lunedì 28 dicembre 2009

Per il PdL il vero problema è salvare Berlusconi, non le riforme.

Dietro parole roboanti come "Bene Pubblico", che celano la "voglia riformista" della destra vi è in realtà una ennesima virata brusca per evitare al Premier l'impatto con gli ostacoli legali che sembrano messi lì apposta perché lui ci vada a sbattere contro.

Ma nessuno si chiede come mai gli si muovono contro così tante "accuse"?

Al povero Prodi, che pure gliene fu mossa una pesantissima sull'affare Telekom Serbia, poi rivelatasi una bufala, o meglio UN FALSO messo su ad arte proprio per screditarlo, non fu invocata nessuna Legge ad Personam per salvargli il culo e furono gli stessi organi istituzionali a stabilire che di FALSO si trattava.

Come mai Berlusconi vuol eludere i processi?

Non sarebbe davvero il miglior Presidente degli ultimi 150 milioni di anni se (innocente come dichiara di essere) riuscisse a dimostrare che tutte le accuse che gli vengono mosse, ma proprio tutte, fossero false?

Invece no!

Non solo lui PRETENDE L'ASSOLUTA IMPUNITA', che nemmeno il gran Visir di Bengodi possiede, ma basta che qualcuno dica, dichiari, puntualizzi, o accenni soltanto in maniera appena velata che non si pronerà a fargli altre leggi "ad personam" che tutti i suoi scagnozzi gridano allo scandalo... e al complotto.

Complotto!!!
Complotto!!!

Vogliono mandare in galera il loro miglior Presidente degli ultimi 150 anni!!!

Complotto!!!

(da Quotidiano.net)

Riforme, il dialogo è in salita
"No a leggi ad personam"

Franceschini frena e pone le condizioni. Bersani intanto smentisce un colloquio telefonico con il premier. Di Pietro: "L’IdV non negozierà mai perché la legalità in un Paese democratico non è negoziabile"

Dario Franceschini (ansa)
Dario Franceschini (ansa)

Roma, 27 dicembre 2009 - Sulle riforme il dialogo sembra quantomai in salita. Oggi è il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini a ribadire con nettezza che l’approvazione anche di una sola legge ad personam sarebbe “inaccettabile” e vorrebbe dire la fine del confronto tra i due poli. Per il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto si tratta di un no pregiudiziale volto a “bloccare qualsiasi riforma”, mentre il coordinatore del partito Sandro Bondi, “addolorato” dal no di Franceschini, tiene aperta la porta all’ala del Pd più disponibile: “Daremo fiducia e valore ad ogni posizione volta ad aprire una pagina più positiva nella vita politica italiana”. Linea che si ritrova anche tra i più stretti collaboratori di Silvio Berlusconi: “Il segretario del Pd è Bersani, noi stiamo a quello che dice lui”.

E proprio da Bersani arriva la smentita di un colloquio telefonico prima di Natale con il premier, notizia riportata da diversi quotidiani: “Non c’è mai stato e di conseguenza anche i contenuti della presunta telefonata”, ovvero l’intenzione di non alzare barricate contro il legittimo impedimento, “non esistono”.

Cicchitto dal canto suo sottolinea che “il legittimo impedimento, il cosiddetto processo breve, il lodo Alfano, così come il ritorno all’immunità parlamentare non possono essere considerate come leggi ad personam: sono strumenti per disinnescare l’uso politico della giustizia, molto praticato dal 1992 ad oggi”. Problema di cui “la maggioranza può farsi carico, auspicabilmente d’intesa con l’opposizione oppure anche da sola”.

La Lega auspica invece con forza il dialogo: "Ma c’è bisogno che scenda un’altra volta Gesù per fare le riforme?", domanda provocatoriamente il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli.

A gettare benzina sul fuoco ci pensa Di Pietro. "Le moine e le lusinghe con cui, dal portinaio di Palazzo Grazioli ai falsi figli dei fiori del partito dell’amore, stanno corteggiando Bersani, dovrebbero di per sé bastare a far comprendere che dietro la facciata del ‘dialogo dell’amore’ lo aspettano gli stessi bari con le solite menzogne di sempre". Così il leader dell'Idv che sul suo Blog mette in guardia il Pd. Per Di Pietro conclude: "L’Italia dei Valori non negozierà mai perché la legalità in un Paese democratico non è negoziabile. Mai".

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