giovedì 24 dicembre 2009

Le fortune del Cavaliere non finiscono mai.

Il clima di solidarietà che è sorto intorno al Cavaliere dopo l'aggressione del 13 comincia a dare i suoi frutti.

Oggi il cavaliere può contare su una posizione più umana (e forse anche politicamente più morbida) da parte del duo Casini-Bersani con la neutralizzazione del franco-Fini (franco nel senso di franco tiratore) e di tutti coloro che all'interno della stessa maggioranza non vedevano di buon occhio uno stravolgimento delle regole democratiche con lo scardinamento dello Stato solo per garantire l'impunità a Lui.

Con l'aggressione subita, ridotto com'è a un essere fragile e colpito nel suo orgoglio oltre che sul viso, Lui ispira quella naturale emozione tutta umana di compassione e di solidarietà verso chi soffre, da parte di tutti noi, (o quasi tutti).
Fa eccezione sempre quel rompicoglioni di Di Pietro che addirittura lo definisce un Diavolo, quando non lo associa proprio a Satana in persona, Il Diavolo per eccellenza.

E meno male che a nessuno dei dipietristi e allo stesso Di Pietro è sorto nemmeno lontanamente il dubbio che tutta questa aggressione possa essere stata una messinscena proprio per crearsi intorno questa "solidarietà umana".

Fai bene Antonio!

Lascia solo a noi queste "visioni", come le definiscono i nostri amici berlusconiani, altrimenti ti attaccherebbero anche su questo fronte oltre che su quello di non avergli espressa tutta in pieno la tua solidarietà (e la tua complice disponibilità ad annullare l'operato dei magistrati che lo stanno "perseguitando").

Non solo solidarietà umana si pretenderebbe da te (come dagli altri) ma anche solidarietà istituzionale per le sue magagne giudiziarie, che avrebbero dovuto essere cancellate, così semplicemente perché è diventato egli improvvisamente una povera vittima.

E se ci fate caso di quella proposta lanciata da Casini di costituire un

FRONTE COMUNE

per salvare la Democrazia, non si parla più.

Dissolta nel nulla dopo questa provvidenziale aggressione che anzi fra i suoi effetti ne ha avuto uno meraviglioso:
ridurre in frantumi e polverizzare quel minimo di aggregazione che si stava attuando nelle opposizioni.

DIVIDE ET IMPERA!!!

Certo che se non l'ha pianificata lui questa aggressione e fosse avvenuta davvero per caso, lo riconfermiamo:

per Lui è stata davvero

PROVVIDENZIALE!!!


(da Repubblica.it)

Il leader dell'Idv affida al suo blog una missiva per Gesù Bambino
"Non vuole farsi processare e lo chiama dialogo. Liberiamoci di lui"

La lettera di Natale di Di Pietro
"Con il diavolo non si discute"


La lettera di Natale di Di Pietro "Con il diavolo non si discute"
ROMA - "Nel nostro Paese c'è 'un diavolo' al governo che pensa di usare le istituzioni solo per farsi gli affari suoi". Antonio Di Pietro affida al suo blog "la sua lettera a Gesu Bambino". Una missiva che chiama in causa, senza citarlo esplicitamente Silvio Berlusconi. E' lui il diavolo che "vuole addirittura cambiare la Costituzione perchè nella Carta non è previsto che lui non può essere processato" e che "non vuole essere processato". "Però lui questo lo chiama dialogo - continua Di Pietro - E, come tu sai, caro Gesù Bambino, capita spesso che qualcuno abbocchi e dica: 'Vabbe' andiamo a dialogare. Te lo immagini? Ricordi la storia di cappuccetto rosso? Avrebbe mai potuto dialogare con il lupo cattivo?". In pratica un messaggio esplicito al Pd. Di Pietro conclude: "Ecco la preghiera che ti faccio, caro Gesù Bambino: l'anno prossimo mettici in condizione di liberarci politicamente, attraverso l'esercizio democratico del voto, di questo diavolo al governo".

Dialogo e riforme, il punto è sempre quello. Berlusconi, che ieri ha avuto uno scambio di idee con Giorgio Napolitano, vorrebbe un'agenda per le riforme da definire con il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. Magari ripartendo dalla bozza Violante. "Siamo pronti al dialogo con l'opposizione. Se la sinistra è pronta stavolta, se sono rose fioriranno..." afferma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti. Ottimista il presidente del Senato Renato Schifani: "Ce la faremo. Noi chiudiamo questo anno in un clima diverso rispetto a quello di qualche settimana orsono".

