mercoledì 27 gennaio 2010

La fine dell'Universo e' più vicina.

La Scienza, quella con la S maiuscola, mi ha sempre affascinato.

Parlo di Scienza e non di para-scienza o di meta-scienza o di altre stronzate che con la Scienza vera non hanno nulla a che vedere.

Parlo della Scienza che e' sempre pronta a mettere in discussione se stessa e che quando parla di risultati sperimentali parla sempre di dati relativi e di "range" all'interno del quale ricadono le conclusioni dei dati sperimentali.

Quella stessa Scienza che non fissa in maniera precisa la data di nascita del nostro Universo, come hanno preteso di tramandarci alcuni pastori mediorientali semianalfabeti e che ne pretenderebbero la "creazione" a soli 6000 anni fa, anno più anno meno.
La Scienza vera che ci indica e ci insegna che l'universo e' nato in una imprecisata data compresa fra i 14 e i 18 miliardi di anni fa.
Non meno di 14, non più di 18.

La stessa Scienza ci diceva fino a qualche anno fa che la sua fine poteva collocarsi fra diversi miliardi di anni su su fino a un massimo di 15 miliardi di anni.

La stessa Scienza oggi, se i risultati trovati da questi scienziati australiani sono corretti, ne affinano la precisioni portandola a circa 3 miliardi di anni a partire da ora.

Chissà se l'uomo, ammesso che non si auto-estingua prima, non riesca a trovare un Universo parallelo più giovane dove "riparare" prima che avvenga questo Big Crunch.




L'espansione dell'universo secondo la precedente teoria:









































Espansione e contrazione secondo l'attuale teoria:









































(da ansa.it)

La fine dell'Universo piu' vicina del previsto

La previsione in uno studio australiano: 3 miliardi di anni

27 gennaio, 14:30

ROMA - La fine dell'universo è molto più vicina del previsto, ma comunque non verrà prima di 3 miliardi di anni. La previsione non è di qualche setta religiosa ma di due studiosi australiani, che hanno ricalcolato il tasso di entropia (una misura del 'disordine') del cosmo sulla base di nuovi dati e hanno trovato che questa è 30 volte maggiore di quanto si pensasse.

Lo studio sarà pubblicato sulla rivista Astrophysical Journal: i due autori, Chas Egan e Charley Lineweaver, dell'Australian National University, hanno calcolato l'entropia, una misura di quanto un sistema sia disordinato e quindi vicino al caos, basandosi sui contributi di tutti gli 'oggetti celesti', dalle stelle alla radiazione di fondo. 'Abbiamo anche stimato un possibile contributo dalla materia oscura - spiegano gli autori al sito Sciencedaily - ma a dominare sono i buchi neri piu' grandi (i cosiddetti 'supermassicci').

Usando i nuovi dati sul loro numero e sulla grandezza abbiamo trovato un risultato 30 volte più grande di quello che ci si aspettava. Basandosi sulla legge della termodinamica che prevede che l'entropia possa solo aumentare, gli studiosi stanno adesso cercando di stabilire quanto tempo resti all'universo prima del caos. Una prima indicazione è che questo sia arrivato a tre quarti della sua vita, invece che a metà come si pensava, il che lascia ancora almeno tre miliardi di anni di relativa tranquillità.


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