecchia dei Goonies. Il minimo che ti può succedere è che ti prendi un’infezione lunga dodici anni.
Alla fine di questo herpes democratico chiamato Berlusconi le soluzioni potevano essere le più svariate ma con il materiale umano che abbiamo a disposizione c’era in realtà  poco da essere ottimisti.
E infatti ne è venuto fuori Berlusconi 2.0 ovvero Beppe Grillo.
Più violento nei toni
più multimediale
più fascista
La storia del suo movimento la conosciamo bene, ha preso una buona idea (la democrazia partecipativa) l’ha scopata un paio di volte, le ha detto che l’amava, poi ha incominciato a picchiarla e a farla battere sulle strade della penisola per suo tornaconto.
Se ogni volta che lo sentite parlare in piazza non vi vengono i brividi lungo la schiena o a scuola avete avuto un pessimo insegnante di storia  o siete Gianroberto Casaleggio.
Gli elementi che rendono Beppe Grillo e il suo movimento un partito tecnicamente fascista sono parecchi.  Andiamo qui a vederli uno dopo l’altro con una numerazione va dall’1 al 5. In ordine crescente. Questo lo aggiungo nel caso ci fossero dei grillini che stanno leggendo il pezzo, non vorrei gli venisse mal di testa
1. L’infallibilità del capo
Grillo in questi anni ha detto tutto e il contrario di tutto, ha distrutto sul palco dei computer poi ha esaltato la rete come panacea di tutti i mali. Come diceva Daniele Luttazzi in questo insuperato intervento2 quando la gente applaude Grillo non applaude il contenuto applaude la foga. I cani pastore e Mario Monti obbediscono a chi dà ordini in tedesco, gli italiani invece danno ragione a chi urla di più, deve essere una specie di riflesso genetico. Qualsiasi cazzata detta con convinzione e movimento delle mani sufficientemente concitato fa nascere nell’italiano il sospetto che diventa in fretta una certezza che quello che sta ascoltando abbia un senso.
Altrimenti perché quel tizio urlerebbe così tanto?
Questa è una cosa che ha scoperto Mussolini e per provarla ai suoi amici metteva dentro i suoi discorsi cose assurde. Prendiamo ad esempio il discorso dopo la conquista dell’Etiopia nel 1936
Mussolini: Tutti i nodi furono tagliati dalla nostra spada lucente
Popolo: yeahhh
Mussolini (girato verso i suoi gerarchi): Visto?
Quando Grillo dice “Italiani!” alla maniera del duce non fa satira, mostra per un istante quello che vorrebbe essere veramente. Chi è allenato alle discipline satiriche lo aveva capito da subito, per un semplicissimo motivo: quella gag non fa ridere, fa accapponare la pelle.
Se ti fa ridere, sotto sotto almeno una piccola parte di te è convinta che il fascismo non fosse proprio tutto da buttare. Magari sei uno di quello che ripete le solite fregnacce dei treni in orario e le bonifiche. Tutte  cose che di solito nascondono il sottotesto “non riesco ad avere un’erezione decente se non appoggio la mia virilità su una sovrastruttura politica totalitaria che mentre mi annulla come essere umano mi dà l’illusione di avere un senso all’interno di un progetto più ampio che mi trascende, nel tempo e nello spazio, e sul quale non ho alcun controllo reale”
2. “Non siamo di destra nè di sinistra” dice  Grillo, ma la post-ideologia è ideologia
 Questo ci porta al secondo, e probabilmente il più inquietante, dei punti. Quando il m5s era al 3-4% e sentivo fregnacce colossali tipo “noi non siamo nè di destra nè di sinistra” la mia prima reazione era di accarezzare la testa del grillino e dirgli di andare a giocare con gli altri bambini. Ora che si avviano a diventare il secondo o terzo partito di uno dei paesi più industrializzati del mondo fanno paura.
