lunedì 25 gennaio 2010

E per poter assomigliare a un toro il ranuncolo si gonfio fino a scoppiare.

Che l'Italia fosse il Paese dei menestrelli e dei clowns, nessuno ormai a livello planetario lo disconosce, e questo primato che ormai ci appartiene saldamente sarà difficile se non impossibile che qualcuno possa mai levarcelo.

Mi è capitato in questi giorni di riflettere sulle proporzioni del terremoto ad Haiti con quello nostrano di appena un anno fa che ebbe il coinvolgimento diretto di un intero Esecutivo compreso l'Eroe (futuro) dei Due Mondi, Bertolaso, che misero in campo tutta la loro (im)perizia e tutto il loro "charme" per lasciare morire al freddo e al gelo poche migliaia di persone tranne quei pochissimi casi da fiction messi su ad arte per mostrare al mondo intero, Urbi et Orbi, che dopo la monnezza di Napoli anche lì in Abruzzo, coi loro super poteri avrebbero risolto in quattro e quattro (vent)otto i problemi del terremoto.

Questione di proporzioni dicevamo.

Stando alle sole vittime (300 e passa mila di Haiti contro i 300 e rotti d'Abruzzo) siamo di fronte a un cataclisma immane con un fattore di scala pari a 1000.

Ve lo immaginate?
Bertolaso e l'altro Super Eroe nanerottolo profondere PER MILLE il loro impegno già collaudato in Abruzzo???

Dio probabilmente non esiste, ma se esistesse sarebbe davvero Grande a non aver messo anche Haiti nelle mani di questi due.
Grazie Dio.


(Da LaStampa.it)

Haiti, Hillary Clinton gela Bertolaso
"Sugli aiuti polemica da dopo-partita"
Il segretario di Stato americano Hillary Clinton


Il segretario di Stato striglia l'Italia:
«Vi ringrazio, ma qui non è L'Aquila»
ROMA
«Monday morning quarterback». Usa questa espressione, ricavata dal mondo del football ed entrata nel linguaggio corrente, Hillary Clinton per criticare le polemiche del capo della Protezione civile italiana Guido Bertolaso sugli aiuti alla popolazione di Haiti. Una frase che in italiano ha il senso dell’espressione «polemiche con il senno di poi».

Il segretario di Stato si affida a una metafora sportiva per replicare alle accuse piovute dal capo della Protezione civile, che ha parlato di una macchina degli aiuti «in cui non funziona niente, ci sono soltanto soldati e mancano i soccorritori». La Clinton ringrazia l’Italia per gli aiuti, un’Italia, dice, che «ha sofferto anch’essa un tragico terremoto anche se, ovviamente, la logistica e le infrastrutture in questo caso sono diverse da quelle de L’Aquila». La Clinton ha voluto esprimere il suo «piacere nel dare il benvenuto al ministro Frattini, rappresentante di un Paese grande alleato e amico degli Stati Uniti. Con Franco -ha detto- ci siamo sentiti spesso negli ultimi tempi e continueremo a farlo».

Il segretario di Stato ha poi ricordato che oggi a Montreal è in corso una conferenza sulla quale discuteremo del soccorso sull’isola. La Clinton ha ribadito che «c’è un grande impegno internazionale per portare aiuti ad Haiti. E non è possibile farlo senza il sostegno dei militari». Il titolare della Farnesina da parte sua ha ricordato che alla volta di Haiti è partita l’ammiraglia della flotta italiana, la portaerei Cavour, che a bordo ha «elicotteri e un contingente di carabinieri per garantire la sicurezza in stretta collaborazione con gli americani e con gli altri partner internazionali». Frattini ha preso le distanze dal capo della Protezione civile già in mattinata, dicendo che «Il governo non si riconosce nelle dichiarazioni» in cui Guido Bertolaso «ha attaccato frontalmente l’America e le organizzazioni internazionali». Il titolare della Farnesina ha apprezzato il lavoro di Bertolaso ad Haiti riconoscendo che «ha fatto proposte importanti al governo di Haiti». Ma, secondo Frattini il sottosegretario ha sbagliato quando «qualcuno gli ha chiesto di parlare da giornalista e lui ha attaccato l’America e le organizzazioni internazionali». Il capo della diplomazia italiana ha espresso «a nome del governo italiano il massimo apprezzamento per la generosità, lo spirito umano e la leadership che gli Stati Uniti e il president Obama personalmente stanno dimostrando nell’azione di soccorso ad Haiti».

Per Frattini «di fronte ad una tragedia umana di tale portata e in un contesto così complesso come quello di Haiti abbiamo bisogno della leadership americana e, insieme ad essa, anche del più efficace coordinamento degli sforzi internazionali da parte dell’Onu. La solidarietà euroatlantica e internazionale sono cruciali».

Bertolaso ieri aveva parlato di una macchina dei soccorsi «patetica» dicendo a Lucia Annunziata, ad Haiti per una diretta della sua «In mezz’ora», di Raitre, che gli sforzi, pure imponenti e pure animati da sincero spirito di solidarietà, hanno praticamente fallito nella loro missione. Il capo della Protezione civile non aveva lesinato critiche al gigantesco dispositivo di aiuti messo in campo dagli americani, una presenza «inevitabile e indispensabile» ma che appare «scollegata con la realtà, con il territorio».

Gli americani, ha commentato, sono straordinari. Però, quando c’è da fronteggiare una situazione emergenziale, «tendono a confondere l’intervento militare con quello che deve essere un intervento di emergenza, che non può essere affidato alle forze armate. A loro manca una testa, una capacità di coordinamento che vada sopra quella che è l’organizzazione, la disciplina, le procedure militari».

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