giovedì 4 novembre 2010

Cara Nadia, ti scrivo...

Cara Nadia,
Io vivo in una terra dove a parlar troppo si finiva sottoterra, è vero.
O meglio si finiva sottoterra se solo eri a conoscenza di qualcosa che qualora fosse stato rivelato avrebbe potuto anche lontanamente far tremare un potente.

Paradossalmente però, sai qual'è il miglior sistema per non correre rischi?

Non avere più segreti dentro; segreti per i quali la tua sparizione potrebbe rappresentare un fatto positivo per qualcuno.

Mi spiego con un esempio: finché tu hai un segreto dentro, un segreto che magari ancora non hai rivelato che a poche (troppo poche) persone allora credimi, la tua vita potrebbe essere in serio pericolo.
Viceversa se tutto quello che avevi da dire lo hai già detto A TUTTI, allora puoi stare tranquilla, dentro una botte di ferro, perché semmai, qualora ti succedesse qualcosa, sarebbe la riprova che le cose che tu avessi già precedentemente rivelate a tutti sarebbero VERE!!!

Orbene, ti dico seriamente che qualora fossero stati i tuoi avvocati a "suggerirti" di tenere una linea diversa da questa "strada maestra", di ascoltare il consiglio spassionato di chi non ha nulla da guadagnarci né nell'uno né nell'altro caso:

CAMBIA AVVOCATO!!!


(da Ansa.it)

Nadia: devo tacere. Pm, da noi nessun veto

Una conferenza stampa della ragazza era prevista per le 15

04 novembre, 21:23


REGGIO EMILIA - Nadia Macrì, attraverso i suoi legali, ha disdetto la conferenza stampa annunciata ieri per oggi pomeriggio alle 15. In una nota dei difensori la ex escort ha spiegato che le è stato imposto dall'autorità giuduiziaria il divieto di divulgare i fatti e circostanze oggetto delle indagini sui presunti festini. Gli avvocati Domenico Noris Bucchi e Enrico Della Capanna spiegano che la signora Macrì è stata "tempestata" da richieste per "carpire informazioni relative ad una indagine in corso" e che il loro intervento era stato richiesto dalla stessa "per tutelarla da eventuali violazioni". "Apprendiamo che ad essa è stato imposto, dall'autorità giudiziaria dalla quale è stata chiamata, il divieto di divulgare i fatti e le circostanze oggetto dell'indagine ed in merito ai quali è stata sentita". I legali spiegano quindi che "la signora Nadia Macrì comunica la propria volontà di attenersi ai doveri di legge, la cui violazione la esporrebbe a responsabilità penali. Non intendendo, quindi, per il momento, rilasciare alcuna dichiarazione, viene revocata la conferenza stampa già fissata per il pomeriggio". La nota è firmata dai due legali ma prima anche dalla stessa Nadia.


BRUTI, NO VETI A CONFERENZE STAMPA - "I veti preventivi alle conferenze stampa sono a noi sconosciuti. Per noi esistono solo gli interrogatori e in caso la secretazione dei verbali". Lo ha spiegato il procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano se fosse stata l'autorità giudiziaria milanese a vietare alla escort Nadia Macrì di parlare in una conferenza stampa, fissata da lei per oggi e poi annullata. Nell'annullare la conferenza stampa, la escort Nadia Macrì, che ai magistrati palermitani ha parlato di alcuni festini a luci rosse nelle residenze del premier Berlusconi, ha spiegato anche attraverso i suoi legali che il divieto di divulgare fatti e circostanze delle indagini le era stato imposto dall'autorità giudiziaria. Bruti Liberati ha chiarito invece che la procura di Milano non è intervenuta in tal senso perché non mette "veti preventivi alle conferenze stampa".

REPLICA LEGALE NADIA, NON POSSIAMO DIRE NULLA - "Noi non possiamo dire nulla, non voglio aggiungere, né togliere, nulla. Noi ci riportiamo a quel comunicato e a quel comunicato ci atteniamo. Abbiamo soppesato ogni parola". Così l'avv. Domenico Noris Bucchi, che tutela Nadia Macrì, dopo che il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati ha negato che ci siano stati veti preventivi alla conferenza stampa prevista per oggi, e poi annullata. "Le assicuro - ha detto, rispondendo a specifica domanda, contattato dall'ANSA telefonicamente - che la mia assistita non ha rilasciato alcuna intervista in esclusiva, né lo farà. La nostra impostazione è non rilasciare interviste. Lei non rilascia interviste. E se lo fa, cambia avvocato".

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Sempre per Nadia:
Pensi che con gente così si puo' andare tranquilli?

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(dal Corriere.it)


"Caso Ruby", forzati gli armadi del gip
con le rivelazioni sulle feste di Arcore

Ad agosto ignoti hanno cercato di entrare nelle stanze
dei giudici che si occupano della vicenda

"Caso Ruby", forzati gli armadi del gip

con le rivelazioni sulle feste di Arcore

Ad agosto ignoti hanno cercato di entrare nelle stanze
dei giudici che si occupano della vicenda

Ruby
Ruby
MILANO
- Porte e armadi forzati nell'ufficio del gip del Palazzo di Giustizia di Milano. Il "caso Ruby" - rivela l'Agi - si arricchisce di un nuovo capitolo. Ad agosto, ignoti hanno tentato di entrare nelle stanze di due giudici che si occupano della vicenda scaturita dalle rivelazioni della giovane marocchina. Già a luglio, precisamente il 20 di quel mese, la Procura aveva inviato ai giudici le richieste di intercettazione delle utenze telefoniche di Ruby, di sua madre e di Lele Mora, ed era già stato aperto un fascicolo per favoreggiamento della prostituzione a carico dello stesso Mora, di Emilio Fede e di Nicole Minetti.

GLI EPISODI - Alla fine di agosto, il primo episodio: sconosciuti forzano la porta del capo dei Gip, Laura Manfrin e cercano di aprire l'armadio dove sono custodite alcune carte dell'inchiesta. Due giorni dopo, nel mirino, finiscono porta e armadi dell'ufficio del Gip, Cristina Di Censo, titolare dell'indagine. A questo punto, la Procura avvia un'inchiesta a carico di ignoti, ritenendo che ci sia una connessione tra questi due episodi e l'indagine su Mora, Fede e Minetti. Gli accertamenti però non portano a nulla e non vengono identificati gli autori delle effrazioni e la Procura archivia il caso. Tuttavia vengono prese precauzioni eccezionali per evitare che il fascicolo che contiene rivelazioni sulle feste nella residenza di Silvio Berlusconi finisca nelle mani di sconosciuti e le carte dell'inchiesta sono affidate a un uomo della Polizia giudiziaria che ha il compito di trasportarle dal quarto piano (sede della Procura) al settimo piano (dove ci sono i Gip) del Tribunale. A quanto si è appreso, riferisce sempre l'Agi, i documenti bersaglio dei presunti tentati furti riguardano dichiarazioni di Ruby sulle feste ad Arcore a cui avrebbero partecipato due ministre, una conduttrice televisiva e Noemi Letizia.
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