Passi che in barba a tutte le leggi continui ancora ad essere in circolazione anziché essere ospitato in qualche isola del mediterraneo con veduta a quadri del panorama.
Passi che in barba ad ogni regola etica continui a raccontare barzellette anche di fronte alle tragedie.
Passi tutto insomma... (a lui manca solo l'etichetta di assassino e di stragista -ma vedrete che non è da escludere del tutto, viste le sue frequentazioni mafiose-) ma la sua vera natura, sulla quale dovremmo tutti riflettere seriamente esce fuori quando assume atteggiamenti "da statista" e comincia a parlare di bavagli alla stampa (scomoda) ed alla informazione (scomoda, anche questa, ma scomoda solo per lui).
E' qui che escono fuori ampi sprazzi di quelle che sono le sue reali ambizioni di trasformare l'Italia in
DITTATURA!!!
(da Repubblicait)
IL CASO
Intercettazioni, nuovo affondo del premier
"Giornali oscurati se le pubblicano"
Berlusconi annuncia un nuovo disegno di legge della maggioranza per bloccare gli ascolt. Lo scetticismo dello staff di Palazzo Chigi. E gli uomini di Fli: un nuovo ddl è difficile di LIANA MILELLA
ROMA - Intercettazioni. L'ossessione continua di Berlusconi ritorna. Con l'ennesimo annuncio shock. Lanciato da Milano. Cui però, come assicurano i suoi più stretti collaboratori, non corrisponde un bel nulla. Né proposte di legge, né deputati o senatori pronti a presentarle. Solo una bordata elettorale. Eppure il Cavaliere assicura: "Chi pubblicherà il testo di un'intercettazione dovrà subire il fermo del suo media da tre a 30 giorni". Nel ddl, che a luglio alla Camera è finito su un binario morto, il governo aveva ipotizzato multe salatissime contro giornalisti ed editori qualora avessero reso pubblici testi di telefonate di persone non coinvolte nelle indagini, ma mai il premier e il suo Guardasigilli Alfano si erano spinti a chiedere addirittura la chiusura del giornale "colpevole". Un salto di qualità che viene accolto con assoluto scetticismo dai finiani: "Un nuovo ddl? Non ne sappiamo nulla, ma con questo clima sarebbe perfino difficile presentarlo".
Ma il Cavaliere si vanta davanti alla platea: "Presenteremo un provvedimento di iniziativa parlamentare per regolamentare le intercettazioni". Come precisa ulteriormente il ministro degli Esteri Franco Frattini non si tratterà di "un'iniziativa del governo". Ma il premier già ne conosce e ne disegna le coordinate: "L'utilizzo di questo strumento dovrà essere limitato al terrorismo internazionale, alle organizzazioni criminali, alla pedofilia e agli omicidi". E ancora: gli ascolti "non potranno essere prodotti come prove né dall'accusa né dalla difesa". Poi l'ultimo affondo sullo stop ai media. Dimentico che esiste già un ddl del governo, uscito dagli uffici di Alfano e su cui il Guardasigilli ha condotto più di una mediazione con la responsabile Giustizia di Fli Giulia Bongiorno, il premier ne ipotizza uno del tutto nuovo.
Rispetto alle sue tante uscite sugli ascolti, fatte dall'inizio della legislatura, l'ultima a Milano il 24 settembre, questa è sicuramente la più dura. Ribadisce il leit motiv che servono solo "per mafia e terrorismo". Poi non solo minaccia la temporanea chiusura dei giornali, ma pure l'impossibilità di utilizzare i testi nel processo. Una descrizione che ricorda un'ipotetica legge sulle intercettazioni fatta dal suo avvocato Niccolò Ghedini con ascolti preventivi fatti dalla polizia, utili per le investigazioni, ma non utilizzabili nel dibattimento. Idea rimasta lettera morta.
Ma ecco le reazioni dentro e fuori dal Pdl. Nel partito, tra gli uomini più vicini al Cavaliere, e tra chi si occupa di giustizia nel Pdl, c'è sorpresa. Tutti confermano che allo studio non ci sarebbe alcun nuovo progetto e che il lancio fatto a Milano ha solo un sapore elettorale. Ma il rischio di un nuovo attacco alla libertà di stampa allarma la Fnsi e le opposizioni. Roberto Natale, presidente del sindacato dei giornalisti, parla di "un nuovo e delirante attacco contro i media che dovessero pubblicare intercettazioni sgradite". E cita il caso Ruby: "Berlusconi vuole imbavagliare l'informazione: nessun giornalista deve poter svelare le frottole sulla nipote di Mubarak". Il segretario della Fnsi Franco Siddi liquida il premier come "un disco rotto". S'arrabbiano Pd e Idv. Per il responsabile Giustizia del Pd Andrea Orlando c'è "un'offensiva doppiamente preoccupante" perché non solo si ipotizza una stretta sugli ascolti, ma essa "riguarda i suoi casi personali". Oltre "alla censura e alla limitazione delle indagini, tra i reati elencati non c'è neppure la corruzione". Il dipietrista Massimo Donadi già preannuncia "nuove barricate contro il vergognoso tentativo di censurare l'informazione".
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