Dubitiamo di conseguenza che abbiano la benché minima idea dello stesso concetto di "proporzione".
I nostri ministri, Bondi in particolare, non sa nemmeno, e mai riuscirà a saperlo data la sua pre-"disposizione" cerebrale, che, per esempio, con una sola bustarella notturna, elargita a una sola delle centinaia di puttanelle che orbitano intorno alle Arcove (si scrive Arcove, Alcove, Arcore o Alcore?) di Silvio avrebbero potuto pagarsi ben dieci bravi operai per un mese che avrebbero SICURAMENTE salvato dal crollo la Casa del Gladiatore di Pompei, e che risparmiando su tutte le puttanelle si potrebbe benissimo salvare dal Crollo Totale l'Italia Intera.
L'unico ministro che invece sa fare bene il suo mestiere e' il ministro Alfano. Ministro (per il fermo) della Giustizia che è riuscito benissimo nel suo intento di NON FARLA funzionare.
In compenso però, si appella alle "norme etiche e morali" e lancia un invito a dimettersi a Lombardo, Presidente della Regione Sicilia, perché (eticamente) sgradito a Berlusconi e al suo entourage.
(da Siciliainformazioni.it)
Il ministro Alfano chiede le dimissioni di Lombardo
oggi, 08 novembre 2010 12:19
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(dal Corriere.it)
RIFLETTORI SUI FINIANI CHE HANNO GIÀ CHIESTO AL COORDINATORE PDL DI «TOGLIERE IL DISTURBO
Dal Pd mozione di sfiducia contro Bondi
Sarà presentata mercoledì dopo l'intervento del ministro alla Camera. Potrebbe essere il casus belli della crisi
Il ministro Sandro Bondi durante il sopralluogo a Pompei (Fotogramma) |
MILANO - «Se avessi la certezza di avere delle responsabilità nell' accaduto, mi dimetterei». Il ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi, lo ha detto dopo il sopralluogo compiuto a Pompei, dove il crollo dell'Armeria dei gladiatori che ha fatto gridare «vergogna» al capo dello Stato, ha lasciato ben più che macerie di pietra. Le ripercussioni del crollo potrebbero essere pesanti anche dal punto di vista politico, ora che il Partito democratico ha annunciato una mozione di sfiducia nei confronti del ministro. Bondi si è detto convinto che nessuna colpa possa essere attribuita al suo ministero e ha annunciato un piano straordinario per la manutenzione degli edifici pompeiani. Ma il centrosinistra sferra l'attacco e resta da vedere come si comporteranno i parlamentari finiani dopo l'aut aut decretato da Gianfranco Fini dal palco di Perugia. La vicenda di Pompei, insomma, potrebbe diventare il casus belli a cui affidare l'avvio formale della crisi di governo.
Pompei, le immagini del crollo
LA MOZIONE DEL PD - Secondo quanto riferiscono le agenzie di stampa, i democratici chiederanno al ministro di riferire in Parlamento su quanto accaduto nel parco archeologico. L'intervento dovrebbe essere calendarizzato per mercoledì prossimo. In quella occasione, il Pd, una volta ascoltate le parole di Bondi, dovrebbe presentare la mozione di sfiducia nei suoi confronti. Il Pdl fa quadrato attorno al ministro, che è anche coordinatore nazionale del partito, e il portavoce Daniele Capezzone parla di «attacchi che hanno il sapore dello sciacallaggio e della disonestà intellettuale».
IL RUOLO DEI FINIANI - Ma lo stesso Gianfranco Fini nel suo intervento di domenica aveva fatto riferimento al cedimento delle antiche mura accostandolo alla vicenda di Ruby, la marocchina al centro delle polemiche per i festini nella residenza di Berlusconi ad Arcore: « Che dolore leggere sui giornali la notizia, perchè fa il giro del mondo come fa il giro del mondo quell'altra notizia... Un'immagine all'estero che il nostro Paese non merita e che ci impegniamo a cambiare». E Antonino Lo Presti, capogruppo di Futuro e Libertà nella commissione Bilancio alla Camera, senza messi termini si rivolge al ministro «Si assuma lui la responsabilità di dimettersi dopo quello che è accaduto a Pompei. Bondi in questi mesi si è preoccupato solo di polemizzare con Fini per difendere l'indifendibile senza difendere invece il suo compito istituzionale. Ora tolga il disturbo...».
«BERLUSCONI VADA A CASA» - Prevedibile il voto compatto di Pd e Italia dei Vaolri: «Il crollo a Pompei fotografa esattamente le disastrose condizioni in cui versa l'Italia - dice Antonio Di Pietro nella sua pagina Facebook -. È gravissimo che un bene così prezioso sia stato abbandonato all'incuria e che ora nessuno si voglia assumere le responsabilità di quanto accaduto. La notizia ha colpito tutta la comunità internazionale ed è stata riportata in primo piano su tutti i giornali stranieri, soltanto i nostri ministri non hanno compreso la portata di questo crollo». Di Pietro quindi rilancia: «Chiediamo con sempre più forza che il governo Berlusconi vada a casa, per onestà nei confronti dei cittadini, perchè ormai è chiaro a tutti che non è in grado di gestire i problemi ordinari e quelli straordinari». Resta incerta la posizione dell'Udc che con Enzo Carra chiede sì a Bondi di lasciare l'inicarico, ma non quello nell'esecutivo: «Bondi dovrebbe dimettersi da coordinatore del Pdl per fare meglio il ministro dei Beni culturali», salvo poi aggiungere che «non si può dire che il ministero dei Beni culturali abbia brillato per iniziative».
Al. S.
08 novembre 2010
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