Ma il Pd è cauto. "Sulle riforme occorre lavorare con determinazione - dice lo stesso Violante - senza però tenere troppo alte le aspettative perchè quando le vele sono troppo gonfie poi si possono sgonfiare rapidamente". Mentre Bersani fissa alcuni paletti: "La maggioranza ritiri le leggi ad personam con cui si appresta a occupare il Parlamento e si può iniziare a discutere". Chiude il ministro dell'Interno Roberto Maroni: "Mi auguro che le aperture di Bersani, confermate anche oggi da Violante, non inciucesche ma per un confronto in Parlamento su cose concrete, siano la strada giusta".

Caustico il commento di Paolo Bonaiuti. "Anche questa ci è toccata - dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio - Di Pietro che fa le prediche contro il diavolo, ovvero Berlusconi. Ma come fa la sinistra riformista a tenersi un alleato del genere?".


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(da l'Unita.it)

Le condizioni per la pace del premier: leggi ad personam e stop all'Idv

di Ninni Andriolotutti gli articoli dell'autore

Altro che riposo. Tutti ad Arcore, da Cicchitto a Letta, da Scajola a Miccichè. Una convalescenza di gran lavoro quella del Cavaliere. Per stasera è prevista una cena con Bossi e Tremonti. Possibile, prima di Natale, una nuova visita di Fini. Il Presidente della Camera si sta spendendo molto per dare gambe agli appelli berlusconiani a «rasserenare il clima». Come Gianni Letta, d’altra parte, che Berlusconi vorrebbe nominare vice premier.

Strada spianata verso il «patto democratico», quindi? Passati i giorni dello scoramento e dei buoni propositi, in realtà, il Cavaliere «vuole la pace», ma pone condizioni. La prima è che Pd e Udc rompano con Di Pietro, isolando l’ex pm di Mani pulite. Una richiesta che, riportata come una sorta di diktat da interlocutori non annoverabili tra le «colombe», giunge in realtà direttamente all’opposizione - e per altri percorsi - con toni più sfumati. Pace condizionata, quindi? «Prendo atto dell’apertura alle riforme del Pd - spiega Paolo Bonaiuti - Se sono rose fioriranno, vedremo. Il dialogo, il confronto, qualunque forma di apertura civile con l’opposizione può riprendere quando cesserà la spirale di violenza contro il presidente del Consiglio». E il senatore Pdl, Giorgio Stracquadanio, ultras pro Cavaliere, sottolinea che «è più che opportuna la distinzione tra opposizione democratica, con la quale cercare con tenacia un’intesa per le riforme istituzionali, e opposizione giustizialista». Gaetano Quagliariello, infine, auspica che «le forze responsabili dell’opposizione» compiano «un passo ulteriore per disinnescare il conflitto che da 15 anni impedisce all’Italia di diventare una democrazia compiuta».

È chiaro che Berlusconi non ha messo da parte l’assoluta priorità che assilla i suoi pensieri: la via d’uscita parlamentare ai processi che lo riguardano. E se è vero che oltre all’«isolamento di Di Pietro» il premier spera, in particolare dal Pd, un atteggiamento «soft» sulle leggi «ad personam», è anche vero che - con realismo - non mette nel conto né voti favorevoli, né aiuti nell’iter parlamentare. Tenta, però, di evitare «la demonizzazione». «La posizione di D’Alema, Bersani e di tutti noi - spiega il Pd Enrico Letta - È che non c’è un atteggiamento persecutorio o berlusconicentrico, ma solo il rispetto delle regole, della Costituzione e che le riforme devono essere di sistema».

Legittimo impedimento e Lodo Alfano bis: sembrano questi i provvedimenti intorno ai quali il Cavaliere occuperà il Parlamento tra gennaio e febbraio, pronto - in ogni caso - ad andare «avanti come un treno» forte, anche, delle rassicurazioni di Fini. Una modifica radicale del «processo breve» per dare un segnale a chi - nel Pdl, ma anche in Pd e Udc - chiede di non terremotare la giustizia? Possibile. Quanto alle altre riforme, tutto lascia pensare che se ne riparlerà dopo le regionali e che le urne decideranno molto anche del futuribile dialogo tra maggioranza e opposizione»

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