Il motivo è molto semplice: non esiste una politica post-ideologica. Alla base di questa convinzione dei grillini, oltre ad una marchiana e intollerabile ignoranza delle categorie base del politico, ci sono le seguenti idee naif per non dire puerili:
  1. esiste un bene universale e assoluto (detto talvolta verità) che la politica può e deve conseguire 
  2. Il bene così definito si consegue attraverso l’uso corretto del mezzo internet 
Bene anzi male. Malissimo. Ovviamente l’azione politica di qualsiasi partito deve tendere verso uno scopo, e questo scopo è un tipo di amministrazione della cosa pubblica piuttosto che un’altra. Questo è pienamente legittimo, anzi è la base di ogni agire politico in un sistema democratico.
Ognuna di queste visioni però, proprio mentre ambisce per sua natura a diventare maggioritaria deve sempre accettare anche di essere UNA delle possibili visioni, che si scontrano all’interno di un sistema di regole uguali per tutti e stabilite assieme.
Normalmente queste visioni corrispondono al costituirsi come contendente all’interno del gioco politico di determinati gruppi di interesse. Gruppi di grandezza e finalità  diversissime tra loro. Non fatevi ingannare dal fatto che poi per questioni di marketing (vincere piace a tutti) ogni partito si dipinga come il più ampiamente rappresentativo, ognuno sta in realtà in rappresentanza di un gruppo ben definito.
Storicamente chiamiamo “Sinistra” quel variegato numero di partiti che all’interno di un sistema democratico come il nostro si propongono come i rappresentanti della maggioranza meno abbiente della popolazione. A questo si possono spesso aggiungere altri valori collaterali che nel corso della storia ( ma non sempre ) si sono associati a queste parti politiche come ad esempio la lotta per i diritti civili, il pacifismo, l’internazionalismo. Chiamiamo invece storicamente “Destra” quell’universo di partiti che si propongono di fare gli interessi della parte più ricca della popolazione unendo spesso ( ma anche qui non sempre) a questo anche posizioni a favore della patria, della concezione religiosa della famiglia eccetera.
Questo funzionamento si può riproporre in maniera più dettagliata anche per corpi sociali meno ampi e decisamente più definiti, ad esempio l’Italia dei valori era un partito molto gettonato fra gli appartenenti e gli ex appartenenti alle forze dell’ordine, ilmovimento pensionati fra, appunto, i pensionati, un partito come quello di Oscar Giannino presso un certo di tipo di piccola e media imprenditoria eccetera eccetera.
A questo punto il grillino è già saltato sulla sedia e sta urlando
“Ma questi non rappresentano più nessuno”
Errore. Rappresentano chi li vota. Certo è impossibile dire che Berlusconi abbia fatto tecnicamente gli interessi dei milioni di poveri che l’hanno votato in passato, ma sicuramente li ha rappresentatipoliticamente.
Per evitare situazioni come queste il cittadino ha però un’arma potentissima che raramente sfrutta e della cosa può incolpare solo se stesso: non votare più il partito le cui dichiarazioni d’intenti in termini di rappresentatività non corrispondono all’effettiva azione di governo.
Tutto questo è estremamente sano, ed è il gioco alla base della democrazia.
Se non ci sono interessi diversi da rappresentare semplicemente non c’è democrazia.
Persino un’eventuale vittoria totale di un partito di sinistra autenticamente popolare avrebbe altissime probabilità di degenerare prima o poi (più prima che poi) in dittatura, quand’ora fosse totalmente sprovvisto di qualsivoglia forma di opposizione.
Siamo esseri umani, siamo diversi e vogliamo cose diverse. Per questo il modo migliore che abbiamo di stare assieme e sederci a un tavolo, discutere e trovare un compromesso.
Non è un metodo perfetto, ma (spolier alert per i grillini): l’uomo non è un animale perfetto
Per arrivare a questo sistema ci sono voluti 4 millenni, centinaia di milioni di morti, e decine di migliaia di studiosi che hanno dedicato tutta la loro vita a questi temi, fornendo supporto fondamentale a chi poi nella pratica svolgeva l’attività politica.
Non è esattamente il frutto due stronzi di politici corrotti che vanno a mignotte in un appartamento di Roma pagato dal ministero.
È evidente che alla maggior parte dei grillini tutto questo non è chiaro.
...

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