lunedì 4 gennaio 2010

Feltri attacca Fini: quelli del PdL insorgono. Ci sono o ci fanno?

Orbene, ammettiamo pure che Feltri sia improvvisamente impazzito e che volendo superare Fede in servizionismo se ne esca con certe sparate che in un partito normale farebbero rizzare i capelli a chiunque; (si puo' dire servizionismo? Servilismo non mi piace come termine perché non serve a esprimere il concetto e nemmeno adulazione... perché tutto vuol far sembrare Feltri di sé che essere un adulatore, né tantomeno essere servile; ma che sia un gran procacciatore di servizi, quello sì).

Orbene, conoscendo il nostro Super Mega Divin Premier, ove qualche SUO DIPENDENTE osasse minimamente contrastare i Suoi Supremi Voleri, quanto tempo ci metterebbe a sbarazzarsene cacciandolo via a calci in culo? (Ebbene Dipendente sì; quale senza tanti eufemismi e giri di parole in effetti FELTRI E').

Insomma per dirla in breve, NON CREDO AFFATTO che le uscite di Feltri siano tutta farina del suo sacco, bensì piuttosto UN SERVIZIO che lui effettua al SUO DATORE DI LAVORO, ovvero un servizio RICHIESTO direttamente da questi.

Quelli del PdL non l'hanno capito?

O FANNO FINTA DI NON AVERLO CAPITO???

Io mi ci gioco qualunque cosa che Fini comunque l'ha capito.

Scommettiamo?


(dal Corriere.it)

Storace: che noia, se le danno di santa ragione e non attaccano mai la sinistra

Feltri attacca ancora Fini, il Pdl insorge

Bondi e La Russa prendono le distanze dal Giornale. Della Vedova: siamo su "Scherzi a parte"?


MILANO - Vittorio Feltri e il suo «Giornale» sono nel mirino ma questa volta gli attacchi arrivano direttamente dalle fila del centrodestra. A più di un esponente di primo piano del Pdl non è piaciuta la prima pagina di oggi del quotidiano della famiglia Berlusconi e quel titolo «Fini come Di Pietro» che mette ancora una volta il presidente della Camera, nonché cofondatore del Popolo della Libertà, alla sbarra per le sue posizioni considerate non allineate.

Sandro Bondi, ministro dei Beni culturali e coordinatore del Pdl (Lapresse)
Sandro Bondi, ministro dei Beni culturali e coordinatore del Pdl (Lapresse)
Non è stata solo Farefuturo, l'associazione politico-culturale che fa capo a Gianfranco Fini, a prendere le difese del proprio leader, definendo Feltri un «re senza popolo, un generale senza esercito» che parla a nome dei suoi elettori ma non degli oltre 13 milioni di elettori del partito, il «"Montanelli" del nuovo millennio, che si è autoproclamato come unico depositario delle idee, degli umori, delle speranze degli elettori del centro destra». Anche autorevoli esponenti del governo hanno pubblicamente preso le distanze dal direttore del quotidiano di via Negri. Tra loro, il ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi: «Posto che non è in discussione l'assoluta indipendenza e libertà di espressione de IlGiornale e al di là degli stessi contenuti - ha sottolineato Bondi, che è anche uno dei coordinatori nazionali del Pdl -, personalmente ritengo che certi titoli e articoli come quello di oggi che stabilisce un paragone inaccettabile tra il presidente della Camera Fini e Di Pietro, non giovano ad un corretto confronto politico e soprattutto alla necessaria unità e rafforzamento del Pdl».

LA RUSSA: «GRANDE STUPORE» - Anche l'altro ministro-e-coordinatore, Ignazio La Russa, proveniente dalle fila di An, si è dissociato dicendo, in una lettera destinata proprio a Feltri, di avere «letto con grande stupore il titolo e l'articolo di oggi...». «Ho appena terminato di scrivere - ha detto La Russa raggiunto telefonicamente dalle agenzie di stampa, senza aggiungere altro sui contenti della missiva - e sto per inviare la lettera al direttore del Giornale».

LA «NOIA» DI STORACE - Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, tornata di recente ad allearsi con il Pdl, definisce l'ennesimo scontro a distanza una «noia». «Anche oggi Farefuturo e Feltri se le danno di santa ragione - fa notare l'ex ministro della Salute, che fondò il suo nuovo movimento politico non condividendo la linea di Fini negli ultimi periodi di An -. Ma mai che litighino con la sinistra». Benedetto Della Vedova, ex radicale e anima liberal del Pdl, fa invece notare che «se fossi un leghista doc acquisterei tutte le mattine il Giornale per cominciare bene la giornata e farei il tifo per una testata che quotidianamente alimenta ad arte lo scontro interno al mio vero concorrente elettorale, ancorchè alleato, cioè il Pdl». «Vedendo che il Giornale - prosegue - accetta senza fare un plissè che il nord produttivo vada alla Lega con le prossime elezioni regionali, fatta salva l'eccezione di Formigoni, mentre spara a palle incatenate sull'innovativa candidatura pidiellina della Polverini, rea di intelligenza con il nemico finiano, penserei che questi del Pdl giocano a sfasciarsi e che in futuro il centrodestra sarà del Bossi e di quel geniaccio del Calderoli». «Tutto questo, se fossi leghista - conclude Della Vedova - Ma siccome - conclude - sono un deputato del Popolo della Libertà che sostiene Berlusconi da tempi non sospetti al mattino leggo il Giornale e mi chiedo se siamo su 'Scherzi a parte"».


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